Un pezzo di design oggi non piò più prescindere dal rispetto per l’ambiente. Il valore estetico di un prodotto dipende fortemente dalla qualità funzionale ed estetica del rivestimento, che anch’esso deve essere sviluppato secondo i criteri di minimo impatto ambientale. Ma la sostenibilità quanto può essere sostenibile per le imprese che offrono diverse tipologie di rivestimenti? In queste pagine vengono presentate considerazioni ed esempi di supporto all’analisi e alla decisione mediate da strumenti di calcolo e multi-ottimizzazione.
Coniugare costi e rispetto per l’ambiente
L’esigenza di coniugare soluzioni con prestazioni funzionali, estetiche e che al contempo che rispettino l’ambiente minimizzando i costi di produzione, è diventata un’esigenza imprescindibile. Questo non solo per garantire la sostenibilità dei prodotti in quanto tali ma anche per misurare il livello di sostenibilità dell’impresa. Ma cosa significa sostenibilità? Questo termine è ampiamente utilizzato e abusato in un momento storico in cui il tema della transizione ecologica risuona come un mantra pervasivo, che si propaga lungo tutte le filiere produttive, coinvolgendo fornitori di materie prime, produttori di semilavorati, industrie di trasformazione, logistica degli approvvigionamenti e delle consegne sino a chi si occupa di recupero, riciclo, dello smaltimento a fine vita dei prodotti e dei materiali. Il mondo dei rivestimenti non è esente da questo processo di trasformazione.
La sostenibilità si declina nelle sue tre aree che coinvolgono i temi Environmental, Social, Governance (ESG) e attraverso il Bilancio di Sostenibilità le imprese possono dichiarare il proprio profilo e gli impegni in merito agli impatti ambientali sociali e alla gestione dell’attività. Per evitare di ricadere nel greenwashing, sul cui tema il Parlamento europeo ha preso una posizione su nuove norme per migliorare l’etichettatura e la durabilità dei prodotti, occorre applicare metodi e strumenti quantitativi che permettono di misurare la sostenibilità dell’impresa e dei processi produttivi. Per raggiungere questo obiettivo occorre effettuare delle valutazioni specifiche, che non possono essere ottenute con valutazioni di tipo generalista attualmente disponibili in rete attraverso semplici questionari o sistemi di autoverifica: occorre misurare i propri impatti, che sono associati al proprio sistema funzionale inglobando tutte gli aspetti che caratterizzano la realtà di manifatturiera specifica.
Cosa è necessario fare per misurare gli impatti, per esempio quelli ambientali, e quanto costa? Alla prima parte della domanda segue una risposta semplice: occorre applicare gli standard della metodologia LCA normata dagli standard ISO 14040-44 per quantificare gli effetti sull’ambiente. La seconda parte della domanda è fortemente dipendente dalla situazione. Tipicamente nel settore della subfornitura le imprese non dispongono di esperti di analisi di impatto ambientale, per queste analisi non basta un energy manager, occorre una specializzazione adeguata. Un’opzione è quella di servirsi di consulenti esterni, che forniscono analisi puntuali sui prodotti e sui processi. Tuttavia, in alcuni casi questo potrebbe configurarsi come una soluzione onerosa in termini economici e per il tempo necessario per sviluppare i calcoli. Riteniamo una soluzione sostenibile per le imprese quella di rendersi indipendenti nella propria autovalutazione del livello di sostenibilità attraverso degli strumenti informatici che siano stati sviluppati ad hoc per la propria realtà produttiva. Questa soluzione determina uno sforzo iniziale maggiore di una semplice analisi spot di impatto ambientale, ma permette di raggiungere un elevato grado di indipendenza e autonomia nelle valutazioni di sostenibilità specifiche, che possono essere effettuate per ogni processo e prodotto dall’impresa, garantite da una validazione effettuata a priori, anche certificabile da terza parte. La valenza dei risultati ottenibili è sicuramente elevata e ogni tipo di comunicazione sul livello di sostenibilità delle soluzioni offerte al mercato e della propria impresa risulta essere robusta e corroborata da dati quantitativi, che possono essere esposti o comunque presentati a fronte di richieste e verifiche. In alcuni casi è possibile emettere dichiarazioni certificate di carbon footprint che forniscono l’impronta di carbonio specifica di un prodotto o di un trattamento o di un rivestimento sviluppato con processi e impianti di cui sono stati analizzati gli impatti ambientali.
Quello che definiamo “sostenibilità sostenibile” per le imprese non è solo relativa ai costi per misurare gli impatti ambientali, ma anche alla possibilità economica di sostenere le scelte che devono essere effettuate per poter realizzare il percorso definito nella strategia di sostenibilità. Sostanzialmente la do- manda a cui dobbiamo dare risposta è la seguente: cosa e quanto posso fare per ridurre gli impatti ambientali della mia impresa compatibilmente con la possibilità di affrontarne il carico economico che queste azioni comportano? La risposta a questo quesito sono appunto le soluzioni sostenibili per la sostenibilità dell’azienda. Sembra un gioco di parole, ma in realtà esprime una verità profonda: quella che le imprese non possono farsi unicamente carico della riduzione degli impatti ambientali. Inoltre, approfondendo il tema, emerge l’evidenza che alcuni impatti ambientali sono comprimibili, riducibili o evitabili, altri no e dobbiamo accettare un limite contingente alla riduzione degli stessi in funzione delle migliori tecnologie e soluzioni disponibili qui ed ora.
Le scelte che sottendono all’implementazione della roadmap della sostenibilità appartengono al dominio della governance, ovvero quell’insieme di strategie e direttive organizzative che mirano al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. In un contesto così articolato occorre appellarsi a strumenti di supporto alla decisione che possono semplificare il compito di chi deve operare delle scelte rendendo il quadro analitico maggiormente interpretabile e chiaro ma che, comunque, non si possono sostituire alla responsabilità e alla creatività del decisore nel mettere in campo soluzioni efficaci. Questi strumenti permettono di identificare le soluzioni multi-ottimali, che soddisfano i requisiti di massimizzazione dei fattori prestazionali quali funzionalità, sostenibilità economica e ambientale.
Selezionando un sottoinsieme del campo decisionale è possibile operare nel dominio multi-ottimale ossia selezionare quei valori dei fattori decisionali che soddisfano simultaneamente le richieste pre- stazionali. Vediamo un esempio.
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