Microfusione sottovuoto: garanzia di qualità per le leghe metalliche

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Microfusione sottovuoto: garanzia di qualità per le leghe metalliche

Storicamente attiva nel settore delle microfusioni a cera persa per la componentistica nautica grazie a una sua rete di manufacturing partner asiatici d’eccellenza, la ligure EDR Fittings mette il suo expertise anche al servizio di altri settori industriali accomunati dall’esigenza di lavorazioni di elevata qualità.

In particolare, propone alla clientela, in aggiunta al più conosciuto processo di microfusione, il nuovo processo di microfusione sottovuoto. Questa tecnologia, benché per molti versi simile a quelli della microfusione per gravità, presenta caratteristiche distintive importanti che la rendono particolarmente adatta agli ambienti e applicazioni per i quali la massima precisione e l’assenza di contaminazioni sono requisiti fondamentali.

Microfusioni in ambiente controllato

A Meccanica News ne hanno parlato il senior manager di EDR Fittings Ugo Borelli ed Edoardo della Rocca.

«Diversamente da quel che accade con i processi di microfusione per gravità», hanno spiegato, «nella microfusione sottovuoto il crogiolo si trova in un ambiente controllato e dunque privo di ossigeno, cosicché durante la fusione la lega metallica non risulti esposta a contaminazioni.

Inoltre, la dimensione e la capacità del crogiolo utilizzato per la microfusione sottovuoto sono inferiori rispetto a quelli di una microfusione per gravità. Il peso dei materiali può arrivare al massimo a 40-50 chilogrammi, contro i 100-150 chili dell’altro processo.

Un impianto dedicato

Non soltanto in questo risiede la particolarità del processo. Poiché anche lo stampo è mantenuto sottovuoto e privo di ossigeno ed altri gas, la colata pertanto deve essere gestita in maniera diversa e con estrema attenzione.

«La colata», hanno detto Della Rocca e Borelli, «richiede la connessione fra lo stampo e il forno; e la completa assenza di ossigeno o di altri gas per tutta la durata dell’operazione.

Questo contribuisce a garantire un alto livello qualitativo del prodotto finito e l’assoluta assenza di porosità. Gli spessori raggiungibili toccano gli 0,25 millimetri: per questo sono particolarmente indicati per la produzione di piccole turbine. Industrie quali l’aeronautica e il medicale possono tutte trarne beneficio e lo stesso vale per altri comparti, a cominciare dall’automotive.

Per la precisione, nel mondo dell’automobile la microfusione sottovuoto può essere utilizzata con successo per la realizzazione di turbine a elevate prestazioni, ma la tecnologia si applica efficacemente, come anticipato, alla produzione di strumenti chirurgici o di impianti ortopedici.

Una nicchia di successo

«È una tecnica di nicchia», «ma determinante quando si voglia dare la garanzia della completa eccellenza del manufatto finito.

La microfusione sottovuoto trova inoltre spazio nell’ambito dei componenti relativi alle macchine utensili. In queste circostanze offre superiori certezze dal punto di vista dell’integrità dei componenti, evitando quelle porosità dalle quali originano, spesso, difetti critici.

Il punto di partenza è rappresentato sempre dagli stampi in alluminio dai quali vengono poi realizzati grappoli di cere dalla conformazione particolare, che permettono la messa sottovuoto dello stampo e la connessione al crogiolo in modo ermetico.

Più complessa e lenta in sede di preparazione, la microfusione sottovuoto è consigliabile, secondo EDR Fittings, ai costruttori di componenti industriali di qualità, in meccanica come altrove. «È estremamente competitiva», hanno concluso Della Rocca e Borelli, «sotto l’aspetto delle prestazioni meccaniche e l’assenza di porosità è il naturale presupposto di una finitura ottimizzata.

Migliora, inoltre il controllo della microstruttura dei materiali per ottenere una fusione al 100% conforme agli standard più stringenti».

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