Formazione, chi vuol essere competitivo?

Umberto Fioretti

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Oggi la disponibilità di soluzioni tecnologiche sempre più intuitive e performanti ha spesso alimentato la convinzione che un buon software possa facilmente sostituire la competenza del personale tecnico in officina. Niente di più sbagliato.

Sono oltre dieci anni che mi occupo di formazione e consulenza sul software SolidWorks, soluzione adottata da molte carpenterie e PMI che si occupano di realizzare particolari conto terzi, da Catania fino a Bolzano, ma direi soprattutto nord Italia. In generale, la mancanza che riscontro molto spesso negli uffici tecnici di queste aziende è: una scarsa conoscenza da parte dei tecnici dell’intero flusso di lavoro e delle opportunità e limitazioni relative ai software in azienda.

Sì, perché devo dire che grazie al lavoro svolto in questi anni dall’Accademia della Piegatura, sempre più spesso incontro tecnici preparati sul processo di piegatura della lamiera, ovvero le conoscenze che dovrebbe possedere il personale dell’ufficio tecnico al fine di progettare e sviluppare un qualcosa che possa essere realizzato senza problemi dal reparto di produzione.

Allo stesso tempo, le aziende sempre più adottano sistemi software come CAD/CAM/Gestionale che devono comunicare e integrarsi tra loro al fine di rendere il processo più efficiente, ma manca una profonda conoscenza di questi sistemi per poterli sfruttare a pieno, su cosa è possibile fare e che vale la pena implementare in azienda, così come i limiti o le operazioni che non gestiscono al meglio e per cui non vale la pena insistere.

Non voglio puntare il dito contro nessuno, ma di certo una parte della responsabilità la ha il venditore della soluzione software, che si preoccupa sempre meno di preparare l’ufficio tecnico a sfruttare a pieno l’investimento fatto, così come anche la proprietà aziendale, che molto spesso investe poco nella formazione professionale del personale allo sfruttamento della tecnologia appena integrata in azienda.

La conoscenza approfondita dei software presenti in azienda da parte dei vari operatori di reparto migliora il processo delle operazioni, cosa che ho potuto constatare di persona in numerose aziende.

Abituiamoci a “formarci”

Chi mi conosce sa che sono molto schietto e sul tema del reperimento di progettisti/disegnatori da inserire nell’ufficio tecnico, ho le idee molto chiare. La mia riflessione parte dalle competenze tecniche che dovrebbe possedere ogni persona che siede nell’ufficio tecnico dell’azienda, che di fatto sono fondamentali al fine di progettare e predisporre della documentazione tecnica ineccepibile per il reparto di produzione.

Le competenze sul processo di lavorazione della lamiera e le tecniche di assemblaggio, non sono cambiate poi molto negli ultimi trent’anni, così come le modalità di apprendimento, mediante corsi di formazione specialistici e affiancamento in azienda soprattutto con il reparto di produzione. Ciò che invece è cambiato e molto sono gli strumenti di lavoro che ha a disposizione il disegnatore/progettista, nello specifico mi riferisco ai software CAD/CAM.

Negli ultimi trent’anni non solo vi è stata l’adozione dei CAD 2D come Autocad, ma anche e soprattutto di CAD 3D come SolidWorks. Motivo per cui quello che spesso manca è una conoscenza approfondita di questi strumenti di lavoro e del relativo flusso di lavoro, al fine di sfruttarli al meglio e velocizzare le attività dell’ufficio tecnico.

È vero che le aziende dovrebbero avere un piano di formazione di “Onboarding” per i neoassunti, ma allo stesso tempo occorre una maggiore consapevolezza e disponibilità da parte dei disegnatori/progettisti in cerca di lavoro, nel doversi preparare al meglio. Confrontandomi spesso con i tecnici dell’ufficio tecnico, soprattutto con i più giovani, emerge la loro la presunzione che debba essere l’azienda a formarli in tutto e per tutto, anche e soprattutto sugli strumenti CAD…non ci siamo!

Mi rivolgo a te giovane disegnatore/progettista, oggigiorno se vuoi emergere tra le migliaia di persone che come te sono in cerca di lavoro, devi possedere delle “conoscenze di caratura”, così ché possano spiccare tra le centinaia di richieste di lavoro che riceve l’azienda, collocandoti subito tra i preferiti o coloro da contattare subito per un colloquio di lavoro. In sintesi, devi essere assetato di conoscenza che, una volta acquisita, porti valore nell’azienda in cui si andrà a lavorare.

Digitalizzare sì, ma con criterio

Devo dire che la propensione da parte delle aziende nel dotarsi di strumenti di lavoro di tipo CAD come SolidWorks è sempre maggiore, così come vi è maggiore interesse nel digitalizzare e innovare i processi di progettazione e realizzazione della documentazione tecnica. Però voglio far notare che occorrerebbe un’analisi più attenta sulla scelta da parte del responsabile tecnico sullo strumento da adottare, senza farsi influenzare troppo da ciò che propone il venditore del software.

Ovvero, prima di scegliere un software occorre chiedersi: ne avrò bisogno soprattutto per progettare parti in lamiera o mi dovrò occupare prevalentemente dello sviluppo di modelli 3D provenienti da terze parti? La risposta è fondamentale, in quanto chiarisce il bisogno e solo sulla base di questo è possibile valutare e scegliere al meglio lo strumento CAD più idoneo.

Volendo fare un esempio concreto, se mi devo occupare della progettazione di parti in lamiera, sicuramente sceglierei SolidWorks; diversamente, se il mio lavoro è quello di sviluppare in piano le geometrie in formato STEP che mi arrivano dai clienti per poi mandarle in produzione, sicuramente valuterei l’utilizzo di un software più verticale e specifico che mi consenta di ottenere lo sviluppo e il relativo DXF in maniera più efficiente… Soluzione molto spesso data dal fornitore del CAM implementato nella macchina di presso-piegatura. Altro aspetto fondamentale è la formazione.

Mi capita spesso di entrare in aziende che hanno una buona dotazione tecnologica in termini di software CAD/CAM, ma di fatto vengono sfruttati meno del 50% a causa della mancanza di formazione specialistica nei confronti degli utilizzatori.

Addirittura, ancora oggi mi capita di vedere disegnatori che utilizzano Autocad per fare lo sviluppo di una lamiera complessa, in quanto ritengono sia più veloce. No, la verità è che non si hanno le competenze per sfruttare il software 3D su cui l’azienda ha investito migliaia di Euro e che di fatto potrebbe gestire lo sviluppo in maniera più rapida e priva di errori.

In generale, il mio consiglio è di investire in formazione almeno il 20% del valore di acquisto del software, o comunque di dare priorità alla formazione rispetto agli aggiornamenti del software. È inutile possedere una Ferrari se poi la si usa in prima o seconda marcia per fare il giro intorno al capannone, per paura di fare danni se la si porta in pista.

Invece, è bene fare un corso di guida sportiva con un pilota, per poi andare in pista e sfruttare al meglio quel concentrato di tecnologia e potenza, e nel caso della Ferrari provare quelle emozioni che solo lei può trasmettere.

Una storia che fa riflettere

In riferimento a quanto detto fino ad ora, voglio raccontarti una storia che fa davvero riflettere sull’importanza della formazione professionale e specialistica.

I protagonisti sono un robot chirurgico altamente tecnologico e un giovane medico-chirurgo laureato con il massimo dei voti. Il giovane medico subito dopo essersi laureato con una tesi sulla robotica al servizio della medicina, viene assunto da un importante ospedale svizzero, famoso per essere all’avanguardia in termini di tecnologie adottate. Un giorno, il giovane medico viene invitato all’incontro di inaugurazione del robot chirurgico altamente tecnologico, che è stato appena acquistato dall’ospedale e si reca nella sala riunioni.

Con sua sorpresa non trova nessuno, ed ecco che arriva un suo collega che gli dice che sono tutti in sala operatoria. Il giovane medico si incammina versa la sala operatoria e arrivato lì, vede sulla destra 2 tecnici dell’azienda che produce il robot, sulla sinistra 3 sui colleghi con il primario e al centro il letto operatorio con tanto di paziente disteso!

A quel punto si fa avanti il primario, e rivolgendosi al giovane medico dice: ecco, questo concentrato di tecnologia sarà il tuo nuovo assistente in sala operatoria e vogliamo subito metterlo alla prova con una semplice appendicite, indicando il paziente disteso sul letto operatorio.

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Ed ecco che intervengono i tecnici dall’azienda del robot, dicendo: aspettate, non è opportuno, dobbiamo ancora mostrarvi alcune cose. Ed ecco di nuovo il primario che interviene, dicendo: il nostro giovane medico-chirurgo è specializzato su questi sistemi, riferendosi alla sua tesi. È allora che il giovane medico si fa avanti, consapevole del fatto che non conosceva minimamente quella tecnologia e quindi era spaventato, ma voleva mostrare a tutti quanto fosse bravo e non voleva deludere il primario che gli aveva dato così tanta fiducia. Quindi, si appresta a fare l’operazione di appendicite…

Sapete come è andata a finire? Che l’operazione è andata bene, ma il paziente è morto. Quindi il medico ha messo le mani su questa meraviglia tecnologica, ma senza raggiungere il risultato. Qual è la morale della storia: che non sempre una soluzione che sulla carta funziona, nella pratica sortisce gli stessi effetti. In questo caso è mancato proprio l’addestramento del giovane medico nello sfruttare a pieno e con successo quel robot altamente tecnologico.

Attenzione! Se andiamo a sostituire robot e medico con SolidWorks e un giovane progettista… il finale della storia, non cambia poi molto. E qui mi fermo, lascio a te le dovute considerazioni.

Questo per dirti, che non basta dotarsi delle ultime tecnologie per ottenere dei risultati certi, ma occorrono anche competenze di caratura. Solo così si raggiungono risultati ragguardevoli e si ha di fatto un vantaggio dall’investimento fatto. Altrimenti, senza un’adeguata preparazione allo sfruttamento di queste tecnologie, i tanto decantati risultati “spaziali” che dovremmo raggiungere, restano solo un’illusione.

Quali possibilità?

Oggigiorno, con le possibilità offerte da internet e dal digitale, è più semplice ed economico acquisire le conoscenze necessarie per sfruttare al meglio le tecnologie presenti in azienda. Porto l’esempio di SolidWorks, di cui mi occupo mediante la mia azienda Formame Srl. Fino a qualche anno fa mi recavo direttamente presso il cliente e tenevo la formazione in azienda per 8 ore al giorno.

Questo comportava non solo il fermo dell’ufficio tecnico durante tutto il periodo di formazione e la difficoltà dei propri tecnici nell’assorbire nozioni per 8 ore di fila, ma anche maggiori costi da parte dell’azienda per via delle spese di trasferta. Ora, offriamo la possibilità di fare formazione da remoto con sessioni di 4 ore al giorno, oltre ad avere 50 corsi online sempre accessibili. Questo comporta numerosi vantaggi per le aziende, ovvero:

  • non blocca le attività dell’ufficio tecnico;
  • il responsabile sceglie quante ore a settimana dedicare alla formazione dei propri tecnici e in che orario farla;
  • ottiene un report esaustivo sullo stato di avanzamento studi da parte dei tecnici coinvolti;
  • è possibile rivedere le videolezioni anche a distanza di tempo, così da ripassare alcuni concetti;
  • abbatte fortemente il costo della formazione.

Insomma, l’opportunità per aziende, ma anche per coloro che sono in cerca di lavoro, di fare formazione professionale e specialistica per accrescere le proprie competenze ed essere più competitivi, di certo non mancano e sono più vantaggiose rispetto un tempo.

Quello che occorre è una determinazione ostinata a voler attuare questo cambiamento e arrivare fino in fondo.

Umberto Fioretti, formatore certificato SolidWorks
Umberto Fioretti è un industrial designer con circa 15 anni di esperienza nella progettazione e sviluppo di prodotto.

Umberto Fioretti

Formatore certificato SolidWorks dal 2010, con migliaia di ore di formazione svolta in aula e numerosi interventi tecnici in seminari e webinar.

Nel 2014 riceve il riconoscimento di ELITE Application Engineer dalla SolidWorks e ad oggi ha conseguito oltre 40 certificazioni, specializzandosi sugli strumenti di simulazione.

Fondatore della FORMAME, azienda focalizzata sulla formazione e consulenza su SolidWorks.

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