Il fenomeno delle vibrazioni

Francesco Barna

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vibrazioni

Uno dei fenomeni fisici, più discussi e trattati dell’ultimo secolo, al centro dell’asportazione di truciolo sono le vibrazioni, oggetto di studio sin dai tempi antichi

Le vibrazioni sono di importanza strategica da decenni sia in ambito industriale che in ambito accademico. Hanno il potere di distruggere ponti, creare musica e tanto altro ancora.

I greci come vedremo definivano le oscillazioni con la parola Ταλάντωση, talantosis ovvero oscillazione, dipingendo a parole una descrizione incredibilmente fisica del fenomeno nonostante si trattasse del 500 a.C.

Storia delle vibrazioni

I greci erano già a conoscenza del fenomeno delle vibrazioni tanto è vero che Platone nel suo scritto Timeo, scriveva che “forze non uguali tra loro ovvero non in equilibrio non producono quindi quest’ultimo ma portano a vibrazioni”.

Pitagora usò uno strumento chiamato il monocordo per portare avanti i suoi studi di acustica e al contempo delle vibrazioni.

Il filosofo Aristofane postulò che la musica andasse “bilanciata” mediante un oscillatore implicando che i greci fossero a conoscenza non solo del legame per stimare il periodo di vibrazione di una determinata sequenza musicale ma anche di come rappresentare quella frequenza giocando sulla lunghezza del pendolo stesso.

Nei primi anni dopo Cristo lo scienziato e statista cinese Zhang Heng progettò e realizzò un primordiale sismoscopio capace di captare le vibrazioni delle placche tettoniche che provocavano terremoti devastanti nella Cina imperiale sin dal 1000 a.C.

Il fisico e matematico italiano Galileo Galilei proseguì gli studi sulla meccanica delle vibrazioni in ambito musicale (era figlio di un liutaio), arrivando a concludere in maniera rigorosa che ci fosse una relazione tra la vibrazione di una corda e la frequenza del suono emessa.

Newton, Lagrange e Bernoulli contribuirono tutti, in maniera importante, alla meccanica delle vibrazioni.

Bernoulli in particolare parlò del principio di sovrapposizione degli effetti che essenzialmente implica che la risposta di più input è uguale alla somma delle risposte dei singoli input se essi fossero applicati individualmente al medesimo sistema.

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