Foundation Alloy, fondata da un team del MIT, usa la tecnologia della metallurgia allo stato solido per creare una nuova classe di metalli ad alte prestazioni.
Foundation Alloy, azienda fondata da un team del Massachusetts Institute of Technology, è in grado di produrre una nuova classe di leghe metalliche ad altissime prestazioni utilizzando la metallurgia allo stato solido, un innovativo processo produttivo che non richiede la fusione delle materie prime, semplificando lo sviluppo e la produzione di leghe di nuova generazione, particolarmente importante per i settori aerospaziale, della difesa, dell’energia e degli utensili industriali: “Si tratta di un approccio completamente nuovo alla produzione di metalli. Ci fornisce un ampio insieme di regole dal punto di vista dell’ingegneria dei materiali che ci permette di progettare numerose composizioni diverse con proprietà precedentemente irraggiungibili. Utilizziamo queste informazioni per realizzare prodotti più performanti per applicazioni industriali avanzate” spiega Jake Gugli, cofondatore e CEO di Foundation Alloy.
Foundation Alloy afferma che le sue leghe metalliche possono essere realizzate due volte più resistenti dei metalli tradizionali, con uno sviluppo del prodotto 10 volte più rapido, consentendo alle aziende di testare, iterare e implementare nuovi metalli nei prodotti in mesi anziché anni. L’azienda sta già progettando metalli e spedendo componenti dimostrativi ad aziende che producono componenti per aerei, biciclette e automobili. Sta anche realizzando componenti di prova per partner in settori con cicli di sviluppo più lunghi, come la difesa e l’aerospaziale.
Sistemi performanti e affidabili
Guardando al futuro, l’azienda dei ricercatori del MIT Foundation Alloy ritiene che il suo approccio consenta alle aziende di costruire sistemi più performanti e affidabili, dai razzi alle automobili, dai reattori a fusione nucleare ai chip per l’intelligenza artificiale. Oggi l’azienda parte dai requisiti dei materiali dei suoi clienti e stabilisce una miscela precisa delle materie prime in polvere con cui ogni metallo inizia. Da lì, utilizza un miscelatore industriale specializzato – Guglin lo chiama un frullatore KitchenAid industriale – per creare una polvere metallica omogenea fino al livello atomico. “Nel nostro processo, dalla materia prima fino al pezzo finito, non fondiamo mai il metallo” afferma il ricercatore del MIT Guglin.
Da lì, il materiale può essere solidificato utilizzando metodi tradizionali come lo stampaggio a iniezione di metallo, la pressatura o la stampa 3D. Il passaggio finale è la sinterizzazione in forno. “Lavoriamo molto anche sul modo in cui il metallo reagisce nel forno di sinterizzazione. I nostri materiali sono specificamente progettati per sinterizzare a temperature relativamente basse, in tempi relativamente rapidi e fino al raggiungimento della massima densità” continua Guglin. Il processo di sinterizzazione avanzato utilizza un ordine di grandezza inferiore di calore, consentendo di risparmiare sui costi ed evitando processi secondari per il controllo qualità che offre a Foundation Alloy un maggiore controllo sulla microstruttura dei componenti finali. “Non avendo bisogno di queste fasi di lavorazione secondarie, risparmiamo giorni, se non settimane, oltre ai costi e al risparmio energetico” sottolinea lo scienziato del Massachusetts Institute of Technology.
Una base per l’industria del futuro
Attualmente Foundation Alloy sta sperimentando i suoi metalli in tutta la base industriale e ha anche ricevuto sovvenzioni per sviluppare componenti per componenti critici dei reattori a fusione nucleare. “Il nome Foundation Alloy deriva in molti modi dalla volontà di essere la base per la prossima generazione dell’industria” afferma Guglin. A differenza della produzione tradizionale di metalli, dove le nuove leghe richiedono ingenti investimenti per essere scalate, il processo aziendale per lo sviluppo di nuove leghe è pressoché identico ai suoi processi di produzione, consentendole di scalare la produzione di nuovi materiali molto più rapidamente. “Al centro del nostro approccio c’è l’analisi dei problemi. Non siamo vincolati all’idea che questo tipo di acciaio debba risolvere questo tipo di problema. Cerchiamo di capire perché quell’acciaio non funziona e poi utilizziamo la nostra tecnologia per risolvere il problema in un modo che produca non un miglioramento del 10%, ma un miglioramento di due o cinque volte in termini di prestazioni” conclude Guglin.
Foto: Foundation Alloy