Sostenibilità e materie plastiche è un binomio possibile e necessario, ma bisogna passare da un approccio centrato sulla gestione del rifiuto alla gestione integrata di tre fasi chiave: prodotto, processo e gestione del fine vita. Di questo e altro ancora si è parlato al XXVII Congresso delle materie plastiche.
«Tre sono le sfide che l’industria della plastica si trova ad affrontare in questo momento: normativa, innovazione ed economia circolare» ha detto Giuseppe Riva di Federchimica Plastic Europe Italia nell’aprire i lavori del XXVII Congresso delle materie plastiche organizzato da TMP, l’associazione italiana tecnici materie plastiche e dalla rivista Plastix edita dal Gruppo Editoriale Tecniche Nuove il 17 novembre a Sesto S. Giovanni, alle porte di Milano.
Sfide particolarmente sentite dagli operatori del settore come ha dimostrato il successo dell’evento, che ha visto la partecipazione di oltre di 250 persone.
I 10 relatori hanno ragionato su come gestire i consumi e qualità puntando su margini di guadagno, declinando il tema sotto vari aspetti, offrendo così numerosi spunti di riflessione a tutti i presenti.
A partire da Riva, che ha condiviso parte dei risultati del Rapporto strategico redatto dall’European House Ambrosetti dedicato alla circolarità della plastica, alle opportunità industriali, alla spinta all’innovazione e alle ricadute economico occupazionali per il Paese che questo nuovo modo di operare, se fatto seriamente, può portare.
Il passo deciso che occorre compiere, come ha detto Riva, è: «Passare da un approccio centrato sulla gestione del rifiuto plastico alla gestione integrata di tre frasi chiave: prodotto, processo e gestione del fine vita».
Un cambio di marcia che alcune grandi aziende del settore hanno già compiuto e con successo.
Contenimento dei costi energetici ed efficienza
La sostenibilità, con il prezzo dell’energia sulle montagne russe, riguarda anche i processi di produzione.
Qui due sono gli elementi da tenere costantemente monitorati: contenimento dei costi ed efficienza.
«Questo quadro impone alle aziende di concentrarsi sui consumi energetici per evitare che i guadagni si assottiglino eccessivamente» ha evidenziato Matteo Terragni di Engel Italia.
«Per raggiungere l’obiettivo due sono le le strade da seguire: lavorare con macchinari di ultima generazione e ottimizzare al massimo il processo produttivo». Un tema, quello dell’efficientamento energetico e dell’industry 4.0, toccato anche da Luca Bracca di Lati.
Ma anche la fase di progettazione di un prodotto è strategica in un’ottica di “cyrcular economy” perché può determinare un utilizzo più o meno elevato di plastica riciclata, come ha bene illustrato durante l’evento Riccardo Ivan di Sirmax.
Tutti temi che riguardano, ovviamente, anche il settore del metal replacement, argomento trattato da Andrea Capparella, che con Carlo Grassini ha poi illustrato la case history della loro azienda Radici Group.
Così come coinvolge da vicino il settore dei tecnopolimeri per lo stampaggio a iniezione ad alto contenuto tecnico, «che sono sempre più sostenibili, grazie agli interventi che le imprese possono apportare negli stabilimenti e nei processi», ha aggiunto Alessandro Messi di Interpolimeri.
Passaggi che le piccole e micro aziende non possono più ignorare se l’obiettivo è quello di restare competitive sul mercato.
L’economia circolare, infatti, non è solo per grandi organizzazioni, ma coinvolge tutte le realtà del settore plastico.
«Per accelerare il riciclo di origine chimica la collaborazione tra grandi e piccole imprese è fondamentale. Soprattutto per la condivisione di tecnologie all’avanguardia e di know how» ha incalzato Willien Sederel di Synova Technologies.
Digitalizzazione e IoT leve di crescita
E Giovanni Lucchetta, direttore della rivista Plastix edita da Tecniche Nuove ha precisato: «La digitalizzazione dei processi, il machine learning sono infatti indispensabili per migliorare l’efficienza produttiva, contenere i costi energetici, ridurre i fattori di rischio e migliorare il business aziendale nel suo complesso. Per questo gli investimenti in IoT sono strategici per non perdere competitività così come egualmente importanti sono gli investimenti in digital skill delle risorse umane».
Investimenti che non sono più un’opzione ma una necessità se si vuole sopravvivere.
«E i Fondi messi a disposizione dal Pnnr uniti a quelli nazionali previsti anche dall’ultima legge di Bilancio possono supportare gli imprenditori su questa strada» ha sottolineato Marco Belardi, consulente del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, illustrando tutte le novità in materia fiscale sul tema.
di Nadia Anzani