Tecnofiniture, chi ben comincia…

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… è a metà dell’opera, recita un noto proverbio, che ben si adatta a introdurre l’azienda incontrata a un tiro di schioppo da Torino. È grazie al suo scrupoloso lavoro, infatti, ovvero la pulitura di pezzi in alluminio e acciaio inox, eseguita sia con le mani dell’uomo che del robot, che gli stessi possono poi diventare, con i successivi trattamenti superficiali, prodotti d’eccellenza.

Anche se chiunque si occupi di rivestimenti superficiali sa benissimo che sia la fase più importante e delicata in ogni processo, galvanico e non, chissà perché la pulitura non ha ancora ottenuto i riconoscimenti che si merita, sia sul piano professionale che economico, quasi fosse una lavorazione semplice e alla portata di tutti. La risposta è che forse nel mercato sono davvero poche, se non uniche, realtà come la Tecnofiniture S.r.l. di San Mauro Torinese (TO) la quale, impiegando personale altamente specializzato, macchinari all’avanguardia e prodotti accuratamente selezionati, affronta con rigore scientifico ogni lavorazione, in base, sia al tipo di materiale di cui i pezzi che le arrivano sono fatti, sia al successivo trattamento a cui quegli stessi pezzi verranno sottoposti. Già perché, come spiega il responsabile commerciale, Roberto Marconi, un conto è smerigliare, satinare o lucidare componenti di alluminio che poi verranno anodizzati e un altro è eseguire quelle medesime operazioni su pezzi di acciaio inox destinati alla cromatura. Ed è con queste attenzioni che la ditta piemontese sta conquistando sempre più considerazione in settori industriali di grande pregio, contribuendo nel contempo a dare alla propria attività un’immagine più consona al suo reale valore.

In pole position l’automotive

«In effetti, anche se non tutti lo sanno, c’è una bella differenza fra pulire un pezzo per la cromatura e un altro per l’ossidazione anodica, che sono i trattamenti superficiali poi eseguiti da nostri qualificati partner – ribadisce Marconi, cinquantadue anni, di cui trentanove passati ad occuparsi di pulitura di metalli –, se il primo, infatti, è un trattamento coprente, il secondo, invece, attuato solo sull’alluminio, scopre. Nei due casi ci vuole una cura particolare, però con diverse accortezze. Diciamo che con l’alluminio, materiale più delicato rispetto all’acciaio inox, bisogna essere molto morbidi nel contatto con le spazzole per evitare di aggredirlo, ovvero di scaldarlo e deformarlo. In entrambe le situazioni il nostro intervento può incontrare ostacoli, talvolta insormontabili, laddove sulla superficie del pezzo vi siano micro crateri provocati dalle lavorazioni meccaniche, stampaggio, imbutitura, stiro curvatura estrusione, a cui lo stesso è stato precedentemente sottoposto. Quando ciò capita, e purtroppo non è un fatto infrequente, analizziamo il difetto insieme al responsabile del trattamento chimico successivo per valutare se il particolare in questione può essere comunque inserito nel flusso oppure scartato. Effettuare in tali frangenti una rigorosa selezione è importantissimo per evitare il rischio che un pezzo non perfettamente in tolleranza blocchi una linea di montaggio con i pesanti addebiti che ne seguono».

Addebiti che possono essere molto onerosi perché i settori serviti dalla Tecnofiniture con i suoi trattamenti di smerigliatura, satinatura e lucidatura sono di una certa rilevanza nel mondo industriale, nei quali è diventata un punto di riferimento per marchi prestigiosi. «Oggi per noi il primario comparto di sbocco è quello dell’automotive che assorbe il 60% dell’attività produttiva – informa il nostro interlocutore – e in tale ambito trattiamo particolari di primo montaggio che poi giungeranno a case automobilistiche del calibro di Ferrari, Maserati, Rolls Royce, Mercedes, Alfa Romeo, Peugeot, Audi. Nell’elenco dei comparti serviti vi sono poi il motorcycle, l’arredamento, il navale, il ferroviario, la domotica…».

Uomo e robot, sinergia vincente

«Il nostro principale punto di forza, che è poi quello che ha decretato il successo della Tecnofiniture in campo nazionale e non solo – afferma il responsabile commerciale – è la capacità di garantire una produzione molto vicina allo scarto zero, per l’esattezza attorno al 2-3%, limite accettato nella produzione dei particolari automotive in quanto per le case automobilistiche il risultato finale deve essere scarto pari a zero. Un risultato così eclatante è il frutto di ingenti investimenti (circa 5 milioni di euro solo nell’ultimo quinquennio) che hanno riguardato ogni aspetto del nostro mestiere, dall’acquisto di macchine manuali e impianti robotizzati di ultima generazione, alla scelta accurata dei nastri per smerigliare, dalla grana 36 alla 1.000, delle spazzole, sia in cotone che in sisal, prodotto vegetale ricavato dall’Agave, una pianta grassa, e delle paste abrasive, senza escludere, naturalmente, una continua formazione del personale mirata, non solo ad addestralo al meglio ma pure, a motivarlo e a gratificarlo, anche sotto l’aspetto retributivo. Un errore che poi ci siamo guardati bene dal commettere, a differenza di altre aziende del settore, è quello di non avvalerci solo dell’apporto del robot, ma di lasciare il dovuto spazio anche alla manualità». Questa alternanza uomo e robot abbiamo avuto modo di appurarla nella lunga camminata all’interno dei 4.000 m2 dello stabilimento dove articoli per auto, come contorno vetri, barre tetto, terminali di scarico e molteplici altri particolari per i settori summenzionati, quasi sempre, passano, dapprima nelle mani dell’operatore, che, essendo dotato di grande competenza, identifica e interviene velocemente su difetti e punti critici, e poi in quelle del robot, il quale può così esprimersi al massimo delle sue potenzialità usando le 4-5 spazzole di cui è fornito. «Il parco macchine è di tutto rispetto – interviene Marconi. Esso è costituito da 11 isole robotizzate a braccio antropomorfo, da 40 postazioni manuali con spazzole e nastri di ogni genere e da 6 pulitrici di profili piani a controllo di geometria».

Buone nuove per il futuro, anzi di più

Quando chiediamo a Marconi di parlarci del prossimo futuro la sua espressione, fin qui compiaciuta, diventa raggiante: «In virtù dell’acquisizione di un’importante commessa da un grosso cliente tedesco del settore motorbyke, relativa alla pulitura di circa 30 componenti di una nuova moto Bmw che verrà a breve lanciata sul mercato, le nostre maestranze, nell’arco di un paio d’anni, passeranno dalle attuali 50 unità a quasi 80, mentre la crescita del fatturato è stimata in circa il 60%. È già stato pianificato l’inserimento di nuovi impianti per far fronte a questa che si annuncia come un’imponente mole di lavoro, ovvero altre 4 isole robotizzate, mentre i magazzini sono già pronti. Al momento stiamo presentando le campionature finali, dopo di che partiremo con questa emozionante avventura. Sempre riguardo al domani il nostro impegno continuerà ad esser teso a nobilitare il mestiere di pulitore cercando di togliergli di dosso l’ingenerosa nomea di “brutta bestia” che lo ha ingenerosamente contraddistinto per troppo tempo, anche per via del fatto che è un lavoro su cui non si può condurre una ricerca o decidere a tavolino con degli ingegneri. In particolare l’obiettivo che ci poniamo è fare in modo che i nostri trattamenti raggiungano uno standard d’eccellenza e che tale risultato si possa ripetere all’infinito senza nessuna variazione negativa in termini qualitativi».

L’ultimo tema affrontato è la sostenibilità ambientale ed è sempre Marconi a parlarcene, esternando un certo disappunto in merito: «Le normative ambientali, diventate sempre più severe negli ultimi anni, hanno reso davvero difficile ed oneroso smaltire l’ingente mole di rifiuti che produciamo, costituita da polveri generate dallo sfregamento delle paste abrasive nonché dai residui di nastri e spazzole».

Isola di pulitura robotizzata.

Tecnofiniture: esperienza e alta tecnologia nei processi di pulizia

Impianto di lavaggio ad ultrasuoni.

Tecnofiniture nasce nel 2010 a San Mauro Torinese (TO) per opera della famiglia Ferr-Marconi, dopo che la stessa ha maturato parecchi lustri di esperienza nel settore apprendendo e sviluppando tutti i segreti dei processi di pulitura dei metalli. Nel proseguire la medesima attività l’azienda, investendo in moderne tecnologie automatiche e robotizzate, specie nella spazzolatura, si orienta però verso un mercato d’élite, costituito principalmente da prestigiose case automobilistiche (Ferrari, Maserati, Rolls Royce, Mercedes, Alfa Romeo, Peugeot, Audi). Ad oggi essa è l’unica realtà Italiana che ha un lavoro con numeri significativi nei componenti di primo montaggio per le sopra citate cause automobilistiche. A completare il prezioso servizio della ditta torinese vi sono poi partner specializzati nella cromatura e nell’’ossidazione anodica. Le migliaia di pezzi trattati ogni giorno, con dimensioni variabili da pochi centimetri ad oltre 2 metri, sostanzialmente, in pari quantitativi, sono di due materiali: alluminio e acciaio inox. In possesso della certificazione di qualità ISO 9001 e di quella ambientale ISO 14001, Tecnofiniture serve una trentina di clienti (quasi tutti grandi fornitori dei comparti suddetti), impiega 50 dipendenti e fattura circa 4 milioni di euro.

Un’attività che abbraccia l’etica

Spazzolatura robotizzata.

Le attese della società civile e delle comunità locali si sono evolute considerevolmente negli ultimi anni. Sono divenute sempre più sensibili al comportamento etico delle imprese e hanno imparato a riconoscere, dietro il prodotto, il processo produttivo che lo ha generato. In considerazione di ciò, Tecnofiniture si è attivata per intraprendere uno stile gestionale socialmente responsabile, orientato al coinvolgimento di tutti i soggetti con cui entra in contatto e al controllo della filiera. È stato così redatto un codice etico che si articola in tre punti, di seguito espressi in estrema sintesi:
1) I valori fondamentali. Essenza della nostra azienda, essi sono: integrità, imparzialità e indipendenza, riservatezza, responsabilità sociale e ambientale, rispetto di tutte le persone e concorrenza leale.
2) Il comportamento verso i lavoratori. Garantire ai minori di 18 anni una formazione qualificata. Garantire un ambiente di lavoro sicuro e non malsano. Non vietare, ostacolare o penalizzare l’attività sindacale. Selezionare i lavoratori in base a competenze e capacità, trattarli allo stesso modo e offrirgli pari possibilità e condizioni. Manifestare rispetto per i lavoratori nelle azioni, nelle parole e nei comportamenti. Assicurare ai lavoratori lo stipendio per una vita dignitosa.
3) I principi chiave. Applicare rigorosamente il codice etico. Ispirare la propria condotta ai principi di trasparenza, onestà ed equità. Osservare le leggi e la regolamentazione dei paesi in cui si opera. Lottare contro la corruzione.

di Mario Palmisano

www.semprepresenti.it

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