L’industria metallurgica deve mantenere il tungsteno all’interno del proprio ciclo per raggiungere l’indipendenza strategica.
«Il tungsteno è una materia prima fondamentale per gli utensili in carburi sinterizzati (o metallo duro) e dobbiamo fare in modo che rimanga all’interno del ciclo europeo!» ha detto Federico Costa, Presidente dell’Associazione Europea dei Costruttori Europei di Utensili da Taglio (ECTA), che ha aggiunto: «Per garantire le materie prime essenziali per la nostra industria metallurgica, chiediamo ai partner presenti nella catena del valore di sostenere il ciclo europeo per il riciclo di metallo duro.»

Sostenere il riciclo in Europa
L’attuale situazione sui mercati delle materie prime presenta sfide enormi per l’industria metallurgica, specialmente per il tungsteno, materia prima utilizzata per produrre i carburi sinterizzati. Dal febbraio 2025 sono in vigore severe restrizioni per le esportazioni di tungsteno dalla Cina, che controlla oltre l’80% dell’estrazione e della lavorazione di questo metallo a livello mondiale.
Da una parte, ciò implica aumenti significativi dei costi per il tungsteno importato dalla Cina. Soprattutto nella seconda metà del 2025, la carenza di offerta ha fatto lievitare enormemente i costi. Rispetto all’inizio dell’anno, la rinomata agenzia di ricerche di mercato Fastmarkets, ad esempio, ha registrato un aumento di prezzo di circa il 130% per il tungsteno (APT) nel mese di novembre. D’altro canto, al momento, non è possibile garantire un approvvigionamento sicuro di tungsteno per il 2026. «È prevedibile che ci saranno delle difficoltà, quindi dobbiamo impegnarci maggiormente per garantire la disponibilità di tungsteno», ha sottolineato Costa.
Puntare al riciclo in Europa
Da decenni il riciclo di metallo duro è un esempio di successo dal punto di vista economico ed ecologico. Sempre più produttori di utensili offrono soluzioni di ritiro per utensili usurati e scarti di carburo di tungsteno. Questi materiali vengono usati per produrre nuovi utensili ad alto contenuto di materiale riciclato, permettendo, in questo modo, di risparmiare risorse e offrendo un vantaggio economico. Tuttavia, questa storia di successo è a rischio se grandi quantità di scarti di carburo di tungsteno vengono acquistate in Europa e poi trasferite all’esterno del mercato unico europeo. Ciò impoverisce il mercato di preziose materie prime, fa aumentare ulteriormente i costi e mette ancor più a repentaglio la sicurezza dell’approvvigionamento. «Ogni grammo di metallo duro che rimane in Europa favorisce un approvvigionamento più stabile e avvantaggia un’industria metallurgica resiliente e competitiva. I clienti hanno la possibilità di decidere se i loro utensili usati e gli scarti di carburi sinterizzati possano essere riciclati in modo responsabile», ha spiegato Costa.
Diversi settori industriali sono in competizione per il tungsteno. La produzione di metallo duro rappresenta la quota maggiore della domanda. Altre applicazioni includono gli acciai ad alte prestazioni, i prodotti semilavorati, come i filamenti per l’illuminazione, i processi chimici e l’industria della difesa. Inoltre, il tungsteno è una materia prima con disponibilità limitata e ad alta concentrazione geografica. Considerando l’instabilità politica globale, l’Europa farebbe bene a diventare più resiliente in questo ambito. Rivolgendosi ai leader politici a Bruxelles e a Berlino, Costa ha sottolineato: «Dobbiamo essere più indipendenti dai partner d’oltreoceano e rafforzare sistematicamente l’economia circolare, perché l’approccio più intelligente è quello di riutilizzare, ricondizionare e riciclare in Europa.»