Che bel pezzo!

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E’ questa l’esclamazione di stupore che nella torneria Alberto Ognibene desiderano venga pronunciata da chiunque osservi un particolare meccanico di alta precisione appena sganciato dal mandrino di una loro macchina. Già, perchè qui si è abituati a coniugare la qualità con la bellezza estetica.

Vi siete mai chiesti cosa accomuna un velocista che corre i 100 metri piani, un podista che affronta i 42,195 km di una maratona, un pilota di Formula Uno che sfreccia su una Ferrari e… un appassionato operatore alle macchine utensili alle prese con un particolare da realizzare attraverso lavorazioni ad asportazione di truciolo? È la lotta contro il tempo. Ognuno di essi, infatti, per svolgere al meglio il proprio ruolo, raggiungere risultati eclatanti e dimostrarsi il più forte, è in costante conflitto con le lancette di un cronometro o di un orologio, prefiggendosi lo scopo di vederle fermarsi sempre un po’ prima quando si arriva al traguardo, rispetto alla prestazione precedente. E se negli ambiti sportivi suddetti per centrare gli obiettivi agognati si ricorre a duri allenamenti in palestra e in pista, in quello lavorativo, invece, si fa ricorso a tutto ciò che la tecnologia mette a disposizione, scegliendo con oculatezza fra decine di soluzioni alternative, ben sapendo che anche solo un utensile al posto di un altro può fare la differenza. Ed è in quest’ottica che si opera alla Alberto Ognibene S.r.l. di Castello di Serravalle (BO), come ci spiega il suo fondatore nonché contitolare.

Uno spettacolo sempre migliorabile

«Ogni volta che, dopo aver scrupolosamente attrezzato la macchina, la faccio partire per godermi lo spettacolo del ciclo di lavoro relativo ad un pezzo di elevata complessità, la soddisfazione più grande, alla fine, è constatare di essere riusciti, grazie ad azzeccate mosse, ad abbassarne i tempi di 1, poi di 2, poi di 5 secondi e così via – esordisce Alberto Ognibene. Cosa per niente facile se si pensa che abbiamo a che fare con torni con velocità di esecuzione impressionanti sui quali vengono montati fino a 40 utensili diversi, di cui fino a tre possono operare in contemporanea. E le variabili in gioco sono talmente tante che basta davvero poco per pregiudicare il risultato prefissato; per esempio, in una fase del processo può essere preferibile fare due passate con lo stesso utensile piuttosto che farne processare due insieme, se ci si rende conto che con la seconda opzione si perderebbe un tempo eccessivo per il posizionamento degli utensili stessi. Per non parlare poi delle molteplici combinazioni di sequenze di lavorazioni con cui un ciclo può essere impostato».

Fondata nel 1996, oggi l’officina bolognese è nel novero delle più affermate tornerie automatiche di precisione con una produzione che abbraccia componenti con tolleranze intorno agli 8 micron e di dimensioni piuttosto contenute; le decine di migliaia di pezzi realizzati al giorno, infatti, mediamente, presentano diametri da 3 a 40 mm (con punte massime di 65 mm), lunghezze fino a 300-400 mm e un peso mai superiore a 1,5 Kg.

Scaturiti da barre dei più diversi materiali, anche non metallici, con la parte del leone ricoperta però dagli acciai ad alta velocità al piombo, i particolari targati Alberto Ognibene, comprensivi di eventuali trattamenti termici e superficiali galvanici, eseguiti da partner esterni, sono soprattutto destinati, in pari misura, a due settori: l’oleodinamica e l’automotive (dai quali riceve ordini riguardanti, in particolar modo, valvole, raccordi, cartucce e componenti per i motori) e poi a molteplici altri. Per quanto attiene ai numeri dei lotti essi spaziano dai 1.000 ai 30-40.000 pezzi.

 

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