Brevetti+ Marchi+ Disegni+ per tutelare la proprietà industriale

Elettra Cordeschi

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proprietà industriale

Dopo poco più di un anno, il MIMIT riapre gli sportelli per le più famose misure agevolative, in ambito di tutela della proprietà industriale, destinando 32 milioni di euro alla competitività delle imprese italiane.

In un momento di pieno cambiamento – mentre si perseguono gli obiettivi della transizione digitale, liberando il potenziale di crescita delle imprese grazie a soluzioni innovative – le imprenditorie italiane vanno supportate economicamente, per realizzare i propri investimenti.

Abbiamo assistito, nell’ultimo biennio, al susseguirsi di diversi aiuti, che puntano soprattutto all’innovazione. Ma, allo stesso tempo, c’è dietro un lavoro di testa, con il proliferare di importanti beni immateriali di proprietà delle aziende: idee, disegni, concetti, i cosiddetti frutti dell’ingegno, vanno tutelati con una strategia mirata e puntuale che prende forma grazie al nuovo sistema di Proprietà Industriale. Ma, per proteggere il “non tangibile”, servono risorse, oggi come negli anni passati.

E allora tornano, nuovamente, gli incentivi ad hoc. Dopo l’edizione dell’autunno 2022, a fine ottobre 2023 è partito il primo dei tre nuovi bandi, destinati rispettivamente a brevetti, disegni e marchi, con misure agevolative che prevedono la concessione di contributi, a fondo perduto e in conto capitale, per valorizzare i titoli di proprietà industriale.

Edizione 2022 vs. Edizione 2023

Rispetto al 2022 non sono state apportate molte modifiche alla disciplina dei bandi, che potrebbero essere considerati, quindi, continuativi rispetto ai passati (già su MeccanicaNews nr. 04/2022).

Cambiano però i tetti massimi dell’agevolazione e alcuni dettagli relativi a specifici obblighi per i richiedenti. Cambiano, soprattutto, le risorse che, in questa nuova tornata di bandi, sono inferiori: si passa dai 46 milioni del 2022 ai 32 per l’anno in corso.

La contrazione ha colpito, principalmente, il bando Brevetti che, nella scorsa edizione, poteva contare su 10 milioni di euro, a valere sulle risorse PNRR.

Resta immodificata la destinazione economica per i marchi (2 milioni), mentre diminuisce anche quella per i brevetti, da 14 a 10 milioni.

Un’ulteriore novità riguarda la platea di beneficiari, per il bando Brevetti+: nel 2022, la normativa stabiliva che 4 milioni di euro (ovvero il 40% delle risorse da PNRR) andassero esclusivamente alle imprese del Mezzogiorno. Questa condizione al momento non è invece presente.

Brevetti+, uno strumento per la competitività

Per favorire lo sviluppo di una strategia brevettuale e l’accrescimento della capacità competitiva delle micro, piccole e medie imprese, il 24 ottobre 2023 è partito il primo dei tre bandi, in ordine temporale – e primo anche per disponibilità finanziaria. Le risorse, infatti, all’apertura ammontavano a 20 milioni di euro – di cui un 5% destinato ai soggetti proponenti in possesso del rating di legalità.

L’agevolazione, con un massimo erogabile pari a 140mila euro, copre l’80% dei costi ammissibili – percentuale che sale al 100 qualora il richiedente, al momento della presentazione della domanda, risulti contitolare del brevetto o della licenza con un Ente Pubblico di ricerca.

La concessione dell’incentivo favorirà l’acquisto di “servizi specialistici correlati e strettamente connessi alla valorizzazione economica del brevetto”, con riferimento alla sua redditività, produttività e sviluppo di mercato. Allo stesso tempo, l’agevolazione servirà all’impresa per accrescere la propria competitività.

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L’articolo 6 del Bando dettaglia, minuziosamente, le spese ammissibili, suddividendole per Macroaree (A, B e C) e rispettivi sottoservizi.

Nella prima macroarea, la A, rientrano i costi per progettazione, ingegnerizzazione e industrializzazione (con 7 sotto servizi); nella B sono invece riportati i costi per organizzazione e sviluppo, mentre nella C tutte le voci relative al trasferimento tecnologico, a copertura dei costi per la predisposizione degli accordi di segretezza e concessioni in licenza.

Per essere valido, però, il progetto deve prevedere più tipi di servizi e, quindi, più elementi di spesa. In particolare, è necessario almeno un servizio della Macroarea A, mentre la somma degli importi per i servizi della B e C, complessivamente, non può superare il 40% del totale previsto nel piano richiesto.

Non verranno ammesse le fatture in cui i servizi specialistici risultino erogati da persone legate al richiedente, tramite rapporti di tipo societario, commerciale o personale.

È sempre richiesta la tracciabilità del documento contabile, che dovrà essere successivo alla domanda di ammissione, con l’indicazione del CUP, ovvero il Codice Unico di Progetto. Il soggetto gestore del bando è Invitalia; l’agevolazione è a fondo perduto, segue il regime “de minimis” e non è cumulabile con altre misure destinate alle stesse spese.

I destinatari di Brevetti+

Destinatari della misura Brevetti + sono le PMI, anche di nuova costituzione, con sede legale e operativa su territorio nazionale, titolari di un brevetto per invenzione industriale, concesso in Italia successivamente al 1 gennaio 2022.

Sono altresì ammessi i titolari di licenza esclusiva di brevetto per invenzione industriale, successiva al 1 gennaio 2022 e trascritta all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM).

Con l’obiettivo di allargare la platea delle possibili imprese beneficiarie, favorendo la crescita, potranno presentare domanda anche i titolari di una domanda nazionale di brevetto per invenzione industriale, di brevetto europeo o di una domanda internazionale di brevetto, con deposito successivo al 1 gennaio 2021.

Il rapporto di ricerca dovrà avere esito “non negativo”, affinché il brevetto risulti nuovo, inventivo e industrialmente applicabile. È altresì richiesta la regolarità contributiva, in capo al beneficiario, l’iscrizione al Registro delle imprese, il pieno e libero esercizio dei propri diritti civili, l’assenza di liquidazione volontaria e di procedure concorsuali.

Restano escluse dalla platea di beneficiari le imprese indicate nell’art. 1 del Regolamento CE 1407/2013 (pesca, agricoltura, esportazione etc.) e quelle “morose” nei confronti della PA.

Micro e PMI, tra i beneficiari
Tra i requisiti richiesti ai partecipanti del Bando Marchi+, oltre alla dimensione aziendale (micro, piccola e media) c’è la sede legale e operativa in Italia, nonché la regolare costituzione – con connessa iscrizione nel Registro delle Imprese. I soggetti dovranno risultare attivi, estranei a procedure concorsuali o a problematiche giuridiche, nonché finanziariamente sani e non debitori della PA. È logicamente richiesta la titolarità del marchio oggetto della domanda di partecipazione. Per la misura A, è necessario aver effettuato il deposito della domanda di registrazione del marchio, dal 01 gennaio 2020, presso EUIPO, con il contestuale pagamento delle tasse, oppure aver già ottenuto il diritto di privativa. Per la B, invece, è richiesto il deposito della domanda di registrazione, sempre a decorrere dal 01 gennaio 2020, presso l’OMPI o presso l’UIBM, con diverse casistiche come riportato dell’articolo 3 del Bando 2023 Marchi+. Si tratta, infatti, di una procedura diversa, considerando le varie tipologie di marchi, con registrazione presso più enti. Sono escluse le imprese che operano nella produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura e in attività di produzione primaria di prodotti agricoli. Tutti i requisiti vanno mantenuti fino al momento dell’erogazione agevolativa.

Dieci milioni per tutelare disegni e modelli

La data di apertura dello sportello Disegni+ è il 7 novembre 2023. Le agevolazioni supportano le micro, piccole e medie imprese per la valorizzazione di disegni e modelli: sono concesse sotto forma di contributo in conto capitale, per il potenziamento della struttura patrimoniale, senza dover obbligatoriamente realizzare uno specifico investimento.

I destinatari dovranno presentare caratteristiche societarie simili a quelli di Marchi e Brevetti: logicamente, in questo specifico caso, è richiesta la titolarità di un disegno/modello oggetto del progetto di valorizzazione, registrato presso l’UIBM, o presso l’EUIPO o l’OMPI – a condizione, in questo ultimo caso, che tra i Paesi designati ci sia anche l’Italia.

La registrazione del disegno/modello dovrà essere successiva al 1 gennaio 2021 ma precedere la data di presentazione della domanda agevolativa.

La dotazione totale per la misura è pari a 10 milioni di euro, destinati alla realizzazione di un progetto che sviluppi un disegno o un modello (ex art. 31 del D.Lgs. 30/2005).

La tutela copre l’aspetto dell’intero prodotto e quello di ogni sua parte, comprendendo anche le “caratteristiche delle linee, dei contorni, dei colori, della forma, della struttura superficiale ovvero dei materiali del prodotto stesso ovvero del suo ornamento”.

In tutti i casi, l’agevolazione riguarda solamente ciò che è rappresentato con la registrazione, ed esclude ciò che non è riportato nelle prospettive unite al deposito, così come tutti gli aspetti funzionali e prestazionali (la cosiddetta funzione tecnica).

È coperto fino all’80% delle spese ammissibili, con un massimo di 60mila euro a richiedente – con suddivisione per diverse tipologie di servizi, dai 13mila euro per la realizzazione di prototipi ai 35mila per quella degli stampi, dai 2.500 ai 10 mila per varie tipologie di consulenza. In tutti i casi, a conclusione del progetto, e prima dell’erogazione finale, l’importo potrà essere rideterminato.

Il soggetto gestore è Unioncamere che, per questo e il successivo bando, Marchi+, si avvale del supporto di Si.Camera, la propria struttura in house: quest’ultima, oltre a curare gli adempimenti tecnici e amministrativi dell’istruttoria, eroga anche le agevolazioni.

Le spese ammissibili per Disegni+
Per realizzare il progetto, con l’acquisizione di servizi esterni che valorizzino il disegno/modello, il Bando ammette una serie di spese specifiche, a condizione che siano successive alla data di registrazione del disegno o del modello. Sono quindi ammissibili le spese sostenute per l’acquisizione di servizi funzionali alla realizzazione di prototipi e stampi relativi al disegno/modello registrato, nonché le spese per le quattro tipologie di consulenze. Si fa infatti riferimento alla consulenza per certificazioni di prodotto o di sostenibilità ambientale, quella per la catena produttiva, la consulenza per l’approccio al mercato – finalizzata cioè al posizionamento sul mercato o a una valutazione tecnico-economica del disegno/modello, per una possibile cessione – e, infine, la consulenza legale destinata alla tutela da azioni di contraffazione. Non sono mai agevolabili le spese per l’acquisizione di servizi prestati da imprese che si trovino in rapporto di controllo/collegamento con la richiedente (conflitto di interesse) o da soggetti ad essa collegati (amministratori o soci).

Marchi+, si parte!

Marchi+ è la misura agevolativa più “recente”, con apertura dello sportello al 21 novembre 2023: supporta le imprese funzionalmente alla tutela dei marchi all’estero, attraverso incentivi a fondo perduto, come contributo in conto capitale.

Pertanto, le risorse offerte – come nel caso di Disegni+ – non hanno un fine ultimo o un investimento specifico da realizzare, bensì dovranno essere utilizzate per acquistare servizi specialistici, con l’obiettivo di procedere alla registrazione del marchio.

L’impresa potrà utilizzare l’agevolazione per una tutela in ambito comunitario (Misura A) o internazionale (Misura B), rispettivamente presso l’EUIPO (Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà Intellettuale) o presso l’OMPI (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale).

Le risorse, per questo bando, ammontano a 2 milioni di euro, con una quota del 5% destinata, inizialmente, alle imprese in possesso del rating di legalità.

La copertura agevolativa per la Misura A non può superare l’80% delle spese ammissibili, con un importo massimo pari a 6mila euro a marchio; per la Misura B, invece, l’importo sale a 9mila euro, coprendo fino al 90% dei costi.

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Ogni impresa può presentare più richieste di contributo, per diversi marchi, a valere su entrambe le misure, per un massimo complessivo pari a 25mila euro. Per di più, per lo stesso marchio è possibile procedere presso entrambe le Autorità (comunitaria e internazionale), rispettando però gli importi.

Per entrambe le misure sono previsti servizi specialistici (progettazione della rappresentazione, assistenza per il deposito, ricerche di anteriorità, assistenza legale per azioni di tutela del marchio) e per ognuno di questi il bando indica un tetto massimo di spesa, che va da un minimo di 550 euro a un massimo di 1.500, per la misura A, e da un minimo di 350 euro a un massimo di 1.800, per la misura B.

Sono agevolate anche le tasse di deposito presso l’EUIPO, nella misura dell’80% del costo sostenuto – cumulandosi, però, con l’importo massimo agevolabile, per ogni marchio. Analogo discorso per le tasse di registrazione presso l’OMPI, con una percentuale che sale al 90%.

Le fatture delle spese dovranno essere intestate al medesimo soggetto richiedente, con emissione successiva al 1 gennaio 2020 ma antecedente al momento in cui si presenta domanda di beneficio. Il pagamento dovrà risultare tracciabile.

Il soggetto gestore è Unioncamere con la collaborazione operativa di Si.Camera, e si procederà attraverso una procedura valutativa a sportello, secondo l’ordine cronologico di presentazione.

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