Misurare la sostenibilità, verso Industry 5.0

Condividi

Il concetto di Industria 5.0 rappresenta il nuovo paradigma produttivo e si pone come completamento del processo evolutivo dell’Industria 4.0, integrando aspetti di sostenibilità e resilienza a quelli di qualità, efficienza funzionale ed economica. Nel seguente articolo presentiamo un caso studio sui rivestimenti green.

I presupposti per la transizione da Industria 4.0 a Industria 5.0

Industria 5.0 è in grado di apportare benefici all’industria, ai lavoratori e alla società”, così si legge nel comunicato della Commissione europea “Industry 5.0: Towards a sustainable, humancentric and resilient European industry”. I concetti cardine al centro di questo nuovo paradigma produttivo sono quindi l’automazione avanzata, la collaborazione uomo-macchina, la sostenibilità dei processi e dei sistemi produttivi. Infatti, il settore industriale può e dovrebbe svolgere un ruolo attivo nel fornire soluzioni alle sfide della società, tra cui la conservazione delle risorse non rinnovabili, la lotta al cambiamento climatico e la stabilità sociale, implementando strategie di governance adeguate, che tengano conto del fatto che la realtà manifatturiera non è un’entità isolata, ma interagisce con l’ambiente e con i portatori di interessi del territorio e su scala globale. In un’economia altamente interconnessa su scala planetaria, scelte di approvvigionamento effettuate localmente determinano impatti ambientali economici e sociali positivi o negativi anche a grandi distanze, oltre che effetti diretti sull’impresa. Pertanto, innovare attraverso l’impiego di tecnologie sostenibili e la scelta di approvvigionamenti energetici e di materie prime ambientalmente e socialmente più sostenibili sono i temi che si collocano ai primi punti dell’agenda delle imprese che pianificano il loro futuro, garantendo la continuità e la resilienza del loro business.

L’approccio olistico nel considerare questi temi permette di ampliare la visione sul futuro dell’impresa manifatturiera e permette di operare scelte informate, fondate sull’analisi dei rischi e la definizione di piani per mitigare gli stessi. In questo periodo di forte instabilità geopolitica e di perturbazione dell’assetto economico e dei mercati internazionali, questa pratica risulta non solo utile ma necessaria, in quanto le scelte e i piani strategici di sviluppo devono essere, in prima istanza, sostenibili per l’impresa.

L’Industria 4.0 ha già tracciato il percorso e intrapreso il cammino per l’adozione di tecnologie e processi produttivi che aumentano l’efficienza, minimizzando gli scarti e lo spreco di risorse (pensiamo al tema del lean manufacturing), attraverso tecniche, strumenti e metodiche di monitoraggio e attuazione.

L’Industria 5.0 semplicemente estende le dimensioni dello spazio prestazionale alle coordinate ambientali e sociali, per operare scelte efficaci ed efficienti a 360 gradi. L’efficientamento dell’uso delle risorse, l’ottimizzazione dei processi e l’introduzione di tecnologie pulite sono alcuni degli aspetti chiave dell’approccio a una produzione sostenibile di cui l’Industria 5.0 si fa promotrice. Alla base di questa evoluzione, in continuità con le logiche di Industria 4.0, vi è l’approccio quantitativo della misura degli impatti e dell’analisi degli scenari più efficienti e sostenibili, che sono resi possibili attraverso la virtualizzazione dei sistemi funzionali e dei processi con la genesi del digital twin, il gemello virtuale, in cui la realtà produttiva del mondo reale viene rispecchiata nello spazio digitale, con la definizione di modelli e algoritmi che si basano su soluzioni di intelligenza artificiale.

Articoli correlati

Come sta il manifatturiero?

Non sono certo incoraggianti i dati sul settore manifatturiero Italiano evidenziati dall’indice HCOB PMI (Purchasing Managers’ Index), un indicatore composito