Forme e tecniche dell’architettura pneumatica

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I nuovi e avanzati criteri nella progettazione architettonica permettono di esaltare le prestazioni strutturali, attribuendo leggerezza agli edifici. L’utilizzo della pneumatica nelle costruzioni consente di raggiungere obiettivi particolarmente rilevanti per la centralità del progetto e l’oggettività della forma architettonica.

I primi esempi di architettura nascono dall’osservazione da parte dell’uomo di ciò che la natura metteva a disposizione; prendendo spunto da queste strutture che possiamo definire naturali, soggette a carichi che si incrementavano nel tempo a causa della crescita naturale di organismi o piante, l’uomo si è ispirato per realizzare opere architettoniche con tecniche costruttive che utilizzavano materiali come legno, pietra, fango o terra cruda, canne e pelli animali, per citare i più significativi. Nel tempo, il rapporto tra forma e tecnica insito nell’oggetto architettonico è sempre stato oggetto di conflitto tra diverse scuole di pensiero e l’esigenza di ricostituire la rigida divisione tra architettura e tecnica è sempre stata oggetto di studio e impegno didattico presso tutte le università, attraverso l’attivazione di corsi strutturati incentrati sull’esame dei complessi rapporti che legano morfologia edilizia e tipologia strutturale, nel processo di radicale modificazione avvenuto a partire da quella progressiva sostituzione delle tecniche edilizie tradizionali con le tecniche moderne e avanguardiste. I grandi archistar di quest’ultimo trentennio hanno dato vita o ipotizzato, attraverso i soli concorsi di idee, involucri edilizi le cui caratteristiche sono la durata programmata e limitata nel tempo, e le molteplici possibilità di adattarsi in relazione al modificarsi dei suoi utilizzi e contesti abitativi, dove è consolidato e ne fa parte integrante l’uso razionale delle energie rinnovabili, che a sua volta permette il sostentamento delle attività umane all’interno dell’involucro stesso, come l’autoconsumo dell’energia elettrica autoprodotta oppure accumulata su specifici dispositivi. Progettare oggetti architettonici con l’ausilio della pneumatica permette l’utilizzo di poco materiale, per dare origine e forma ad una struttura resistente, caratterizzata dalla massima efficienza possibile, grazie ai continui sforzi dei tecnici verso ricerca, sviluppo e produzione di nuovi materiali e rivestimenti.

Le strutture pneumatiche

Le strutture pneumatiche note come pressostrutture, usano il principio della forza tensile, o resistenza a trazione di un materiale, quest’ultima forza spesso nota nella letteratura tecnica come il carico massimo sopportato dalla struttura prima della frattura. In Figura 1-2 è possibile vedere un’applicazione di pressostrutture per coperture di campi da tennis, mentre in Figura 3-4, rispettivamente, per la copertura di una piscina e per uso generale con fondo in terra battuta. Queste sono una tipologia di costruzioni che si contraddistingue per versatilità e rapida installazione in opera, anche grazie ai continui progressi tecnici di nuovi materiali e rivestimenti sempre più performanti, il loro utilizzo, in generale, riguarda tutte quelle situazioni ambientali che rendono necessari spazi per il ricovero temporaneo di malati oppure in situazioni dove si vuole avere un ambiente abitativo o sportivo facilmente amovibile. Il mercato delle strutture tensili è cresciuto significativamente nell’ultimo ventennio, ed è prevedibile che si incrementi ulteriormente. Parallelamente, tali strutture diventano sempre più grandi e più articolate, aumenta anche l’interesse per il loro specifico impiego, anche se la realtà evidenzia che vengono ancora considerate dagli addetti ai lavori come strutture speciali, la cui tecnologia è in generale ancora poco nota. Tale tecnologia comprende due tipologie fondamentali: quella pressostatica e quella depressostatica; la prima, chiamata anche tecnologia del pneumatico, risulta di fatto quella più utilizzata.

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