Risolvere i problemi con idee innovative

Andrea Ruscelli

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Quasi tutte le attività in azienda mirano a risolvere problemi. Come fare però quando bisogna affrontare un problema sul quale non si hanno sufficienti informazioni per procedere? Una possibile soluzione porta il nome di “Design Thinking”.

Molte idee falliscono perché non si ha capito il reale bisogno della clientela, questo vale tanto per i clienti esterni quando si deve proporre un nuovo prodotto o servizio, quanto per i clienti interni all’azienda nel caso di progettare un nuovo processo.

In un contesto stabile e ben conosciuto è allora utile tornare ad analizzare (qualitativamente e quantitativamente) il pubblico di riferimento e le sue necessità, ma come fare quando l’idea è innovativa? In questo caso è difficile individuare un background da cui trarre le informazioni per implementare il progetto. Viene allora in aiuto il design thinking.

Dal mondo della progettazione a tutti i settori che richiedono un problem solving innovativo

Il design thinking è un metodo di problem solving pensato per unire la praticità alla creatività. Esso nasce negli anni ’60 nel mondo del design e della progettazione per poi passare al mondo del marketing, dell’organizzazione aziendale, della consulenza manageriale, della progettazione di software e a tutti quei settori nei quali è necessario creare un qualcosa di nuovo in base alle esigenze del cliente, esterno o interno che sia.

Il metodo si basa su cinque fasi che verranno analizzate di seguito, è importante sottolineare dal principio due aspetti: innanzi tutto si tratta di un processo bottom-up, un processo nel quale si parte dal basso, dalle reali esigenze del pubblico target per poi andare a definire i requisiti; il secondo aspetto è che, come la maggior parte dei processi è un’attività ciclica nella quale sono inseriti opportuni momenti di verifica per correggere eventualmente il tiro.

di Andrea Ruscelli

 

 

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