Più robot, più lavoro…qualificato

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L’inaugurazione del nuovo stabilimento produttivo di Roboteco Italargon a Genova è stata l’occasione per DISCUTERE del futuro della robotica e del rapporto robot-uomo di cui tanto si parla e che tanto “spaventa”. Ma il punto di vista degli esperti è incoraggiante e per alcuni “illuminante”.

Il motto “Disegniamo il futuro” ha fatto da cappello a un’interessante tavola rotonda che ha avuto luogo presso li nuovo stabilimento di Roboteco Italargon inaugurato ufficialmente lo scorso 27 settembre a Genova Bolzaneto. Qui alcuni esperti di robotica hanno fornito interessanti spunti di riflessione per chi, ancora, crede che i robot “ruberanno” posti di lavoro. L’argomento è stato introdotto da Matteo Bonfanti, Direttore della Div. Trasferimento Tecnologico dell’Istituto Italiano Di Tecnologia e dibattuto dall’Ing. Domenico Appendino, Presidente di SIRI – Associazione Italiana di Robotica e Automazione e Vice Presidente del Gruppo Prima Industrie, dalla Prof.ssa Rezia Molfino dell’Università di Genova e dal Segretario Generale dell’Istituto Italiano di Saldatura Ing. Sergio Scanavino.

Il contesto in cui discutere dell’argomento non poteva essere più consono visto che l’applicazione dei robot per la saldatura è stata la seconda dopo l’invenzione del robot stesso e questo perché sin da allora il robot per definizione deve “servire” l’uomo nella pratica di lavori usuranti e potenzialmente pericolosi. Del resto, il termine “robot” deriva dal ceco “robota”, ossia “lavoro servile o servizio sul lavoro”. Bene, ma allora cosa vuol dire che più robot significa più lavoro? Viene più facile pensare che più robot significhi meno lavoro per l’uomo. Su questo tema l’Ing. Appendino e la Prof.ssa Molfino si sono “accesi” e hanno espresso in maniera molto chiara le loro convinzioni.

Da operaio ad operatore

L’uomo da sempre usa l’ingegno per diminuire la fatica e, nei reparti produttivi delle aziende manifatturiere, di lavori “faticosi” ce ne sono molti per svariate ragioni: peso e dimensioni dei pezzi da manipolare, operazioni “sporche”, compiti rischiosi, ripetitivi, alienanti e perché allora non farsi aiutare? Aiutare, non sostituire.

L’uomo deve cavalcare l’innovazione non fermarla. La paura che i robot sostituiscano l’uomo è infondata.

Grazie alla tecnologia e agli sviluppi in corso (intelligenza artificiale in primis) il robot permette di effettuare lavorazioni sempre più sicure preservando sempre di più l’uomo e, anzi, nobilitandolo, perché il robot attualmente, senza l’uomo che fornisce a lui istruzioni, non serve a nulla. Ed è qui che risiede la chiave di tutto il ragionamento. In altre parole: rispetto dell’uomo. Se la si vive così, l’introduzione della robotica in azienda acquista valore perché oltre a velocizzare i processi e garantire una qualità più alta grazie a caratteristiche intrinseche ai robot come ripetibilità e precisione, l’operaio si evolve. Dall’effettuare fisicamente alcune operazioni si eleva e si potenzia diventando “istruttore”, controllore e responsabile di una macchina fornendo il suo contributo al processo da una posizione decisamente più “appagante” e meno faticosa. Questo vale per i robot “classici”, per i più recenti robot collaborativi sino alle più complesse celle robotizzate. Dietro a tutte queste macchine c’è l’uomo che istruisce, programma, controlla e in alcuni casi collabora.

UN NUOVO STABILIMENTO PER ESSERE PIÙ EFFICIENTI

La nuova sede di Roboteco-Italargon in via Sardorella a Genova è uno stabilimento da 3300 metri quadrati, ristrutturato nel tempo record di sole 6 settimane. Con questo nuovo “plant” l’azienda vuole rispondere in modo adeguato alle crescenti commesse che arrivano soprattutto dalla Spagna. Sandro Santamaria, Amministratore Delegato della società afferma: «inaugurare questo nuovo sito produttivo in una città come Genova, ancora ferita dai recenti e gravi fatti di cronaca, mi riempie di orgoglio perché ci permette di dare il nostro contributo alla “ripresa”, a infondere fiducia agli imprenditori del territorio. Da qui usciranno soluzioni robotizzate per la saldatura di alto livello ingegneristico dedicate per la maggior parte al mondo automotive, un settore molto importante e che continuerà a stimolare lo sviluppo di nuove soluzioni robotiche avanzate e più efficienti. In questo contesto noi siamo certamente avvantaggiati perché la lunga collaborazione con Panasonic ci permette di fare la differenza».

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