Il business secondo sostenibilità, una scelta vincente

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Redditività, efficienza e attrattività del brand sono gli effetti dirompenti delle scelte sostenibili in ambito imprenditoriale.

La crisi pandemica ha apportato numerosi cambiamenti, modificando non solo lo stile di vita delle persone ma anche le strategie aziendali. In particolare, si è assistito a una forte accele-azione della transizione sostenibile, confermata nel 2021 dall’istituzione del MiTE, il Ministero della Transizione Ecologica – che ha preso il posto del Ministero dell’Ambiente, avocando la competenza in materia energetica, precedentemente del MiSE. È chiaro, quindi, che a livello istituzionale – probabilmente anche alla luce del PNRR – ci sia un forte interesse per i temi ambientali e sociali. Tutto ciò influisce anche sul comportamento delle imprese e influenza le scelte degli investitori. Sempre più società, infatti, stanno procedendo con un’integrazione della sostenibilità nel proprio business, modificando i piani strategici e perseguendo una finanza green. Sembra, infatti, che tutto si stia muovendo verso un nuovo approccio dal quale non si può più prescindere, con un reale rischio, per le attività che non si adeguano, di essere escluse dal business, in un futuro non troppo lontano. È pertanto necessario modificare il proprio modus operandi, elaborando, dal punto di vista sociale e ambientale, iniziative sostenibili che rientreranno nella cosiddetta responsabilità sociale d’impresa.

L’impresa sostenibile

In termini pratici, quando un’impresa può essere definita sostenibile? Sono sostenibili quelle aziende che, con azioni e progetti, realizzano oggi soluzioni concrete per il futuro, concentrando i propri sforzi in ambito ambientale, sociale ed economico. Nello specifico, per delineare con precisione i connotati, si fa riferimento a tre fattori, ovvero quello ambientale, sociale e di governo societario. Il primo fattore (Enviromental) tiene in considerazione i rischi legati ai cambiamenti climatici, con parti- colare attenzione alla riduzione delle emissioni di CO2, all’efficienza energetica e all’efficienza nell’utilizzo delle risorse naturali. In considerazione di tali elementi, l’impresa sostenibile adotta politiche contrastanti all’inquinamento dell’aria e dell’acqua, evita lo spreco delle risorse naturali e si preoccupa per la deforestazione. Viene ad esempio analizzato il tipo di energia utilizzata, la produzione di sostanze inquinanti dell’aria o dell’acqua, la produzione di rifiuti e le politiche del loro smaltimento, l’utilizzazione del suolo e lo sfruttamento delle risorse naturali. Inoltre, non vengono considerati solo gli aspetti effettuali ma anche i potenziali rischi e le misure di prevenzione. Il fattore sociale (Social) misura l’impatto sociale di un’impresa e si evidenzia nella scelta di politiche qualitative per l’ambiente di lavoro, con riferimento alle relazioni sindacali e al controllo della catena di fornitura. Si pone attenzione alla diversità di sesso, abilità ed età, agli standard lavorativi, alle condizioni di sicurezza sul posto di lavoro; viene preso in considerazione il rispetto di ogni forma di diritto personale e l’esclusione di forme di discriminazione, ma anche le condizioni igienico-sanitarie e il benessere psico-fisico dei dipendenti. Si tratta perciò di una assunzione di responsabilità sociale a 360 gradi.
Infine, c’è la Governance, che misura il modo in cui la gestione  è conforme ad alcuni parametri, con riferimento all’etica e alla trasparenza. Ad esempio, richiede la presenza di consiglieri indipendenti o non esecutivi, politiche di diversità nella composizione dei CdA, una remunerazione del board secondo piani e obiettivi di sostenibilità, procedure di controllo specifiche e policy ad hoc. Allo stesso tempo, si considera anche la trasparenza nella gestione e nell’accesso ai bilanci o la mancanza di conflitti d’interesse. In altre parole, la governance deve indirizzare, secondo compliance e principi di etica, tutti i comportamenti dei vertici e dell’attività.

 

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