Macchine per il gardening: buona tenuta del mercato Italia

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Nel primo semestre del 2022 le vendite di macchine e attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde segnano una flessione rispetto allo stesso periodo 2021, pur mantenendo volumi complessivamente elevati. I dati – elaborati dall’associazione dei costruttori Comagarden sulla base del campione statistico Morgan – indicano nei sei mesi un calo del mercato del 13,6%, a fronte della crescita imponente (+33,7%) che il settore aveva avuto nello stesso semestre dell’anno scorso.

Di fatto – spiega Comagarden – il calo delle vendite non annulla la performance dell’anno precedente e i volumi di macchinari assorbiti dal settore si rivelano comunque superiori rispetto a quelli del 2020 e persino rispetto a quelli pre Covid del 2019.

Esaminando le principali tipologie di mezzi, flessioni più contenute rispetto alla media complessiva si hanno per decespugliatori (-10,3%), motoseghe (-12,9%), motozappatrici (-10,7%) e soffiatori-aspiratori (-0,7%), mentre cali più consistenti si notano per rasaerba (-21%), ride-on consumer (22,1%) ride-on professionali (-67%), tagliasiepi (-20,4%) e trimmer (-16,8%).

Nel segmento dei rasaerba si distinguono ancora una volta i robot, che da anni si segnalano come una tipologia in crescita e che chiudono il semestre con un volume di vendite sostanzialmente equivalente
a quello dell’anno precedente (-0,2%). Allo stesso modo, i modelli a batteria, che si trovano all’interno di numerose tipologie di prodotto, confermano il trend positivo degli ultimi anni e segnano nel semestre un calo minimo (-1,3%) rispetto all’anno precedente.

Incognite clima e materie prime

«La flessione registrata nella prima metà del 2022 – ha spiegato Renato Cifarelli, presidente di Comagardendipende in parte dal naturale assestamento successivo al boom dell’anno scorso, in parte dalla mancanza di macchinari sul mercato a causa del rallentamento dei ritmi di produzione. Ma dipende in larga misura anche dall’andamento meteorologico, che nel settore del gardening costituisce una variabile molto influente».

La variabile meteorologica, tuttavia, non è l’unica a caratterizzare il comparto. «L’aumento impressionante della bolletta energetica, il prezzo del gas naturale è cresciuto del 371% e quello del brent del 47%, e il maggior costo delle materie ferrose e plastiche, mediamente cresciuto del 20%, stanno facendo lievitare i costi di produzione oltre ogni previsione – ha aggiunto Cifarelli. Questo incide inevitabilmente sul prezzo finale dei mezzi meccanici e quindi sulla propensione all’investimento da parte degli acquirenti, peraltro in un contesto economico complessivo che appare quanto mai incerto».

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