Ingranaggi: c’è chi li toglie e chi li mette

Carlo Gorla

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Ingranaggi: c’è chi li toglie e chi li mette

Che nel sistema di trasmissione di un veicolo elettrico vi siano meno ingranaggi di uno con motore endotermico è un dato di fatto. Sono necessari, per adeguare la potenza generata ad alta velocità dai motori elettrici alle richieste delle ruote, che devono invece ruotare assai più lentamente, ma ce ne vogliono molti meno, perché non serve un cambio di velocità a più marce o, al massimo, ne occorrono due, a parere dei più ottimisti, o più pessimisti, a seconda dei punti di vista.

In questo contesto, non può non aver fatto piacere a chi, come il sottoscritto, è affezionato ai cari ingranaggi imbattersi nel video diffuso alla fine di novembre dal gruppo Hyundai, nel quale viene presentata una soluzione innovativa, denominata Uni Wheel, per collegare il motore elettrico alla ruota, nella quale i tradizionali semiassi con giunti omocinetici lasciano posto ad un cinematismo con numerose ruote dentate.

Fondamentalmente, nella ruota è integrato un rotismo planetario, che realizza il rapporto di trasmissione desiderato, nel quale il satellite con cui ingranano sole e corona è sostituito da un treno di ruote dentate sorrette da bracci articolati: lo scopo di queste righe non è quello di spiegare in dettaglio il funzionamento del dispositivo, per il quale si rimanda alle immagini e al video, ma il risultato finale è quello che il sole e l’albero che lo aziona possono flottare, con l’asse di quest’ultimo che si sposta parallelamente a se stesso, assecondando così l’escursione della ruota e mantenendo un rapporto di velocità costante, cioè l’omocineticità del sistema.

Il vantaggio, secondo quanto sostenuto dai proponenti, sta nello lo spazio guadagnato, grazie alla possibilità di spostare il motore elettrico assai più vicino alla ruota di quanto sarebbe possibile con la soluzione tradizionale che, con semiasse molto corto, e conseguentemente con angoli elevati, non lavorerebbe in condizioni adeguate, senza l’aggravio di massa della ruota che si avrebbe con la soluzione, già nota, di portare anche il motore elettrico sulla stessa.  Inoltre, anche alle escursioni più elevate, lo spostamento dell’albero non comporta scadimenti dell’efficienza e della regolarità di trasmissione della coppia.

La visione del filmato, che rappresenta solamente in modo molto schematico la driveline, suscita anche molti interrogativi. Ad esempio, visto che la vettura mostrata presenta Uni Wheel sulle quattro ruote, ciò significa che la soluzione deve essere compatibile anche con la sterzatura: in tal caso, non essendo possibile una variazione d’angolo tra l’asse della ruota e l’albero che aziona il solare, anche il motore elettrico deve potersi spostare angolarmente rispetto al veicolo, ma nel video non viene mostrato alcun dettaglio circa la modalità di collegamento del motore al telaio. E analogamente, quali cinematiche di sospensione sono compatibili? Come è lubrificato il sistema? È prevista la possibilità di montare un freno ad attrito, a supporto della frenatura rigenerativa, per le situazioni di emergenza? E tante altre domande, alle quali solamente la visione di una realizzazione costruttiva potrà dare risposta.

In conclusione: vedremo Uni Wheel sulle vetture elettriche del futuro? È presto per dirlo e non mi sbilancio in previsioni, ma accolgo con grande piacere una proposta di innovazione con tanti ingranaggi!

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