Un robot studia la presenza di microplastiche in mare

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I ricercatori della Norwegian University of Science and Technology (NTNU) hanno messo a punto un robot in grado di effettuare un campionamento di particelle di vario tipo presenti sulla superficie dell’acqua, dalle microplastiche al plancton fino ai pidocchi del salmone.

Tecnologia amica dell’ambiente

Secondo quanto riportato da Norwegianscitechnews, l’apparecchio – che hanno chiamato Pamela – è poco più grande di un robot aspirapolvere e si muove in superficie senza equipaggio. E’ nato dal lavoro congiunto interdisciplinare di Andrea Faltynkova (dipartimento di Biologia) e Arthur Zolich (dipartimento di Ingegneria cibernetica).

Le microplastiche sono dei minuscoli frammenti polimerici, più piccoli di 5 mm, che derivano dal disfacimento degli oggetti di plastica abbandonati in mare o dal lavaggio delle fibre tessili sintetiche. Gli scienziati sanno con certezza che queste particelle danneggiano la salute degli organismi marini (ma lo stesso discorso vale per l’acqua dolce).

L’imaging iperspettrale è una tecnologia sviluppata negli anni Ottanta per studiare la Terra dagli aerei o dallo spazio. Oggi le sue applicazioni sono infinite (si usa per studiare i relitti sottomarini come i tessuti umani come tutti le tipologie di trattamenti e finiture delle superfici).

Faltynkova ha sviluppato una tecnica per usare l’imaging iperspettrale per identificare la microplastica e stabilirne la quantità presente nell’acqua. Il funzionamento del robot è semplice e veloce: basta fotografare un campione con la fotocamera iperspettrale e il cluster di elaborazione IDUN analizza le immagini e processa i dati raccolti.

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