Brasile hub naturale per vendere in tutto il Sudamerica

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brasile, hub naturale per vendere

Le importazioni di prodotti italiani crescono da tre anni, e la fetta più grande è rappresentata da macchinari e componenti meccanici. Intervista a Mil Del Grosso, direttrice dell’Ice Brasile, per capire le prospettive offerte alle aziende italiane dal quinto Paese più popoloso al mondo.

Tre anni di crescita consecutiva delle importazioni dall’Italia. Il pil previsto in aumento a una media del 2% almeno fino al 2027. Una riforma tributaria che mira a semplificare il sistema di riscossione delle imposte. Un piano di investimenti pubblici e privati per sostenere l’industria, soprattutto quella automobilistica. Sono questi in estrema sintesi gli elementi che fanno del Brasile uno degli osservati speciali del mondo: uno dei pochi grandi Paesi ad offrire, in questo momento di caos globale, una prospettiva di stabilità politica e crescita economica per il futuro più prossimo. Di tutto questo abbiamo parlato com Milena Del Grosso, da pochi mesi nominata direttrice dell’ufficio Ice di San Paolo, la megalopoli scelta dall’Istituto del commercio estero come base della propria attività in Brasile. L’abbiamo incontrata nel suo ufficio situato sulla Avenida Paulista, l’enorme arteria commerciale della città, per capire meglio opportunità e insidie di questo Paese, il quinto più popoloso al mondo, tra i più grandi produttori di commodity agricole come soia, zucchero, succo d’arancia e caffè, ma anche grande acquirente di macchinari e componenti meccanici.

Milena Del Grosso, direttrice dell’ICE Brasile

Dottoressa Del Grosso, i dati divulgati dall’ Ice arrivano al 2022 e dicono che le esportazioni italiane in Brasile negli ultimi anni sono cresciute in modo costante, incluso quelle relative al settore meccanico. Com’è andato il 2023?

Le importazioni brasiliane di prodotti italiani hanno raggiunto i 5,85 miliardi di dollari nel 2023, in aumento del 5,1% rispetto all’anno precedente. È il terzo anno consecutivo in cui si verifica un’espansione: nel 2022 è stata del 1,6%, nel 2021 del 34,4% (dopo il calo del 13% nel 2020 a seguito della pandemia). La cifra rappresenta il 2,4% dell’import complessivo brasiliano e colloca l’Italia al settimo posto nella graduatoria dei principali Paesi esteri fornitori del Brasile, dopo Cina (22,1%), Stati Uniti (15,8%), Germania (5,5%), Argentina (5%), Russia (4,2%) e India (2,9%). La principale categoria di prodotti acquistati dai brasiliani in Italia sono le macchine, apparecchi meccanici e componenti. Con una quota pari al 30,7% dell’import di prodotti italiani, la categoria ha registrato nel 2023 un’espansione dell’8,9% rispetto all’anno precedente.

VOCE DOGANALEDESCRIZIONEIMPORTAZIONI GENNAIO-DICEMBRE (USD)Quota di mercato(%)Cambio 2023/2022


202120222023202120222023Quantità%
84Machine, attrezzature meccaniche e loro parti 1.805.195.374  1.648.922.014  1.794.821.117 33,029,630,7145.899.103 8,8%
30Prodotti farmaceutici 483.045.256  575.759.215  633.852.618 8,810,310,858.093.403 10,1%
73Lavori di ghisa, ferro o acciaio 211.046.815  226.392.934  275.495.345 3,94,14,749.102.411 21,7%
85Macchine, apparecchi e materiale elettrico e loro parti 354.428.360  338.924.845  382.098.136 6,56,16,543.173.291 12,7%
27Combustibili minerali, oli minerali e prodotti della loro distillazione; sostanze bituminose; cere minerali 103.595.567  9.375.525  43.898.790 1,90,20,834.523.265 368,2%
90Strumenti/apparecchi di ottica, per fotografia e per cinematografia, di misura, di controllo o di precisione; strumenti/apparecchi medico-chirurgici; parti ed accessori 176.837.129  188.748.785  206.944.861 3,23,43,518.196.076 9,6%
86Veicoli e materiale per strade ferrate o simili e loro parti; apparecchi meccanici (compresi quelli elettromeccanici) di segnalazione per vie di comunicazione 2.770.669  2.432.811  5.755.597 0,10,00,13.322.786 136,6%
82Utensili e utensileria; oggetti di coltelleria e posateria da tavola, di metalli comuni; parti di questi oggetti di metalli comuni 18.062.669  17.427.453  19.872.925 0,30,30,32.445.472 14,0%

Alcune voci delle importazioni brasiliane provenienti dall’Italia (Fonte: ICE Brasile)

Quali sono stati i maggiori successi registrati da aziende italiane in Brasile negli ultimi anni?

Le categorie di prodotti le cui importazioni hanno registrato un maggior dinamismo nel 2023 sono state quelle delle macchine, attrezzature meccaniche e loro parti, prodotti farmaceutici e lavori di ghisa, ferro e acciaio. In termini assoluti l’import complessivo di queste tre categorie ha registrato un’espansione complessiva di 253,1 milioni di dollari. A trainare maggiormente la crescita vi sono le importazioni di macchine, attrezzature e loro parti, le quali hanno registrato un aumento di 145,9 milioni di dollari nel 2023 rispetto all’anno precedente. Le sottocategorie più rappresentative sono quelle degli alberi di trasmissione, inclusi gli alberi a camme e gli alberi a gomito: ne sono stati importati nel 2023 per un valore complessivo di 169,82 milioni di dollari, in diminuzione però dello 0,9% nei confronti del 2022. Tra le macchine, le importazioni di quelle usate per pulire, asciugare, riempire e chiudere le bottiglie sono passate da 93,41 milioni di dollari a 104,17 milioni di dollari, registrando un incremento dell’11,5%.

Secondo la Banca Centrale brasiliana, il Pil del Paese dovrebbe crescere intorno al 2% all’anno tra il 2025 ed il 2027. Guerre, inflazione, deglobalizzazione, cambiamenti climatici e intelligenza artificiale sono alcune delle sfide principali che il mondo sta affrontando. Dalla sua prospettiva, avendo lavorato in precedenza sia in Russia che in Angola, che cosa offre di particolare il Brasile di oggi ad un’azienda italiana che produce componenti meccanici come motori e riduttori?

Il Paese ha una base industriale estesa e assai diversificata, spaziando dal settore automobilistico all’agroindustria, dalla lavorazione del legno e produzione di mobili a quella aerospaziale.

Il Brasile ha ampie e variegate risorse naturali, figura tra i maggiori produttori ed esportatori mondiali di carne e di diverse colture agricole. Si colloca anche tra i maggiori produttori mondiali di energia verde, tra cui spicca quella di origine idroelettrica, con importanti investimenti anche in campo solare ed eolico. La popolazione, di oltre 200 milioni di abitanti, malgrado la diversificazione di reddito piuttosto accentuata conta su una classe media in forte ascesa. E garantisce alle aziende estere quella massa critica necessaria per far del Paese un hub naturale nel continente, attraverso il quale raggiungere altri mercati del Sudamerica, importanti ma in generale molto più piccoli. Basti pensare che il solo Stato di San Paolo ha un Pil maggiore di quello di interi Paesi come Polonia, Svezia, Belgio, Austria, Norvegia, Singapore e Danimarca.

A partire dall’inizio del 2023, dopo il mandato presidenziale di Jair Bolsonaro, alla guida del Brasile è tornato Lula, già presidente per due legislature. In che modo le politiche introdotte dal presidente Lula stanno impattando sull’economia del Paese?

La principale modifica introdotta nel Governo Lula comincerà a essere implementata nel 2026, entrando in vigore a pieno regime nel 2033. Si tratta della riforma fiscale, che stabilisce un’Iva attorno al 27%, secondo quanto stimato, con modifica al sistema di riscossione, rendendo molto più semplice il lavoro delle imprese. La riforma interviene sui prelievi al consumo, creandone due al posto dei cinque attualmente esistenti.

Quali sono i progetti economici più importanti al momento, sia quelli già in corso di realizzazione che quelli ancora in fase embrionale?

Un’altra modifica implementata da Brasilia, e che tocca più direttamente il settore industriale, riguarda un piano di azioni mirante a stimolare lo sviluppo del settore attraverso l’impiego di fondi pubblici nell’erogazione di linee di credito e il finanziamento di lavori infrastrutturali, tra l’altro incentivando, laddove possibile, la produzione locale di beni e servizi. Tutto ciò dovrebbe stimolare l’investimento nel settore industriale, con l’acquisto di tecnologia eventualmente non ancora prodotta nel Paese e quindi, a beneficio dei grandi Paesi esportatori di macchine, quali l’Italia. Comunque, a prescindere dai benefici di questo nuovo programma di incentivi, diversi settori hanno programmato un ampio programma di investimenti per i prossimi anni, creando diverse opportunità di business per le aziende fornitrici di tecnologia.

Ad esempio?

È il caso degli investimenti annunciati dalla Petrobras, maggior compagnia petrolifera brasiliana, per il periodo 2024 – 2028. Il programma prevede investimenti pari a 73,5 miliardi di dollari nell’esplorazione e produzione di petrolio, e altri 11,6 miliardi di dollari nella raffinazione e nel trasporto. Anche un noto produttore di elettrodomestici ha annunciato investimenti di 70 milioni di dollari nei prossimi 3 anni nell’impianti di Joinville, nello Stato di Santa Catarina, e di altri 40 milioni di dollari negli impianti di Rio Claro, nello Stato di San Paolo. Il primo è specializzato nella produzione di refrigeratori e il secondo della produzione di piani cottura. Gli investimenti serviranno per ampliare e ammodernare le fabbriche. Ci sono poi i progetti annunciati dalla Volkswagen, pari a 1,8 miliardi di dollari, nel comparto veicoli elettrici e ibridi. La cifra verrà investita tra il 2026 e il 2028 e si aggiunge a ulteriori 1,4 miliardi di dollari già previsti per il periodo 2022-2026. Entro il 2028 l’azienda lancerà 16 nuove auto, tra cui modelli elettrici e ibridi. Anche la General Motors ha annunciato ingenti investimenti: 1,4 miliardi di dollari indirizzati all’aggiornamento tecnologico degli impianti, all’ammodernamento della linea auto e allo sviluppo di nuove tecnologie. Altra società automobilistica che ha recentemente annunciato importanti investimenti è la Renault, che in Brasile ha sede a São José dos Pinhais: 400 milioni di dollari nello sviluppo e produzione di un nuovo C-SUV utilitario. La società francese ha recentemente informato che il mercato brasiliano è il secondo maggiore per il gruppo dopo quello nazionale.

Quante sono attualmente le aziende italiane presenti nel Paese e quanto investono?

Secondo l’ultimo censimento realizzato dalla Banca Centrale del Brasile, il numero di aziende italiane con investimenti diretti era pari a 1.028 nel 2020. Nonostante la cifra rappresenti una diminuzione di 234 unità rispetto al censimento precedente, realizzato nel 2015, dopo gli Stati Uniti l’Italia è il Paese con il maggior numero di aziende stabilite in territorio brasiliano. Sempre secondo lo stesso censimento, il numero di aziende tedesche risulta uguale a quello italiano. Seguono nella graduatoria Spagna, Regno Unito e Francia. In valore, gli investimenti diretti italiani ammontavano nel 2020 a 17,7 miliardi di dollari: significa il 2% degli investimenti diretti stranieri in Brasile. La percentuale si è mantenuta pressoché costante nel corso degli anni, avendo raggiunto picchi del 3,2% nel 2011 e del 2,7% nel 2010. I principali settori degli investimenti diretti italiani in Brasile sono: telecomunicazioni (39,0%), elettricità e gas (36,1%), industria (11,1%) e attività finanziaria (7,5%). Tra i principali gruppi presenti ci sono Fiat, Tim ed Enel, ai quali si sommano altri importanti nomi dello scenario internazionale.

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