Innovazione e forte presenza produttiva

Gianandrea Mazzola

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Innovazione e forte presenza produttiva

Visione, tendenze emergenti ed evoluzione del mercato secondo Bertram Hoffmann, CEO di WITTENSTEIN.

In occasione di SPS Italia, la redazione di Organi di Trasmissione ha avuto il privilegio di incontrare il Dr. Bertram Hoffmann, CEO di WITTENSTEIN. Con lui abbiamo approfondito le linee strategiche che guidano lo sviluppo dell’azienda in un contesto industriale in rapida trasformazione.

Quali sono le tendenze emergenti nel settore dei riduttori e del motion control?

«La risposta è semplice: innovazione. È da sempre il motore del nostro successo. Se ci chiediamo quale sia la nostra risposta alla crescente automazione e alla richiesta di soluzioni sostenibili, la risposta è chiara: innovazione, innovazione, innovazione. Naturalmente, l’innovazione da sola non basta, soprattutto quando parliamo di aspetti legati ai costi. Alcuni clienti, ad esempio, non hanno bisogno di riduttori altamente sofisticati. In questi casi è fondamentale agire su più livelli: contenimento dei costi, ma anche comprensione profonda delle esigenze dei nostri clienti. Noi la chiamiamo intelligenza relazionale. Se siamo in grado di capire i loro bisogni meglio dei concorrenti, compresi quelli cinesi, e siamo più rapidi nel fornire prototipi e soluzioni, allora possiamo giustificare anche un prezzo leggermente superiore. Non si tratta di proporre un prodotto high-end a tutti i costi, ma di offrire qualcosa che abbia un valore riconoscibile. È questa la sfida: ridurre i costi senza diventare ‘low cost’, grazie a una relazione più strategica con il cliente».

Relazioni strategiche che sono già solide nei settori più tradizionali come il packaging o le macchine utensili e che vogliamo sviluppare anche in altri settori con un immenso potenziale, come quello medicale, dei semiconduttori dove sono richiesti precisione, alte velocità e alti livelli tecnologici.

Il dr. Bertram Hoffmann, CEO di WITTENSTEIN

Come state affrontando il rischio legato a possibili dazi imposti dagli Stati Uniti?

«Come CEO ho il dovere di bilanciare rischi e opportunità. La nostra prima reazione è stata strategica. Già prima della presidenza di Trump, avevamo deciso di rafforzare la nostra presenza produttiva negli Stati Uniti, ampliando lo stabilimento di Bartlett, vicino Chicago. Crediamo fermamente nel principio local for local: spedire riduttori in tutto il mondo è inefficiente e in contrasto con la sostenibilità. È altrettanto fondamentale interloquire sia con le autorità statunitensi sia con quelle europee per far comprendere che i dazi, oltre a rallentare i progetti, li rendono più costosi. Dobbiamo spiegare che la localizzazione della produzione può essere una risposta, ma non deve essere ostacolata. Infine, riconosciamo che in ogni rischio c’è anche una possibilità: se i dazi penalizzano un concorrente proveniente da Paesi soggetti a tariffe più elevate, allora può crearsi un’opportunità per noi».

Come prevede evolverà il mercato nei prossimi anni?

«Nel breve termine, diciamo nei prossimi sei mesi – conclude il Dr. Hoffmann – non mi aspetto grandi cambiamenti. Ma se parliamo di orizzonti più ampi, nei prossimi dieci anni vedo una crescita solida. Il nostro settore è sempre stato ciclico, ma noi puntiamo a una crescita sostenibile, intorno al 5% annuo. Preferisco un incremento costante, piuttosto che picchi seguiti da cali repentini. Già tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo vedremo segnali positivi. Credo che il rilancio partirà dagli investimenti, soprattutto quelli legati all’intelligenza artificiale. È un trend che anche in WITTENSTEIN non possiamo ignorare, anche se la sua evoluzione sarà più graduale di quanto molti possano immaginare».

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