Piegatura | “Controllare” il controllo numerico

Emiliano Corrieri

Condividi

Non è raro che un piegatore sia anche “autodidatta”. Questa consuetudine, tanto diffusa quanto limitante, spesso riduce l’utilizzo di certi strumenti, come il controllo numerico: osservandone le schermate, è fin troppo facile imbattersi in tasti e icone che riportano istruzioni del tutto ignote ai più.

Una sera, dopo aver svolto una bellissima e impegnativa sessione formativa presso un’azienda di lavorazione lamiera, parlavo con il nostro bravissimo collaboratore al telefono per chiedere se andava tutto bene a lui che era impegnato professionalmente in una academy a trecento chilometri di distanza per una nota agenzia per il lavoro.

Si parlava del più e del meno quando, come già accaduto, siamo finiti su un discorso che emerge spesso durante i nostri resoconti serali: gli operatori, utilizzando il proprio controllo numerico, sfruttano solamente una piccola parte delle sue potenzialità.

Ora, facendo i dovuti distinguo rappresentati da operatori davvero appassionati disposti a leggersi il manuale di istruzioni per filo e per segno e a riempire di domande all’inverosimile gli installatori delle presse piegatrici, generalmente si assiste a una competenza davvero scarsa dei mezzi che la tecnologia mette a disposizione.

Ben intesi, non si tratta di mere abitudini: i controlli numerici tendono quasi sempre a offrire modalità di programmazione differenti e che possono accontentare tutti i gusti, a partire da come si intende inserire le quote delle pieghe, interne, assolute o esterne.

La fretta è cattiva consigliera…

Purtroppo uno dei problemi più classici è quello della mancanza di tempo da parte degli installatori delle presse piegatrici.

Si arriva, si rende la macchina operativa e intanto passano le ore.

Se va tutto bene rimane una finestra davvero risicata per dare le sufficienti istruzioni agli operatori per iniziare a muovere i primi passi.

Ma… se da un lato trovarsi davanti persone esperte facilita non poco l’efficacia della formazione, immaginiamoci quando gli operatori partono completamente da zero!

Quando non sanno nemmeno cosa è una matrice o non conoscono gli assi della macchina e i principi di base è un inferno per tutti, formatori e discenti.

controllo
Figura 1 – In alto a sinistra, la casella “misure”, che rappresenta il riferimento delle quote di piega e, di conseguenza, degli assi X della macchina

Eppure, molte aziende sono convinte che quello di insegnare a piegare sia un compito del costruttore della macchina, ma è come confondere una scuola guida con un concessionario!

E anche la scarsa motivazione fa la sua parte…

Aggiungiamo anche che, scrivo questo in maniera severa ma giusta, trovare un operatore veramente interessato pare sia sempre più difficile.

Sono decine i figuri che si ritrovano davanti a una macchina complessa come una pressa piegatrice esattamente come piove dal cielo un meteorite: a caso.

Nessuna motivazione, nessuna curiosità, nessun impegno: l’importante è che suoni la campana la sera e che possibilmente avvenga presto.

È un grande dispiacere incontrare a volte lavoratori che non prendono uno straccio di appunto durante la formazione, che a distanza di pochi giorni non ricordano nulla di quanto spiegato e che, comunque vada, compiranno sempre le tre o quattro azioni che hanno capito pur consapevoli che stanno ottenendo gli stessi risultati che otterrebbero in metà del tempo.

I tasti che nessuno tocca

Sfogliando le schermate dei controlli numerici, anche quelli più semplici, è fin troppo facile imbattersi in tasti e icone che riportano istruzioni del tutto ignote ai più.

Voci e scritte che pare che abbiano talmente poco significato che molti operatori finiscono per averle davanti agli occhi per decenni senza che se ne accorgano.

Di seguito una rapida carrellata di alcune funzioni del controllo numerico ESA, uno dei più diffusi in Italia e non solo!

Tutti aspetti che gran parte degli operatori non hanno mai visto, anche a causa del fatto di essere spesso autodidatti o aver imparato da un autodidatta.

La casella “misure”

In figura 1, in alto a sinistra, la casella “misure”. Rappresenta molto semplicemente il riferimento delle quote di piega e, di conseguenza, degli assi X della macchina.

Ci sono tre possibilità di inserimento.

  • Misure 0, equivale alle misure esterne. Il CN applicherà una correzione in base al ritiro stimato e calcolato.
  • Misure 1, equivale alla “fibra neutra”, ossia alle misure assolute. Il CN non calcolerà alcuna correzione.
  • Misure 2, equivale alle misure interne. Il CN applicherà una correzione in base al ritiro stimato e calcolato.

Già moltissimi operatori confondono la modalità 1 con la 2, ma sono due cose molto diverse!

Vediamo in figura 2 cosa si intende con un semplice esempio.

Nella L in alluminio con spessore 5mm, la lunghezza della piega può essere ottenuta correttamente in tre modi differenti.

  • Con misure “0” nella casella X scriverò 50mm e il controllo applicherà una correzione automatica di -4.8 mm.
  • Con misure “1” nella casella X scriverò direttamente 45.2 mm e il controllo non applicherà alcuna correzione. In pratica sto fornendo alla macchina la quota assoluta.
  • Con misure “2” nella casella X scriverò 45 e il controllo applicherà una correzione di +0.2 mm.

Una volta che si dà “start” in modalità automatica o semi-automatica, in tutti i casi la X raggiungerà la quota di 45.2 mm!

Sarà solo questione di riferimenti.

Il programma in pausa

Un’altra istruzione molto interessante e che spesso non è conosciuta è quella all’interno della casella TCP (tempo cambio passo) in alto a destra del controllo (figura 1).

Essa serve per fornire un tempo di sosta tra una piega e l’altra.

È una funzione molto utile nel caso di pieghe successive con lunghezze molto differenti: terminata la piega lunga i riscontri avanzeranno a velocità elevata rischiando di collidere con il pezzo rischiando di rovinarlo o, peggio, di provocare situazioni di pericolo per l’operatore.

Inserendo nella casella TCP il valore 99 è possibile mettere in pausa il programma e farlo proseguire con una semplice pressione del pedale.

Funzione auto-apprendimento

Quando gli assi Z sono motorizzati è una gran comodità!

Tuttavia individuare la loro corretta posizione è una cosa abbastanza complessa, specie se si lavora a stazioni ed è richiesta precisione.

controllo
Figura 2 – Moltissimi operatori confondono la modalità 1 con la 2, ma sono due cose molto diverse. Qui un semplice esempio per spiegare cosa si intende

Non tutti sanno che gli assi Z (la traslazione a destra e a sinistra dei riscontri posteriori) possono essere mossi fino al punto desiderato o in modalità manuale oppure (su molte macchine) trascinandoli manualmente con la pompa in off.

A quel punto, dalla schermata che indica la modalità “semiautomatica” è possibile selezionare la casella “auto-apprendimento Z” per far sì che il controllo acquisisca le quote attuali delle Z e le trasferisca nel programma.

Davvero un grandissimo vantaggio che in pochi utilizzano.

Ma sono ancora decine le funzioni più o meno “nascoste” sconosciute ai più…

Sono istruzioni che danno una grande mano all’operatore.

Come sempre la formazione è ciò che permette di abbattere gli inutili sprechi di tempo a tutto vantaggio della produttività.

Articoli correlati

sviluppo

Tre modi per dire “sviluppo”

Standardizzare il più possibile in piegatura è una sfida che non può essere vinta senza conoscere il processo alla base