Dall’officina al tribunale: il boomerang del costruire “al risparmio”

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di Vittorio Pesce, (CTU del Tribunale e della Corte d’Appello di Milano)

Avvertenza per il lettore

Il presente articolo, pur essendo costruito su nomi di fantasia, descrive una situazione “tipica” di talune realtà, soprattutto in tempo di crisi. Pur di fare cassa, alcune aziende abbassano la qualità dei propri prodotti lasciando inalterato il prezzo. Tale scelta però può ritorcersi contro e trasformarsi in un pericoloso “boomerang”.

È attiva nell’ambito della minuteria metallica la Mandrel S.r.l., impresa che realizza componenti di precisione in ottone, alluminio, rame, bronzo e acciai di ogni tipo mediante lavorazioni per asportazione truciolo, destinati a differenti settori di sbocco.

L’impresa vanta un parco macchine di tutto rispetto e tra le macchine più importanti vi è un tornio plurimandrino a CNC acquistato per produzione di componenti fino a 48 mm di diametro. Il titolare, Mario Vetreno, precisa: «Acquistammo questa macchina due anni fa, con la speranza diventasse il fiore all’occhiello del nostro reparto produttivo. L’investimento, tuttavia, si rivelò del tutto fallimentare». Il tornio, infatti, sin dai primi giorni di utilizzo, non riusciva a produrre in maniera adeguata, realizzando pezzi e componenti al di fuori delle tolleranze richieste e con errori dimensionali non accettabili. «Si pensi – riprende Vetreno – che la precisione della macchina è dell’ordine dei 5 centesimi, quando noi, invece, realizziamo pezzi con precisioni dell’ordine del micron. Una situazione inaccettabile, anche in virtù del costo della macchina che avevamo già pagato per intero».

La Mandrel si rivolse immediatamente all’azienda costruttrice del tornio; azienda la quale, tuttavia, dopo un paio di interventi inefficaci, smise di occuparsi della macchina sostenendo che fosse stata “danneggiata” senza possibilità di rimedio dal cattivo uso del cliente, e che essendo stata “manomessa” la garanzia era decaduta. Vetreno: «A quel punto fummo costretti a instaurare un procedimento civile dinanzi al Tribunale, al fine di risolvere il contratto»; naturalmente, la convenuta azienda costruttrice del tornio si oppose contestando le richieste della controparte e sollevando le obiezioni prima accennate.

 Alcune domande all’esperto

1) Come si comportò il Giudice? «Il Giudice nominò un CTU, cioè un consulente tecnico d’ufficio, esperto in materia, al quale sottopose alcuni “quesiti” a cui dare risposta nel giro di pochi mesi. In particolare, chiese di indagare se effettivamente il tornio acquistato dalla Mandrel fosse difettoso e, nel caso, di individuare i costi per il suo ripristino funzionale».

2) Cosa “scoprì” il CTU? «Il perito d’ufficio fece effettuare delle prove di funzionamento del tornio, condotte sempre in contraddittorio con le parti e con i periti nominati dalle stesse, e il risultato fu che, effettivamente, la macchina non rispettava le tolleranze e le precisioni richieste. I costruttori provarono a difendersi dicendo che il tornio era stato manomesso o comunque “rotto” dal cattivo utilizzo che ne aveva fatto la Mendrel, ma l’ispezione “smontò” tale ipotesi: non furono dimostrate né manomissioni, né rotture. La macchina, semplicemente, non funzionava come avrebbe dovuto».

3) Quali furono le principali difficoltà della consulenza? «In questo caso, il CTU dovette fare i conti con l’accesa litigiosità delle parti, in quanto i rapporti tra i titolari delle due aziende erano ormai compromessi. Inoltre, l’azienda convenuta cercava di osteggiare gli accertamenti condotti dal CTU, probabilmente perché consapevole dei difetti della macchina che aveva venduto al suo cliente».

4)Come si concluse la vicenda?Il Giudice, vista la relazione del CTU, decise di risolvere il contratto e condannò la ditta costruttrice del tornio a restituire gli importi versati dalla Mendrel, oltre che a pagare interessi e spese legali. Più tardi si appurò che il tornio faceva parte di una partita di macchinari difettosi, costruiti probabilmente “al risparmio” in tempo di crisi economica globale e della stessa azienda.

 

 

 

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