Fondo di garanzia Pmi, arriva un rating a 5 classi

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Si chiariscono i criteri di accesso al fondo di garanzia per il finanziamento delle piccole e medie imprese definiti dal nuovo decreto di riforma, che li disciplina definendo l’articolazione delle misure massime di garanzia sulle operazioni finanziarie. In questi mesi si stanno tenendo, a ritmo serrato, le varie tappe del roadshow organizzato dal gestore del fondo in tutta Italia per spiegare le novità. “Il processo di riforma del fondo – aveva detto il sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonio Gentile, rispondendo a un’interrogazione in merito presso la commissione Attività produttive della Camera dei Deputati – nasce dalla necessità di perseguire una duplice finalità: aumentare l’efficacia e l’efficienza dello strumento e rendere, al contempo, il fabbisogno finanziario necessario per il suo funzionamento compatibile con gli equilibri della finanza pubblica“. La riforma ruota attorno all’introduzione di un nuovo modello di rating più accurato e finalizzato alla valutazione del merito creditizio delle imprese sulla base del credit-scoring. Ciò permette di rendere più selettivi gli interventi del fondo, offrendo la possibilità di intervenire davvero a sostegno delle realtà realmente necessitate. Fra gli altri obiettivi della riforma vi sono: la creazione di più ampi margini per interventi di altre amministrazioni e altre istituzioni di sviluppo con lo scopo di finanziare operazioni realmente addizionali; il riorientamento del fondo verso le operazioni finanziarie a medio-lungo termine e gli investimenti. Inoltre, si persegue l’obiettivo di rendere neutro l’intervento del fondo rispetto alla tipologia di soggetto richiedente e riequilibrando, dunque, il trattamento tra garanzia diretta e controgaranzia che, durante la crisi, sotto la morsa del credit crunch, si era effettivamente perso.

Lo schema di decreto prevede una scala di valutazione composta da 5 classi di merito creditizio dal rischio più basso a quello maggiormente elevato: si va dalla prima classe, con tasso default 0,12% e rischio basso, alla quinta, con tasso oltre il 9,43% e rischio elevato. In mezzo, la seconda classe (1,02%, rischio contenuto), la terza (3,62%, rischio accettabile), la 4 (9,43%, rischio significativo). Fatte salve alcune eccezioni, verranno ritenute ammissibili agli interventi del fondo le imprese appartenenti alle prime 4 classi di rating. L’articolazione delle misure massime di garanzia sulle operazioni finanziarie sarà funzione della classe di rating del soggetto beneficiario, determinata sulla base del modello di valutazione, e della durata e della tipologia dell’operazione finanziaria, sia per la garanzia diretta che per la riassicurazione. Sono inoltre previsti criteri specifici di ammissibilità e di copertura per particolari categorie di finanziamenti-operazioni finanziarie. Le disposizioni del decreto si applicheranno a decorrere dalla data di pubblicazione di un successivo decreto di modifica del Regolamento del Fondo, che potrà essere emanato a partire dal 1º gennaio 2018, “a conclusione di un congruo periodo di sperimentazione nell’applicazione del modello di valutazione con riferimento alle richieste di garanzia sui finanziamenti della Nuova Sabatini e previa verifica della compatibilità con gli equilibri della finanza pubblica“. Unica eccezione è prevista per le operazioni a rischio tripartito “per le quali le relative condizioni di ammissibilità e disposizioni di carattere generale possono essere emanate anche antecedentemente alla predetta data“.

Il fondo per le Pmi è uno strumento istituito con Legge n. 662/96 (art. 2, comma 100, lettera a) e operativo dal 2000. La sua finalità è quella di favorire l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie attività produttive mediante la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e spesso si sostituisce alle garanzie reali portate dalle società. Grazie al fondo l’impresa può concretamente ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fidejussioni o polizze assicurative) sugli importi proposti dal fondo, che non eroga comunque contributi in denaro. Secondo le ultime rilevazioni, oltre il 99% delle imprese ha avuto accesso al finanziamento con la copertura del fondo in assenza della presentazione di garanzie reali.

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