Mentre la società si evolve e cambia, si profila all’orizzonte una nuova era, caratterizzata da propositi rinnovati e ampliati, che andrà ben oltre la produzione di beni e servizi.
La corsa alla tecnologia è un punto fisso della storia umana e, da sempre, l’uomo la vive come una sorta di dipendenza. Sebbene ogni epoca abbia mostrato le sue peculiarità tecnologiche, con forme e dimensioni diverse del processo produttivo, il ricorso alla
tecnologia è sempre stato costante, ponendosi come obiettivo la semplificazione e il perfezionamento della vita.
Con la crescita del livello produttivo, anno dopo anno l’ambiente operativo è cambiato, mentre sullo sfondo si susseguivano le diverse rivoluzioni industriali. Oggi siamo in piena quarta rivoluzione: qualcuno la chiama Industria 4.0, qualcun altro non concorda sull’uso di questo termine, ma la sostanza non cambia: la produzione si basa sull’Internet of Things e la comunicazione di dati in tempo reale, mentre la fabbrica – ormai diventata sia fisica sia virtuale – è caratterizzata da tecnologie abilitanti, efficienti e produttive.
Eppure, tempus fugit. Sembra infatti che, all’orizzonte, ci sia un nuovo cambiamento. La storia ci sta conducendo verso la quinta rivoluzione, secondo quella che rappresenta una naturale evoluzione, come è sempre stato in passato. Ma siamo davvero pronti e, soprattutto, sappiamo cosa ci aspetta?
Lo scenario attuale
Lo sviluppo delle tecnologie industriali 4.0 è stato repentino: settori fondamentali come la robotica, l’intelligenza artificiale, l’ICT, assieme, stanno contribuendo alla realizzazione del Cyber Physical System (CPS), con lo sviluppo di dispositivi IoT particolarmente performanti.
Oggi, nell’era dell’Industria 4.0, tutto il processo produttivo si basa su digitalizzazione, automazione e interconnessione dei processi. Abbiamo imparato a confrontarci con concetti e aspetti prima mai sentiti, tanto che parole come IT, IoT, IA e cloud computing ormai non sono più solo sigle o anglicismi, bensì tecnologie avanzate all’ordine del giorno che riescono a offrire alla società un elevato livello di sostegno. Tuttavia, c’è un timore che, con sempre maggiore insistenza, si affaccia all’orizzonte: e se la macchina sostituisse totalmente l’uomo, cosa ne sarebbe del lavoratore? Dopo anni di dibattiti e fiumi di parole, con gran tranquillità possiamo asserire che non accadrà perché, mentre attendiamo il perfezionarsi della nuova era dell’Industria 5.0, già sappiamo che la sua principale caratteristica sarà l’aspetto collaborativo. Si baserà, infatti, su un modello di cooperazione tra macchina ed essere umano, riuscendo a trasmettere al processo produttivo quel valore aggiunto che oggi non c’è, caratterizzato dalla personalizzazione del prodotto e dal rispetto dell’esigenza del consumatore, con particolare riguardo alla figura del lavoratore. Pertanto, il primordiale timore, è stato prontamente placato e si è intrapreso un percorso totalmente diverso. Il rischio di assistere a una sostituzione dell’uomo sembra fugato, mentre si persegue la realizzazione della Super Smart Society, dove vigerà la cooperazione intelligente tra macchine ed esseri umani. Il termine robot sarà sempre più sostituito dal neologismo cobot che, diversamente dagli antenati semplicemente esecutivi, sono robot collaborativi, programmati funzionalmente all’interazione con l’uomo in uno spazio di lavoro condiviso.
Un altro protagonista dell’Industria 5.0 sarà il bot, ovvero l’applicazione di un software intelligente che agisce per un utente o per un programma, attraverso lo scambio e la collaborazione.
In considerazione della personalizzazione del prodotto e della sua differenziazione sarà necessaria l’interazione tra la macchina, esecutiva, e la mente umana per la guida. L’obiettivo dell’Industria 5.0 è proprio sfruttare al massimo il connubio tra le due parti. Le macchine, per certi aspetti, hanno capacità superiori a quelle umane e riescono a mantenere degli standard produttivi impensabili per l’uomo, ma l’interazione tra i due generi porterà a un miglioramento sia quantitativo (grazie alla macchina) sia qualitativo.