Dal design, alla produzione, al montaggio: ogni macchina nasce per rispondere a precise sfide. Le sfide della produzione moderna.
Come definire il mercato del terzo millennio? Dinamico, esigente, talvolta un po’ pazzo… certamente sfidante, sia per l’uomo che per la tecnologia. Il mondo della macchina utensile è chiamato a dare risposte concrete, che soddisfino le esigenze nel rispetto della salvaguardia del pianeta. Cosa succede se la macchina utensile è di taglia grande? Le sfide della produzione moderna restano, ma se ne aggiunge una ulteriore, dovuta al fatto che è una macchina difficile “da vestire”, oltre piuttosto costosa. Di sfide e tecnologia Macchine Utensili ne ha parlato con Rosario Palmeri, amministratore delegato di Zayer Italia Srl, filiale italiana di Zayer, prestigioso marchio spagnolo specializzato nella costruzione di soluzioni di grossa taglia.

Una potenzialità, non un numero
Un tratto caratteristico di Zayer è quello di essersi sempre distinta per l’offerta di prodotti altamente tecnologici e dall’elevato valore aggiunto, con una forte spinta al miglioramento continuo. Tecnologia e competitività economica potrebbe essere che non vadano d’accordo.
“Se stiamo parlando del ‘prezzo‘, talvolta si perdono le trattative e talvolta si vincono. Quello che conta più di tutti è il risultato tecnologico, che è ciò che contraddistingue la tua azienda, per cercare di essere tecnologicamente avanzato e dare il meglio. Le macchine Zayer non sono mai state le meno care, però tutto è relativo: è relativo quello che si mette sul piatto della bilancia e non è facile riuscire a dimostrare tutte le volte che, aldilà del costo del costo, quello che importante è capire che cosa ci si sta portando a casa. Quello che spendi è un numero, quello che porti a casa è una potenzialità“.
La potenzialità è certamente importante, ma anche quel famoso numero, quello che si trova in fondo ad una offerta…
“Quando prepari un’offerta, studi l’esigenza del cliente, di cali nelle sue necessità, e fai una proposta personalizzata che garantisca dei benefici nell’immediato e nel tempo. È vero, ed è umano: spesso la prima cosa che si guarda è costo finale. Però è altrettanto vero che abbiamo venduto macchine anche a coloro che hanno guardato il prezzo per prima cosa, hanno valutato tutta l’offerta e hanno capito che forse dietro al numero c’è tecnologia, qualità e, perché no, anche simpatia. L’empatia non va sottovalutata perché è quella che ti permette di entrare nella logica del cliente e di far comprendere meglio la tecnologia e le potenzialità che stai proponendo“.
La tecnologia sostenibile
Alte prestazioni tecnologiche, efficienza e precisione fanno funzionare le macchine Zayer con elevati standard di dinamismo, controllo e produttività: la ricerca e lo sviluppo tecnologico sono attività chiave. Oltre caratteristiche strutturali, dal basamento in ghisa perlitica, per arrivare alla scelta delle guide prismatiche, oggi si parla anche di ecoprogetto.
“Il rispetto dell’ecosistema, dell’ambiente in generale, non è più opzionale ma deve entrare in ogni aspetto della vita, sia come individui che come aziende. Zayer si è fatta partecipe di diversi progetti per ottenere contemporaneamente una tecnologia sostenibile e sviluppare ambienti produttivi che causino il minimo impatto ambientale. L’obiettivo è quello di costruire macchine ancora più produttive, più precise ed ecologiche e questo è il nostro ecoprogetto che si ricollega al concetto di ecodesign“.
Integrare i concetti di sostenibilità ambientale in ogni fase del ciclo di vita di una macchina utensile, dalla progettazione alla dismissione, è una bella sfida.
“Certamente è una sfida della produzione moderna, ma Zayer vuole essere un punto di riferimento per le macchine utensili in termini di economia circolare. Il punto di partenza è l’impegno per lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente, quell’ambiente che lasceremo ai nostri figli e, dopo di loro, ai nostri nipoti: è un preciso impegno sociale. I nostri progettisti hanno integrato misure di ecodesign nelle nostre macchine in modo da garantire un impatto ambientale ridotto e un aumento dell’efficienza energetica. Un esempio che va controcorrente rispetto al consumismo è che le nostre macchine sono costruite per durare. E durare mantenendo inalterate nel tempo le loro caratteristiche, garantendo processi affidabili e sicuri. Proprio la lunga vita utile nelle nostre macchine è una garanzia verso la sostenibilità, evitando di generare rifiuti tecnologici e il loro deleterio impatto ambientale.
Grazie all’ecodesign siamo riusciti anche a ridurre il consumo energetico e la manutenzione di ogni macchina lungo tutta la sua vita operativa, con una interessante ricaduta, oltre che per l’ambiente, anche per i costi e la produttività, con una migliorata efficienza tanto delle macchine che dei processi. Per esempio, oltre alla ‘fisicità’ della macchina utensile, sono stati introdotti algoritmi predittivi per anticipare possibili guasti o necessità di manutenzione. Questo consente agli utenti di pianificare interventi di manutenzione preventiva, riducendo i tempi di fermo e minimizzando l’impatto ambientale. Per approfondire quale è stato e quale è il nostro impegno e i benefici portati dall’ecodesign, basta analizzare la ‘decostruzione‘ di una nostra macchina utensile, estraendo gli elementi su cui è stato fatto un intervento che riduce l’impatto ambientale. In breve: Zayer studia, analizza e innova sviluppando soluzioni positive per l’utilizzo della macchina, la sua manutenzione e il fine vita“.
Il concetto di ecodesign è apprezzato dai clienti?
“Devo dire che è stato molto apprezzato e accettato, con le percepite del caso, perché comunque, come tutte le cose nuove, necessitano di una spiegazione, di una dimostrazione, anche pratica. Comunque sia, questa è una strada da cui non si torna indietro, è la via tracciata per il futuro. E a proposito di futuro, recentemente abbiamo guardato alla macchina a tutto tondo, inclusa la sua installazione, ed è nata una soluzione molto interessante“.
Quasi un plug & play
Pensare ad una macchina nella sua interezza, con tutto ciò che è indispensabile alla sua installazione, dalla location nel capannone fino al fare truciolo, è una vision innovativa…
“Effettivamente è qualcosa di nuovo, che sta riscuotendo successo, nonostante sia un modo diverso di concepire spazi e installazione di una nuova macchina“.
Concretamente, di cosa si tratta?
“Si tratta della Zero, una nuova soluzione per un nuovo concetto di produzione moderna. Un centro di lavoro a banco fisso, ad alta dinamica e precisione. Nel nome, Zero, si possono vedere tutti i concetti cari al mondo Zayer: tolleranza zero, ovvero precisione assoluta, zero problemi di installazione… Il progetto è nato pensando ad una macchina a banco fisso, che fosse molto compatta, molto precisa, molto performante, in grado di dare più che piena soddisfazione alle moderne esigenze di produzione. Quindi macchine anche molto veloci.
E questi sono i “compiti” che la macchina deve assolvere, compiti che sono assolti anche da altre macchine Zayer, ma che hanno una filosofia differente. Il nostro team di Ricerca & Sviluppo ha pensato anche alla facilità di montaggio, che vuol dire montare e “vestire” la macchina in tempi brevi. Per fare questo, la macchina arriva con una parte già montata, il banco fisso, con la colonna staccata, ma facilmente applicabile al banco. Lo stesso vale per la carenatura.
Questo nuovo approccio abbraccia e si integra nel concetto di ecodesign: risparmio di tempo, risparmio energetico, risparmio di forze, solo per citare le principali voci. In pratica si ha velocemente una macchina pronta all’uso. In generale, sulla base della nostra esperienza, macchine come la Zero, ovvero con una taglia di tutto rispetto, da quando arrivano dal cliente al momento in cui iniziano a produrre, richiedono circa 40 giorni lavorativi: la Zero ne richiede circa 10. È molto meno invasiva sotto tutti gli aspetti.
Ma non è tutto: il nostro team di progettisti ha sviluppato un sistema di ancoraggio al suolo, diverso da quello classico, molto invasivo dato che prevede uno scavo, pozzetti, tiranti, cemento… tutte le nostre macchine necessitano di un basamento importante, dato il loro peso e i momenti statici e dinamici elevati. La gestione delle fondazioni è quindi più economica e più snella. Ma, come ho detto in precedenza, ogni nuovo concetto va spiegato e fatto comprendere, in modo da generare fiducia nella macchina e nelle sue potenzialità“.
Da un punto di vista tecnologico, quali sono le caratteristiche di questa macchina?
“La Zero viene definita come una macchina con design olistico. Di fatto è una macchina studiata nei minimi dettagli, avendo come obiettivo la stabilità termica dell’insieme, per raggiungere i più alti standard di precisione e qualità nella produzione moderna. Per questo è ideale per tutte quelle lavorazioni che richiedono finiture superficiali impegnative, come, ad esempio, quelle tipiche del settore aeronautico e della lavorazione di stampi o matrici, dove precisione e accuratezza sono di casa.
La Zero ha dimensioni importanti, 4000x1600x1200, velocità di 40 m/min in rapido e accelerazioni di 4 m/sec², che permettono di limitare al minimo i tempi non produttivi, massimizzando l’asportazione. Grazie al nostro team di progettisti, è stato messo a punto un sistema di raffreddamento attivo, che permette di controllare e compensare le fonti di calore di tutti i meccanismi, mantenendo così una stabilità termica ottimale della macchina e, di conseguenza, una maggiore precisione e affidabilità. Interessante è anche il controllo dei gradi di libertà: un pacchetto di precisione standard controlla 21 gradi di libertà, a garanzia della massima precisione, e questo per tutta la durata della macchina.
Naturalmente tutte le Zero possono montare le nostre teste: è di serie la testa automatica a 45°, con posizionamento di 0,001° ma ci sono anche, opzionali, anche quella a 45° con rotazione continua e la testa a 30° automatica, con 360 mila posizioni ogni 0,001° di rotazione continua“.