Nel futuro c’è l’acqua

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?????????????????????Cosa può fare l’acqua? Tanto, forse tutto. La fonte di vita, la prima medicina… Ma quanto è forte l’acqua? La risposta è sotto gli occhi di tutti, osservando gli effetti devastanti di esondazioni, di fiumi in piena, di onde “assassine”. Questa forza intrinseca può però essere sfruttata, sottoforma di potente getto, per lavorare qualsiasi materiale, secondo una tecnologia green.

Ho messo le mani sotto il getto d’acqua: ma quanto era forte!” In realtà, ciò che è stato percepito è la forza di impatto esercitata dall’acqua, forza dovuta alla variazione di quantità di moto del flusso. Proprio basandosi su questo principio si arriva alle lavorazioni waterjet che, per come avviene la asportazione di materiale, vengono ricondotte alle tecnologie non convenzionali.

La tecnologia waterjet, nota anche lavorazione a getto d’acqua o taglio ad acqua, utilizza come utensile un getto d’acqua ad altissima pressione, eventualmente addittivato con abrasivi, ed è impiegata con successo su una vasta tipologia di materiali.

Le prime applicazioni dei sistemi waterjet risalgono al 1930 quando, lavorando in regime di bassa pressione, il getto d’acqua veniva impiegato essenzialmente per il taglio della carta, senza avere applicazioni efficaci su materiali duri e quindi restando una applicazione dagli orizzonti abbastanza ristretti. Il periodo della seconda guerra mondiale vede l’avvento di guarnizioni per alte pressioni e di pompe in grado di fornire pressioni via via più elevate, anche grazie allo sviluppo del concetto di orifizio (ugello) di cristalli di corindone. L’introduzione di pompe ad altissima pressione affidabili, le applicazioni del CN hanno decretato la definitiva introduzione della tecnica waterjet fra le tecniche sottrattive non convenzionali, applicabili ormai sulla maggior parte dei materiali, in tutti i settori merceologici.

Continua a leggere l’articolo all’interno dello sfogliabile, da pagina 26: http://www.macchineutensilinews.it/numeri/201409-settembre/.

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