Cosa contraddistingue la produzione del terzo millennio? Certamente l’efficienza, che porta con sé altri concetti base, quali la produttività, la sicurezza del processo, la flessibilità, la qualità e, in definitiva, la competitività.
In questo percorso evolutivo è evidente il ruolo dell’automazione, un’automazione che, se nei suoi concetti generali può essere considerata standardizzata, non di rado subisce una customizzazione, in funzione delle specifiche esigenze della realtà produttiva.
L’automazione e l’isola robotizzata
Si potrebbe dire che, per l’automazione, l’habitat ideale sia l’isola robotizzata, da molti ritenuta l’ultima (solo come fattore temporale) frontiera della robotica industriale, con applicazioni, fino a pochi anni fa, assolutamente inimmaginabili. E, con ogni probabilità, con possibilità di sviluppi/applicazioni future, altrettanto inimmaginabili.
L’isola robotizzata, anche detta isola robotica o automazione robotizzata, nasce e si sviluppa col chiaro intento di migliorare il flusso produttivo, andando così a dare risposta alle esigenze del moderno comparto manifatturiero. Se l’obiettivo è il miglioramento del flusso produttivo, va da sé la necessità di una progettazione attenta, in modo da garantire un output che sia preciso e affidabile, assicurando un processo sicuro e, naturalmente, ripetibile.
L’isola deve dunque essere progettata, sfruttando soluzioni tecniche di adeguato profilo, in genere di ultima generazione, e, in caso si rendesse necessario, ricorrendo a un design personalizzato, proprio per assicurare le performance desiderate al flusso produttivo.