Dalla produttività alla flessibilità

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Maurizio Porta, ideatore del metodo “Flessibilità produttiva”, spiega come è arrivato a sviluppare questo sistema che punta a produrre solo il venduto, senza fare magazzino, in modo semplice e veloce, ottenendo così maggiore liquidità bancaria.

Nel corso dell’ultimo secolo in produzione si è sempre rincorso il tempo ciclo, cercando di realizzare componenti nel minor tempo possibile per poter ottenere risultati orari, giornalieri o mensili il più elevati possibile ed essere competitivi. Questa rincorsa ha spinto aziende come Porta Solutions a sviluppare macchine transfer sempre più performanti, sempre più veloci, con soluzioni innovative alla ricerca della riduzione dei tempi morti.
Un esempio è rappresentato da una macchina per la lavorazione di dadi in ottone che operava ad un ritmo di 4.500 pezzi l’ora, ovvero un’unità ogni 0,8 secondi. Si tratta di transfer progettati come delle vere monoposto da Formula Uno, con prestazioni di velocità esasperate, studiate per funzionare 24 ore al giorno, sette giorni su sette.

Dopo la crisi del 2008 questo scenario è però cambiato. I primi segnali si erano già visti agli inizi degli anni ’90, ma il ritmo era molto lento, anestetizzato ancora dalla grande richiesta di volume. Con gli eventi della crisi tutto si è velocizzato.

Continua a leggere l’articolo all’interno dello sfogliabile, da pagina 162: https://goo.gl/AAEeSS.

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