La pneumatica per i prodotti bio ad alto valore aggiunto

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La pneumatica, per la sua caratteristica a basso impatto sia sui prodotti sia sull’ambiente, si presenta come candidata ideale per intervenire in processi di produzione e trattamento di alimentari bio. La pneumatica si propone quindi come interlocutore principale per la soluzione delle problematiche del settore biologico.

L’importanza e lo sviluppo sempre piĂą evidente del mercato degli alimenti bio sono un’opportunitĂ  importante per l’industria e la progettazione ingegneristica. La possibilitĂ  di sbocco per macchine e impianti che rispondono a esigenze sempre piĂą specifiche di fare fronte ad esigenze sul campo per la raccolta ed il trattamento di prodotti dell’agricoltura rendono la pneumatica un interlocutore chiave rispetto agli imprenditori. La pneumatica come trasmissione di potenza e fonte di realizzazione di sistemi e processi automatici, come anche via per l’attuazione, è un interlocutore ideale nel biologico, essendo in grado di intervenire con alta tecnologia e ampia offerta di soluzioni in un ambito in cui si rispetta l’ambiente e non si introducono contaminazioni e inquinamenti nĂ© del prodotto nĂ© dell’ambiente. L’aria, infatti, quando non lubrificata, è un fluido che può trasmettere potenza in modo completamente libero da ogni impatto ambientale.

Figura 1 – Mercato bio negli ultimi anni in miliardi di euro.

I dati del biologico

Nei primi due decenni degli anni Duemila il comparto biologico alimentare ha manifestato un decisa crescita: a livello globale, le vendite sono passate da valori prossimi a zero nei primi anni ’90 a vendite al dettaglio per più di 100 miliardi di euro nel 2019. A oggi il mercato dell’alimentare biologico vale più del 2,5% del mercato alimentare globale. Secondo dati riferiti da Monitor–Ecovia Intelligence, lo sviluppo del mercato dei prodotti alimentari biologici ha seguito l’andamento fortemente crescente come si vede in Figura 1: dal 1997 al 2018 il valore del mercato di prodotti biologici è più che decuplicato. Gli Stati Uniti d’America dominano il mercato mondiale del biologico: essi rappresentano circa la metà del valore totale del mercato. In Europa la Germania e la Francia hanno ciascuna circa il 10% del mercato globale e, insieme, rappresentano la quota maggiore del valore del mercato dei prodotti alimentari biologici europei. Poco meno della metà del mercato globale è attualmente rappresentato dagli scambi negli USA e circa il 40% in Europa. Il mercato Ue dei prodotti alimentari biologici era nel 2020 pari a circa 40 miliardi di euro, come riferisce FiBL & IFOAM, con un incremento di quasi 8 punti percentuali negli ultimi anni. In aggiunta, la spesa media pro-capite per alimenti da agricoltura biologica è arrivato recentemente oltre i 50 euro, con incrementi significativi da un anno al successivo.

Figura 2 – Mercato bio in miliardi di euro nei dieci paesi maggiori consumatori bio.

In Figura 2 si vede l’andamento del valore del mercato dei prodotti alimentari biologici nei paesi maggiori consumatori bio, nel 2018 (FiBL & IFOAM, 2020). In Europa i consuma- tori dimostrano grande interesse per i prodotti biologici. In particolare, si registra una spesa pro capite elevata in Svizzera, dove quella annua è oltre 300 euro; in Danimarca e in Svezia la spesa pro-capite raggiunge un valore ragguardevole, superando i 200 euro. La stessa Danimarca è, all’interno del contesto europeo, la nazione in cui il biologico raggiunge la più alta quota rispetto al mercato alimentare totale trattato nell’intero paese: in Danimarca il biologico rappresenta più del 10% del mercato alimentare. Alle soglie degli anni ’20, il mercato del biologico italiano si colloca al terzo posto nel contesto europeo, con un valore di vendite al dettaglio alle famiglie che raggiunge i 3.5 miliardi di euro.

Si noti che l’incremento del mercato italiano del biologico da un anno all’altro è ben più alto della media europea: in Italia l’incremento è stato, negli ultimi anni, superiore all’11%, in Europa è mediamente del 9. Attualmente le vendite per esportazioni all’estero di prodotti biologici italiani rappresentano oltre un terzo della produzione nazionale di tutto il comprato biologico: quasi 2.5 miliardi di euro, il 35% del totale del comparto.

Figura 3 – Vendite bio in Italia, in miliardi di euro, e percentuale per i diversi canali di vendita.

Il volume di vendite più alto compete, come rappresentato in Figura 3, alla Grande Distribuzione Organizzata, che tratta un’ampia parte del mercato del biologico italiano. Seguono i negozi specializzati e la ristorazione collettiva e commerciale. Canali di vendita minori, ma importanti, sono mercatini, farmacie, parafarmacie; infine, i negozi tradizionali e di vicinato trattano una parte minore, ma significativa.

Per quanto riguarda l’andamento di vendite del bio nella Grande Distribuzione, esse sono più che quadruplicate negli ultimi 10 anni. Anche nei supermercati economici (discount) si ha un andamento particolarmente positivo con un aumento di circa 25% nell’ultimo anno. Questo andamento è certamente influenzato dal fattore prezzo che risulta significativo per prodotti acquistati in catene di supermercati economici, rispetto a quelli presenti nella grande distribuzione tradizionale: in quest’ultima, infatti, il premio di prezzo in più, per un prodotto biologico rispetto ad uno corrispondente convenzionale, va dal 10% al 30%. A testimoniare la vivacità del mercato bio un dato è certo significativo: dal 2010 a oggi, la crescita media annua delle vendite dei prodotti biologici nella Grande Distribuzione è stata del 12% circa.

Figura 4 – Canali di consumo bio in Italia in miliardi di euro ed esportazione.

In Figura 4 si ha un confronto del valore del mercato bio consumato in casa, fuori casa e destinato ad esportazione: nel contesto italiano, oltre ai consumi cosiddetti a casa, di circa 3.5 miliardi di euro, hanno un peso importante anche quelli fuori casa che rappresentano piĂą di mezzo miliardo di euro.

Il biologico italiano si attesta su un giro d’affari di più di 4 miliardi di euro, che rappresentano circa il 3% della spesa alimentare degli italiani. A questi valori si aggiungono quelli delle esportazioni di prodotti biologici, un comparto che è più che raddoppiato nel corso decennio appena trascorso.

 

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