L’innovazione tecnologica nel settore lamiera sta consentendo di spingere le lavorazioni verso processi sempre più efficienti, fino a ripensarne la fase progettuale e ingegneristica. Ma non basta la macchina: servono, come sempre, le competenze.
Ricordo i tempi dell’istituto tecnico in cui nel libro di disegno c’era la descrizione di quali sono gli aspetti fondamentali del progettista.
Sono andato a ricercarlo e posso elencarli in questo modo:
1. Un componente meccanico non è mai da considerarsi a sé stante, ma facente parte di un meccanismo nel quale assolvere una determinata funzione. Quindi deve individuare con grande attenzione le quote funzionali, fondamentali per il suo corretto funzionamento.
2. Deve conoscere il procedimento tecnologico per la sua produzione, dal pezzo grezzo alla realizzazione finale. Quindi deve definire le quote tecnologiche.
3. Deve individuare le quote di collaudo che aiutano le operazioni di verifica tra le misure reali e le dimensioni riportate sul disegno.
Ma soffermiamoci in particolare sul secondo punto: siamo proprio certi che il progettista conosca a fondo il modo in cui viene realizzato il particolare richiesto?
Se nel mondo dell’asportazione parrebbe esserci una competenza più diffusa, nel mondo lamiera è possibile riscontrare alcune lacune ricorrenti che portano i progettisti a richiedere produzioni più complesse del dovuto e, quindi, semplificabili con enormi vantaggi sulla qualità e sull’abbattimento dei costi.
Esistono anche tecnologie in continua evoluzione che permettono di realizzare manufatti che, a parità di funzione, costano meno e sono più prestazionali.
Un esempio dalla piegatura
Parlando, ad esempio di piegatura della lamiera, ci si rende conto che, se si utilizza una pannellatrice o una piegatrice a bandiera, è possibile ridurre il numero di componenti di un manufatto e la loro unione, grazie a un uso massiccio ed economico della tecnologia di “piega-schiaccia”.
Esistono degli interessanti casi studio in cui profili separati e che dovevano essere successivamente saldati a tenuta stagna possono essere ora realizzati da un unico componente grazie alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia della piegatura tangenziale.
Ma anche nella più tradizionale piegatura a tre punti, quella svolta con le diffusissime presse piegatrici, è possibile esprimersi al meglio se si effettuano degli studi mirati.
Se poi viene coinvolto un buon “utensiliere” saprà trovare una soluzione attraverso lo studio e la realizzazione di utensili speciali che, a fronte di un costo di investimento ovviamente maggiore degli standard, garantiscono vantaggi enormi in molti casi.
Piega schiaccia e “doppio spessore”, un binomio sempre più presente
In Figura 1, a titolo di esempio, c’è un profilo effettuato prima in due parti, poi in un singolo componente.
Il profilo in questione può essere realizzato tranquillamente con utensili standard, chiaramente se si dispone delle competenze necessarie e se, effettivamente, assolve il suo compito con le medesime prestazioni.
Una volta settata la macchina a dovere il risparmio dei tempi può rivelarsi davvero interessante. Anche perché non dimentichiamoci che il risparmio nell’utilizzare un componente singolo rispetto a più di uno non si limita nella mera esecuzione del manufatto. Significa, di rimando, dover gestire a monte un numero minore di semilavorati con tutti i piccoli grandi sprechi che si annidano costantemente all’interno di tutta la filiera.
Ma gli esempi sono infiniti: talvolta gli spessori fini, pur collidendo con gli utensili, possono permettere di realizzare dei veri e propri “miracoli” sfruttando il fenomeno del ritorno elastico!
E stiamo solo parlando di piegatura…
Non solo piegatura
Anche la corretta scelta dei sistemi di fissaggio tra parti è determinante, così come la tecnica di saldatura: insomma, un mondo praticamente infinito di opportunità per un miglioramento continuo del processo produttivo.
In conclusione: è fondamentale riuscire a svolgere uno studio che coinvolga più attori con differenti competenze non solo sui nuovi progetti, ma anche sullo “storico” dell’azienda riponendo in un angolo le opinioni personali e le abitudini e lasciandoci guidare dai dati oggettivi sapendo che anche dietro un fallimento si nasconde sempre un insegnamento!
Emiliano Corrieri (direttore tecnico della rivista Lamiera e fondatore dell’Accademia della Piegatura)