Quante cose al mondo puoi fare, costruire, inventare…

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Se questa frase vi ricorda la pubblicità di una famosa bibita, beh.. ci avete visto giusto. Ma in sostanza, cosa può significare? Prendiamo in considerazione il lavoro, un professionista possiede un bagaglio di conoscenze ricavate dallo studio e ottenute attraverso l’esperienza sul campo. Troppo spesso, però, lo sviluppo di progetti innovativi non è limitato a causa delle competenze o dalla creatività dei propri professionista, ma piuttosto dagli strumenti di progettazione che si hanno a disposizione. Ad esempio, i sistemi CAD sono ad oggi la normalità; sarebbe impensabile disegnare ancora tutto a mano. Tuttavia, per innalzare il livello dei propri prodotti, l’ufficio tecnico deve dotarsi di strumenti di analisi, al fine di poter comprendere sin dalle prime fasi di sviluppo, la potenzialità del nuovo progetto. Per l’azienda che guarda al futuro, la simulazione numerica è sicuramente uno strumento utile e necessario. Ma cosa realmente possono fare questi strumenti?

 

Tramite la simulazione numerica è possibile analizzare il comportamento del prodotto che si intende sviluppare, nelle diverse condizioni operative per evidenziarne le criticità. Questo evita la realizzazione di prototipi spesso molto costosi e di effettuare campagne sperimentali, talvolta non esattamente necessarie. Tramite la simulazione numerica, relativamente al metodo degli elementi finiti, è possibile effettuare analisi strutturali sia statiche che dinamiche. Per mettere in risalto le condizioni di cedimento del prodotto. Può essere simulato il contatto tra superfici, molto frequente in ambito meccanico. Si prenda ad esempio qualunque macchinario che presenta elementi in moto relativo, questi possono essere messi su guide a rotolamento o a strisciamento. Conoscere in anticipo se le scelte progettuali sapranno garantire il corretto funzionamento del sistema, è sicuramente un vantaggio economico per l’azienda. Nel caso in cui venga progettato un motore, è anche possibile prevedere modelli in grado di prendere in considerazione anche lo scambio termico e l’ingresso di calore da delle fonti prestabilite. Questo si tramuta anche nella possibilità di simulare processi di saldatura, nonché analizzare come gli sforzi residui cambieranno a seguito di specifici trattamenti termici.

 

Abbiamo pensato ad un nuovo design per un collettore o una valvola? Certamente vogliamo sapere se questo nuovo concetto è in grado di soddisfare le aspettative del cliente. Perché non realizzare una simulazione del flusso, stimando quindi le perdite di carico, la generazione di vortici e quanto più è interessante nel valutare le performance del prodotto. Vi sono esempi molto belli sul web di analisi effettuate su pale eoliche, turbine a gas, anche l’analisi fluidodinamica di una mucca…. Non sarà il componente standard della meccanica, ma dimostra come la simulazione sia uno strumento in grado di darci quella libertà che lo spot televisivo della bibita tanto dichiara. E voi, avete già pensato a cosa vorreste fare?

 

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