Il welfare fa bene all’Italia… e alle Pmi

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Il welfare fa crescere le imprese e fa bene al paese, ed è molto positivo che le Pmi ci credano sempre di più. E’ quanto emerge dall’ascolto degli oltre 4 mila imprenditori italiani intervistati per il Rapporto 2018 – Welfare Index Pmi, promosso da Generali Italia con la partecipazione delle maggiori confederazioni italiane (Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni), che per il terzo anno ha analizzato il livello di welfare in 4.014 piccole medie imprese italiane (circa il doppio rispetto al 2016) superando nei tre anni le 10 mila interviste.

Più welfare per tutti

Il Welfare Index Pmi ha monitorato le iniziative delle imprese in dodici aree: previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità. Il Rapporto 2018 mette in evidenza una stretta correlazione tra il miglioramento del benessere, la soddisfazione dei lavoratori e la crescita della produzione aziendale: questi fattori, secondo il 42,1% delle imprese, sono il principale obiettivo nelle scelte di welfare. Il 35,6% delle imprese intervistate dichiara, infatti, di aver aumentato la propria produttività come conseguenza di una maggiore soddisfazione dei lavoratori. Questo vale ancor di più per le aziende molto attive nel welfare: il 63,5% conferma di aver ottenuto un incremento produttivo. Nei prossimi 3-5 anni, il 52,7% delle Pmi si propone un’ulteriore crescita del welfare aziendale, in particolare negli ambiti di: salute e assistenza; conciliazione vita e lavoro; giovani, formazione e mobilità sociale.

Le Pmi sono oggi sempre più protagoniste del cambiamento sociale e crescono sensibilmente le aziende attive nel welfare – cioè quelle che avevano avviato piani di welfare aziendale anche negli anni precedenti – in almeno 4 delle 12 aree: erano il 25,5% nel 2016, oggi sono il 41,2%. In particolare, sono raddoppiate le aziende molto attive (in almeno 6 aree) dal 7,2% del 2016 al 14,3% quest’anno, a dimostrazione di una maggiore consapevolezza del loro ruolo sociale. Dal Rapporto emergono tre priorità per il paese e per le imprese che possono trovare soluzione grazie al welfare aziendale: salute e assistenza, conciliazione vita e lavoro, giovani, formazione e sostegno alla mobilità sociale.

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