Progettare elementi in lamiera piegata: un manuale pratico per l’ufficio tecnico e non solo…

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Per quanto concerne la piegatura della lamiera è evidente che in molte realtà vi è uno scollamento sempre più elevato tra progettazione e produzione con risvolti spiacevoli da entrambe le parti. Questo nuovo testo, specificatamente rivolto a disegnatori e progettisti (ma non solo) vuole essere un rimedio a tale situazione. Ne abbiamo parlato con l’autore, Emiliano Corrieri, che dopo il successo del primo volume “La piegatura della lamiera – le basi e le tecniche operative” ci descrive la sua nuova opera.

Emiliano, questa è la tua seconda esperienza come autore, che feedback hai raccolto dalla prima e cosa ti auspichi per questo secondo lavoro?

A dire il vero non è la seconda in senso assoluto. Ho già pubblicato in passato lavori di tutt’altro genere. Lo è per quanto riguarda il tema della piegatura della lamiera, quello che, ad oggi, mi sta dando più soddisfazioni professionali. Il riscontro che ho avuto dal mio primo lavoro pubblicato con Tecniche Nuove è stato estremamente positivo: inizialmente, grazie alla costante collaborazione con la rivista “Lamiera”, fu proprio l’editore che mi spinse a creare un volume dal taglio pratico che servisse come ingresso per tutti nel mondo della piegatura e devo dire che il successo ci ha colto tutti di sorpresa. Passare le 1300 copie in pochi mesi è un risultato decisamente sopra le più rosee aspettative, a maggior ragione con un lavoro di nicchia come il mio. Se si considera che in Italia, secondo le più recenti statistiche, solo poco meno del 4% dei nuovi titoli immessi sul mercato supera le 1000 copie e che si parla di piegatura della lamiera… beh, diciamo che di fatto è da considerarsi un best-seller nel settore. Un’altra spinta emotiva è vedere che il proprio volume viene scelto e “brandizzato” da realtà come Amada e Warcom, tra le altre, per essere utilizzato come omaggio speciale per i clienti… Insomma: il feedback è senz’altro positivo. Ciò che mi aspetto per questo secondo lavoro non è tanto superare le copie del primo (anche se ovviamente ci spero), quanto avere una buona efficacia nella diffusione del suo contenuto.

Perché nel tuo secondo libro hai deciso di puntare sulla progettazione?

Durante i corsi di formazione che teniamo presso la nostra sede o presso quella dei clienti abbiamo notato che molto spesso sono i progettisti che hanno bisogno di conoscere gli aspetti più pratici e di fondo del processo. In particolare, in molte grandi realtà ma non solo, lo scollamento tra la progettazione e la produzione è sempre più elevato con risvolti piuttosto spiacevoli da entrambi i lati. Quando manca la consapevolezza non si è abituati a farsi delle domande, a porsi delle questioni e così capita che sempre più spesso avvengano errori di progettazione anche grossolani in maniera sistematica. Dopo oltre 500 iscritti e 80 aziende, alcune con oltre 1500 dipendenti, mi sono reso conto che il mercato ha un po’ viziato di cattive abitudini la gestione del lavoro. Mi spiego: l’abitudine alla tecnologia, al tutto e subito, alla ricerca del risultato a breve termine e, in molti casi, all’estenuante rincorsa dei prezzi, ha aumentato la tendenza dei reparti a lavorare per compartimenti stagni. Chi è in ufficio spesso non visita la produzione con il risultato che non si educa a capire cosa si può fare e cosa no. Ma non solo: quando ci si abitua troppo a questa tendenza, si crede che sia tutto possibile o quasi, mentre in realtà i colleghi alle presse devono lottare per ottenere un risultato che fatica ad arrivare. È vero che la tecnologia aiuta molto. A partire dai CAM per piegatura, che danno subito l’idea di cosa può essere effettivamente portato a termine e in che modo, ma guai a credere che si possa far a meno della conoscenza e delle competenze trasversali. In senso generale penso che la tecnologia in piegatura non deve sostituire la capacità e la conoscenza umana, ma amplificarla. In ogni caso, anche laddove ci siano dei progettisti “freelance” che demandano la produzione a più fornitori, magari a distanza di centinaia di chilometri credo che ci sia il bisogno di conoscenza del processo. Attraverso ciò si possono abbattere enormemente gli sprechi.

Quali sono i principali argomenti che vengono trattati?

Nel testo vengono ripresi velocemente alcuni concetti base già visti sul primo ma soprattutto ci si addentra in maniera chiara negli studi di fattibilità effettuabili grazie alla conoscenza di determinati strumenti. Si parla della teoria che ho cercato di spiegare in maniera più chiara possibile grazie anche all’aiuto dei video facilmente consultabili inquadrando i codici QR inseriti nei paragrafi. Oltre a consigli e tecniche per disegnare e progettare in maniera più “amica della piegatura”. Come dico sempre, il processo di piegatura rappresenta uno dei capitoli più complessi della lavorazione della lamiera e della deformazione. Questo perché risente di molteplici variabili che risultano del tutto trascurabili nei passaggi precedenti della filiera.  Ecco che tenere conto già in fase di disegno e progettazione di tali potenziali problematiche tende a rendere il flusso produttivo molto più snello nella sua globalità. Si tratta inoltre il tema spesso fondamentale del “reverse engineering”, ossia di quelle famose “tabelle esperienziali” dei ritiri che molte aziende hanno compilato con anni di prove. Oggigiorno, il dilagare dei software di modellazione anche tra i terzisti ha reso necessaria la conoscenza di determinati parametri e, soprattutto, come inserirli correttamente in maniera scientifica anziché casuale. Parlo ovviamente dei raggi interni e del fattore k e introduco un metodo estremamente semplice ed interessante per poter ricavare i valori corretti e specifici per la propria produzione, con il proprio materiale e gli utensili di cui si dispone con precisioni molto spesso sbalorditive.

Il tuo primo libro ha riscosso successo a vari livelli: operatori alle macchine, impiegati in ufficio tecnico, commerciali e via dicendo. Questa seconda opera invece è dedicata esclusivamente ai progettisti?

Il mio pensiero è andato prima di tutto ai disegnatori delle aziende terziste e alle diatribe che nascono spesso con la produzione; la mia fortuna più grande è stata poter vestire entrambi i ruoli, ciò mi ha permesso di conoscere le difficoltà di ognuno e di quanto sia difficile superarle. Un disegnatore deve essere un po’ piegatore per potersi rapportare con la produzione, ma mi rendo perfettamente conto che ciò non è affatto semplice o scontato. Questo nuovo lavoro vorrebbe essere una sorta di “collega operaio esperto tascabile”; un collaboratore che possa fugare i dubbi e al quale poter chiedere liberamente ciò che per forza di cose sfugge in ufficio tecnico. Ma prima dei disegnatori ci sono i progettisti a cui spesso importa sostanzialmente il pezzo finito più che il metodo in cui verrà realizzato. Credo tuttavia che progettare in modo più consapevole vada a tutto vantaggio dell’efficienza e, quindi, del risparmio. Infine, anche i commerciali hanno un ruolo fondamentale e possono trarre spunti da questo nuovo lavoro: rappresentano il primo stadio della filiera e la loro responsabilità è molto grande; un commerciale impreparato o inconsapevole può trasformare un buon guadagno in una perdita ingente solo per un banale errore di valutazione. In ogni caso il libro è dedicato sicuramente a tutti gli appassionati di questo mestiere che, a giudicare dalla grandezza delle community che si sono formate in questi ultimi anni (cito ad esempio la pagina Facebook di Accademia della Piegatura, ma ancor di più il gruppo “Lamiera e Lamieristi”) non sono proprio pochi…

Anche questo volume entrerà a fare parte dei testi di riferimento per i corsi di Accademia della Piegatura?

Certamente. Abbiamo già sperimentato con grande successo dei corsi specifici per i progettisti e i disegnatori avvalendoci della collaborazione di professionisti esterni. Uno tra tutti Umberto Fioretti, formatore professionista in ambiente Solidworks e autore della prefazione del nuovo libro, con il quale è stato tenuto lo scorso giugno una bellissima sessione molto partecipata e dedicata esclusivamente alla piegatura della lamiera. La cornice è stata quella di Adriatica Industriale di Corato, Bari che ci ha dato la possibilità di spiegare il processo a progettisti e disegnatori circondati da presse piegatrici in un format rivoluzionario che mi piace descrivere con lo slogan “dalla pratica alla teoria”. Ogni volta che c’era un dubbio o per fornire la dimostrazione alle formule ci è bastato accendere una macchina, piegare una provetta e misurare. Il format verrà sicuramente replicato, dato l’entusiasmo del pubblico.

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BOX

INFORMAZIONI PRATICHE

Titolo: Progettare elementi in lamiera piegata

Autore: Emiliano Corrieri

Casa Editrice: Tecniche Nuove

Foliazione e rilegatura: 128 pagine – Brossura

Formato: 17×24 cm

Prezzo: 19,90€

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