Cannucce in bioplastica e carta: come migliorarne la biodegradabilità

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Quanto tempo impiegano le cannucce in plastica, bioplastica e carta a degradarsi nell’ambiente? La risposta arriva da una ricerca della Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI). Gli scienziati dell’istituto hanno collaborato con l’azienda produttrice di bioplastica Eastman, per studiare la degradazione di diverse tipologie di cannucce in un contenitore di acqua marina a flusso continuo, controllando temperatura, esposizione alla luce e altre variabili. In questo contesto, le cannucce composte da diacetato di cellulosa (CDA), poliidrossialcanoati (PHA), carta, acido polilattico (PLA) e polipropilene (PP) sono state monitorate per 16 settimane. Le cannucce in CDA, PHA e di carta hanno mostrato una degradazione fino al 50%, prevedendo una persistenza complessiva di 10-20 mesi nell’oceano. Al contrario, le cannucce in PLA e PP non hanno mostrato segni misurabili di degrado. Non si ha una conoscenza precisa di quanto tempo dura la plastica nell’oceano, quindi, sono stati studiati differenti metodi per misurare la velocità con cui questi materiali si degradano. Si è scoperto che ci sono alcune cannucce in bioplastica che in realtà si degradano abbastanza rapidamente, il che è una buona notizia.

Sforzi comuni

La ricerca spinge il settore industriale ad aumentare gli sforzi per produrre materiali rapidamente biodegradabili. L’inquinamento causato dalla plastica provoca infatti danni crescenti agli esseri umani e agli ecosistemi. Il mercato dei polimeri contribuisce ampiamente al cambiamento climatico: i suoi prodotti coprono, durante tutto il ciclo di vita, circa il 5% di tutte le emissioni di gas serra.

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