La filiale italiana del produttore di sistemi CAD-CAM Tebis ha attraversato un periodo di cambiamenti significativi che hanno interessato tanto l’organizzazione interna quanto una proposta commerciale e tecnologica che si rivolge a target di mercato e settori in parte differenti dal passato.
Lo storico amministratore delegato di Tebis Italia Mario Pittatore ha detto stop e dalla scorsa estate gode un meritato riposo sapendo di avere lasciato la società di sviluppo e commercializzazione di sistemi CAD-CAM in ottime mani. Sono quelle dell’ex-Kuka Michele di Mauro nel ruolo di responsabile di filiale; e della nuova CEO Roberta Piola, in azienda sin quasi dalla fondazione. Entrambi sono chiamati a dare il loro contributo in una fase di transizione non solo organizzativa bensì anche tecnologico-commerciale. L’impasse dell’auto ha resa necessaria l’adozione di strategie inedite nel tentativo di avvicinare settori industriali e di mercato diversi da quelli in cui il marchio tedesco era tipicamente più noto e solido. Stanno già prendendo forma progetti indirizzati sia al tradizionale segmento della progettazione e costruzione di stampi sia alla realizzazione di particolari per i mondi dell’aerospazio e della meccanica generale, solo per fare alcuni esempi. Ognuno di essi ha caratteristiche e specificità proprie e ciò dovrebbe consentire alla software house di mettere in luce una maggiore flessibilità e una versatilità superiore. Sono indispensabili per operare in un’arena come quella degli aviogetti che è attesa da investimenti ultramiliardari (un trilione di dollari negli Stati Uniti entro il prossimo decennio) ma presenta un livello di complessità crescente. Si moltiplicano di continuo i pezzi da disegnare e lavorare; mentre si riducono le tempistiche. E i nodi della supply chain sono molteplici e gerarchizzati: scegliere il posizionamento più corretto è un fattore di successo. Il concetto di adattabilità si traduce in quella scalabilità che dovrebbe caratterizzare l’attesa release 4.1 del pacchetto applicativo Tebis, definita «il rilascio del restyling» per l’intenzione manifesta di rivolgersi anche a fasce di clientela inizialmente più rade nel portfolio. Le piccole prima ancora delle medie imprese, con le quali l’azienda punta a interagire rafforzando la presenza sul territorio e garantendo da sola o in partnership con altri attori anche servizi di consulenza su prodotti e processi. L’idea è essere per la clientela acquisita e potenziale un interlocutore unico focalizzato sulla generazione di efficienza da un lato; di risparmio economico dall’altro.