Si estendono i confini della fisica applicata a dispositivi dal design sempre più sofisticato e, ancora una volta, l’ispirazione arriva proprio dalla natura: lo spirito di adattamento ed evoluzione delle diverse specie animali e vegetali offre molteplici spunti per riprodurre soluzioni ingegneristiche in grado di risolvere vari problemi della società moderna. È quello che racconta il progetto presentato dai ricercatori dell’Università di Ajou e di altri istituti della Corea del Sud per lo sviluppo di strumenti elettronici in grado di recuperare la propria forma originale dopo essere stati accartocciati o compressi su sé stessi, per ridurne le dimensioni, senza perdere la loro funzionalità. In particolare, ispirandosi al meccanismo naturale di dispiegamento delle ali delle farfalle, hanno in primis sviluppato un materiale composito a rigidità variabile, la cui durezza e morbidezza possono essere controllate senza bisogno di sostanze aggiuntive, rendendolo estremamente promettente per lo sviluppo di un’elettronica flessibile e robusta che non presenta pieghe, anche dopo essere stata accartocciata.
Una nuova alba per i wearable
A dare concretezza al progetto la realizzazione un display touch di 7 cm per 7 cm che può essere accartocciato in una minuscola capsula e successivamente dispiegato, diventando una superficie liscia, piatta e sensibile al tatto. In sostanza, questi nuovi dispositivi elettronici fondono la resilienza dei sistemi naturali e la precisione della tecnologia moderna, offrendo un nuovo approccio alla progettazione di dispositivi elettronici personalizzabili, flessibili e durevoli. Inoltre, possono essere applicati anche a pannelli o schermi tattili e potrebbero essere particolarmente utili nella tecnologia indossabile e nella robotica, rendendoli adatti a qualsiasi campo che richieda un’interazione con il corpo umano. Infine, il design che si può sgretolare e recuperare potrebbe rivelarsi prezioso per ottenere materiali autorigeneranti per applicazioni mediche e ingegneristiche avanzate.
