Beni Strumentali, la misura agevolativa

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Anche nota come Nuova Sabatini, nel corso degli anni l’agevolazione ha subito una serie di modifiche, alla luce delle nuove esigenze di investimento, sempre piĂą orientate verso una trasformazione tecnologica e digitale.

La misura Beni Strumentali, anche nota come Nuova Sabatini, è un’agevolazione che supporta gli investimenti delle imprese. Gestita finanziariamente e tecnicamente dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il MIMIT, facilita l’accesso al credito, accrescendo la competitivitĂ  del sistema produttivo italiano e favorendo il raggiungimento di importanti standard, anche nel confronto con l’intero ambiente imprenditoriale europeo.

L’intervento agevolativo, funzionale all’acquisto e leasing di macchinari e strumentazione tecniche, è ormai utilizzato da anni, e può essere considerato uno tra i più noti benefici offerti alle aziende.

Per ovvi motivi, anche in ragione delle indicazioni che arrivano da Bruxelles, e alla luce del PNRR, che punta sulla transizione ambientale, la normativa ha subìto una serie di modifiche, allineandosi sempre più verso standard green e digitali. In particolare, prima il Decreto interministeriale 22 aprile 2022 – Nuova disciplina per l’acquisto di beni strumentali (Nuova Sabatini) – e poi la Circolare del 6 dicembre 2022, sempre del Ministero, hanno movimentato la materia, modificata infine dalla Legge di Bilancio 2023. Procediamo per gradi, per un riepilogo completo.

Beni Strumentali, la disciplina base

Al netto delle novità in corso per il 2023, la disciplina generale della misura Beni Strumentali stabilisce che, qualora le imprese richiedano un finanziamento a banche e intermediari creditizi – individuati dal MIMIT e rientranti in uno specifico protocollo d’intesa –, il Ministero si farà carico di una parte degli interessi. Si tratta di un contributo, a fondo perduto, che alleggerirà senza dubbio il peso del tasso d’interesse sul finanziamento, offrendo così alle imprese un maggior respiro e incoraggiando gli investimenti, grazie alle buone condizioni economiche del prestito. Con questa immissione di liquidità nel sistema, aumenteranno gli investimenti per l’acquisto o il leasing di macchinari, attrezzature, impianti, beni strume tali ad uso produttivo, nonché hardware, software e flogie digitali. Ciò porterà a una maggiore (e più specifica) qualità produttiva, smuoverà l’intero indotto e contribuirà alla crescita del paese.

La procedura per richiedere l’agevolazione è semplice: l’impresa presenta alla banca o all’intermediario finanziario (le due tipologie di enti creditizi) una richiesta di finanziamento anche fino al 100% della spesa e, contestualmente, anche la domanda di accesso al contributo (attraverso apposita modulistica messa a disposizione sul sito MIMIT), attestando il possesso dei requisiti. L’ente creditizio verifica la regolarità della domanda e di tutta la documentazione e, a quel punto, trasmette al Ministero la richiesta di prenotazione del contributo. Una volta ricevuto il placet del MIMIT, la banca (o l’intermediario) concede il finanziamento all’impresa; adotta una delibera che verrà trasmessa al Ministero – assieme a tutta la documentazione inviata dalla Pmi nella fase iniziale – e solo allora verrà adottato il provvedimento di concessione del contributo.

Nel documento risulteranno l’ammontare degli investimenti ammissibili, delle agevolazioni concedibili e del relativo piano di erogazione, nonchĂ© i successivi obblighi e impegni a carico del beneficiario. Il provvedimento sarĂ  trasmesso all’ente creditizio che, finalmente, stipulerĂ  il contratto di finanziamento con l’impresa, erogando le risorse una tantum o, nel caso di leasing finanziario, secondo le procedure specifiche, direttamente al fornitore, in occasione della consegna o del collaudo.

Una volta appurata la partenza dell’agevolazione, annualmente, il Ministero eroga alle Pmi il contributo dovuto, secondo un piano temporale riportato nel provvedimento di concessione, non superiore a sei anni – a far data dall’ultimazione dell’investimento. Il contributo varia a seconda della tipologia di acquisto effettuato. In linea generica, e prima delle novità di dicembre 2022, erano previste due sole aliquote: il 2,75% per gli investimenti ordinari (beni strumentali) e il 3,575% per quelli 4.0.

 

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