Il trattamento termico digitale

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Una tecnologia per il trattamento termico nel XXI secolo che dà una risposta concreta alla questione della sostenibilità e del risparmio energetico.

Nel momento storico in cui maggiormente emergono i problemi del costo dell’energia e della sostenibilità ambientale, il dibattito si concentra sui temi della produzione e quasi mai su quelli del consumo. Si dice che la nostra industria ha bisogno di quella energia, sottintendendo che non potrà mai farne a meno. L’assioma quindi è: se vogliamo produrre, servirà sempre quella energia. Tra le cause di questo strabismo, il fatto che la produzione di energia assume forme concentrate e non distribuite, cosicché è più facile parlare di miliardi di euro, oltre che di potenziali blackout, invece che di risparmi della bolletta energetica quotidiana.

Oggi non è ancora emerso un serio dibattito sulle modalità di trattamento termico della nostra industria manifatturiera, dibattito tanto più necessario quanto più le nuove tecnologie sono completamente disponibili, ampiamente testate sui prodotti e pronte per prendere per mano l’industria e portarla davvero nel XXI secolo.

Proprio in un momento storico in cui si sviluppano sempre di più le tecnologie digitali, i componenti meccanici vengono ancora impacchettati, spediti su camion a subfornitori di trattamento termico, messi tutti insieme, a migliaia, in enormi forni scaldati a gas metano, immersi in vasconi di tempra con acque agitate, controllati in laboratorio presso il fornitore con piani di campionamento statistico, infine rimessi su camion e riportati a casa. Questi pezzi non sono induriti là dove serve, ma ovunque, indiscriminatamente, con un eccesso di energia del 99% rispetto al fabbisogno reale. In altri casi, facciamo costruire speciali utensili induttori che si adattano alle geometrie dei componenti, poi li affidiamo a mani esperte (speriamo), mettiamo a punto sistemi di tempra e poi ancora controlli e andirivieni di camion. Tutto questo per due motivi, probabilmente ottimi: 1) si è sempre fatto così; 2) con tutti i problemi che abbiamo, non dovremo mica anche preoccuparci del trattamento termico? Che ci pensi il trattamentista.

Quanto è sensato, nel 2023, questo modo di lavorare?

Arrivando al dunque, ci possiamo ben chiedere se, nel corso degli ultimi cinquant’anni, l’innovazione tecnologica sia stata in grado di proporre soluzioni digitali e a basso impatto energetico per il trattamento termico, che garantiscano risultati certi, bassi consumi, autosufficienza produttiva, monitoraggio one-to-one, assenza di controlli di laboratorio.

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