Macchine utensili: in flessione l’andamento degli ordini

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Nel primo trimestre 2023, l’indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu ha segnato una frenata del 23,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In valore assoluto l’indice si è attestato a 125,1 (base 100 nel 2015).

Il risultato è frutto della riduzione della raccolta ordinativi che i costruttori hanno registrato sia sul mercato estero che sul mercato interno. In particolare, gli ordinativi raccolti all’estero risultano in calo del 22,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il valore assoluto dell’indice si attesta a 125,9. Sul fronte interno, gli ordini raccolti hanno segnato un arretramento del 24,1%, per un valore assoluto di 124,8. Dalla rilevazione del Centro Studi emerge inoltre, che, nel primo trimestre 2023, l’utilizzo della capacità produttiva dei costruttori italiani di macchine utensili è risultato superiore all’86%, ma vi sono anche aziende che hanno toccato il 100%. Il carnet ordini ha raggiunto, in questo trimestre, livelli mai registrati prima, arrivando a 8,6 mesi di produzione assicurata.

«L’indice degli ordini relativo al primo trimestre mostra un evidente rallentamento dell’attività di raccolta commesse sia in Italia che all’estero – ha affermato Barbara Colombo, presidente di Ucimu. Le aziende stanno comunque lavorando bene, il calo registrato in questo primo scorcio di anno non ci preoccupa, piuttosto deve farci riflettere attentamente sulle strategie che le nostre aziende devono definire per il futuro di medio periodo all’estero. Sul fronte estero, la diminuzione registrata in questo trimestre, considerata anche la pressoché totale saturazione della capacità produttiva delle nostre aziende, impegnate a evadere il boom di commesse pregresse, potrebbe essere determinata, almeno in parte, dalla decisione dei costruttori italiani di concentrarsi per lo più sul mercato interno il cui presidio è certamente più agevole».

Calo fisiologico

Sul fronte interno, invece come evidenziato dal presidente, la diminuzione delle commesse è determinata da più fattori: «Anzitutto l’anticipo al trimestre precedente di gran parte degli investimenti che erano in programma da parte degli utilizzatori italiani che si sono voluti assicurare l’incentivo del credito di imposta al 40% sapendo che, con l’anno nuovo, l’aliquota sarebbe stata dimezzata; la fiammata registrata dall’indice del quarto trimestre 2022 lo dimostra. In secondo luogo, la flessione è conseguenza del naturale ridimensionamento della domanda, che non poteva certo reggere i ritmi a cui ci aveva abituato negli ultimi tempi».

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