L’antiruggine per le batterie riciclabili del futuro

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Batterie per smartphone con una durata fino a tre volte superiore rispetto alla tecnologia attuale potrebbero diventare presto una realtà grazie a un’innovazione guidata dagli ingegneri della RMIT UniversityIl costo elevato il riciclo del litio e degli altri materiali che compongono le batterie costituisce un enorme ostacolo al riutilizzo di questi oggetti. Per ovviare all’inconveniente, il team sta lavorando con un nanomateriale chiamato MXene, una classe di materiali che, a loro dire, promette di essere un’interessante alternativa al litio per le batterie del futuro, perché altamente personalizzabili.

La grande sfida nell’uso dell’MXene, però, era data dal fatto che si arrugginiva facilmente, inibendo così la conduttività elettrica e rendendolo inutilizzabile. Ricorrendo a onde sonore ad alta frequenza per rimuovere la ruggine si potrebbero ricavare batterie riciclabili che durano fino a nove anni, anziché doverle smaltire dopo due o tre anni.

Non solo mobile

Il lavoro svolto dagli ingegneri apre le porte all’utilizzo del nanomateriale in un’ampia gamma di applicazioni per l’accumulo di energia, i sensori, la trasmissione wireless e la bonifica ambientale.

Nonostante l’idea sia promettente, è necessaria una stretta collaborazione con l’industria per integrare il dispositivo acustico nei sistemi e nei processi di produzione esistenti. Inoltre, si sta esplorando l’adozione di questa invenzione per rimuovere gli strati di ossido da altri materiali per impieghi nel campo del rilevamento e delle energie rinnovabili.

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