Pneumatica nella composizione architettonica

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La famiglia delle strutture pneumatiche è uno specifico settore delle costruzioni a membrana, dove l’aria in pressione compressa in essa confinata e la membrana collaborano congiuntamente per la stabilità delle struttura.

Le costruzioni di ultima generazione, che si contraddistinguono per la loro leggerezza e risparmio energetico, nascono dall’utilizzo di materiali e tecnologie avanzate, per una maggiore mobilità e adattabilità. Da sempre l’uomo guarda alla natura e alle sue forme, le studia per comprendere il modo attraverso cui si costituiscono e ne trae ispirazione per realizzare, a sua volta, le proprie opere. I primi esempi di architettura primitiva erano caratterizzati da una sostanziale semplicità di elementi che l’uomo recepiva dall’osservazione di ciò che la natura offriva, e da soluzioni legate a strutture naturali soggette a carichi durante la crescita di organismi e, soprattutto, con tecniche costruttive che utilizzavano materiali presenti in natura come il legno, il fango, la paglia, le canne e i lapidei (tra cui citiamo per importanza i marmi, graniti, travertini, sabbie, ghiaie, argille). Questa è un’architettura che gli specialisti definiscono essenziale o minimalista che, al tempo stesso, risulta rispettosa dell’ambiente, è realizzata con materiali riciclabili in natura e dotata di qualità formale e tecniche costruttive tali da renderla duratura nel tempo. In una realtà in continua espansione, la sfida è sviluppare una metodologia costruttiva che accomuni il risparmio energetico e l’utilizzo di materiali che possano essere riciclati e, al contempo, non provochino danni alle persone e all’ambiente.

Individuo, ambiente e costruzione sono realtà strettamente interdipendenti, l’integrazione delle esigenze di ognuna di queste componenti è fondamentale per la sostenibilità. La vera evoluzione si ottiene soltanto utilizzando le possibilità offerte dalle nuove tecnologie per venire incontro alle esigenze abitative dell’uomo e, quindi, non allontanandosi mai radicalmente dal modo con cui l’uomo è abituato a relazionarsi con il suo intorno. Ciò al fine di non eliminare quei preziosi elementi di riconoscibilità che l’essere umano deve poter mantenere nel suo ambiente, per sentirsi armoniosamente parte di esso.

Fattori come l’urgenza della questione ambientale sopra descritta e direttive sull’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati previste per l’anno 2030, definite dall’Unione europea, definiscono uno scenario per i progettisti delle costruzioni, rendendo necessaria una più ampia riconversione delle pratiche progettuali che favoriscano anche l’attuazione di nuovi modelli di mobilità, adattabilità e variabilità delle costruzioni. Questo tende verso la scelta di soluzioni, a seconda delle circostanze, più leggere, performanti e adattabili, quali tende, gusci, tendoni riscontrabili nelle coperture pneumatiche.

Generalità sulle strutture pneumatiche

Le strutture pneumatiche, chiamate anche pressostrutture, utilizzano il principio della forza tensile o resistenza alla trazione di un materiale. Quest’ultima è nota come il carico massimo sopportato dalla struttura prima della frattura. Tali soluzioni si rivelano, nella pratica, come strutture versatili e permettono un’installazione rapida e, unitamente ai benefici di recenti progressi nel campo dei nuovi materiali e rivestimenti, vengono spesso adoperate in tutte quelle situazioni ambientali che rendono necessari spazi per il ricovero temporaneo di pazienti oppure in situazioni dove si vuole avere un ambiente abitativo o sportivo facilmente amovibile. Questa tecnologia si divide sostanzialmente in due tipologie, quella pressostatica e quella depressostatica; la prima, chiamata pure tecnologia del pneumatico, risulta allo stato attuale quella più usata.

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