Gli imprenditori lombardi sono ottimisti

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Migliora nel primo trimestre del 2021, la fiducia degli imprenditori lombardi sull’andamento della propria azienda rispetto a quanto emergeva nel luglio 2020. Questo è quanto si evidenzia dall’analisi dell’Osservatorio MECSPE focalizzata sulla Lombardia. L’indagine, condotta da GRS Ricerca e Strategia, che ha coinvolto un campione di 340 aziende lombarde del manifatturiero italiano, rivela che gli imprenditori lombardi continuano a credere in se stessi, come rivela l’indice di fiducia generale che posiziona il loro stato d’animo, in una scala da 1 a 9, su un livello “medio” rispetto allo scenario attuale.

La situazione personale è giudicata sufficiente, con più della metà del campione che si mostra soddisfatto dell’andamento della propria azienda (52%, rispetto al 30% di luglio 2020), mentre più di 6 imprenditori su 10 ritengono che l’attuale portafoglio ordini sia adeguato ai livelli di sostenibilità finanziaria della propria società. Si tratta di una percentuale totalmente ribaltata rispetto al sentiment registrato lo scorso anno, quando il 61% aveva risposto negativamente alla stessa domanda.

Considerando, invece, i fattori esterni all’azienda, l’indice diminuisce gradualmente: da un livello 6 di fiducia per l’andamento del proprio settore e per lo scenario economico internazionale, la fiducia passa al livello 5 per lo scenario economico italiano e a livelli ancor più bassi in riferimento alla situazione occupazionale e allo scenario politico italiano (entrambi al livello 4, e rispettivamente ai livelli 4 e 2 nella precedente rilevazione).

Nella programmazione politica relativa a misure di sostegno e d’incentivazione del sistema imprenditoriale, tra gli assi di sviluppo su cui sarebbe più opportuno puntare, le imprese del manifatturiero lombardo hanno pochi dubbi: il 35% sceglie la detrazione per l’acquisto di macchinari e beni strumentali; il 21% indica in generale l’industry 4.0, il 16% la formazione del personale, il 14% l’internazionalizzazione.

Il processo di trasformazione industriale oggi si muove in direzione della sostenibilità. Nonostante le difficoltà del periodo, negli ultimi mesi il 30% delle aziende intervistate dichiara che la sensibilità al tema è aumentata e di avere implementato processi volti alla sostenibilità nella propria azienda. Tra gli aspetti su cui le imprese stanno puntando maggiormente, al primo posto c’è la riduzione dei consumi (39%), seguita da attenzione all’inquinamento e all’impatto ambientale (34%), insieme a un orientamento crescente verso l’eco-sostenibilità dei prodotti (19%).

Previsti investimenti in ricerca e formazione

Nel piano per il 2021, le aziende lombarde dichiarano che investiranno in ricerca e innovazione, ambito che si conferma ancora una volta fondamentale per reagire alla crisi. Il 49% degli intervistati è intenzionato a destinare entro l’anno una quota fino al 10% del proprio fatturato (era il 46% a luglio 2020), mentre il 20% si spingerà oltre, tra l’11% e il 20%. Analizzando nel dettaglio le tecnologie su cui ci si orienta maggiormente, emerge il ruolo primario della sicurezza informatica (23% delle risposte), seguita da robotica collaborativa (18%), Internet of things (16%), produzione additiva (14%), cloud computing (11%), Big data (9%), intelligenza artificiale e materiali intelligenti entrambi all’ 8%, simulazione e realtà aumentata/virtuale (6%). In coda le nanotecnologie, introdotte entro l’anno solo dal 4% delle imprese campione.

Gli investimenti in formazione sono considerati dagli imprenditori la migliore strategia per valorizzare il capitale umano in azienda (49%), ma secondo il 36% è altrettanto utile favorire la motivazione e la soddisfazione dei dipendenti con servizi dedicati.

I giovani restano un asset molto importante su cui puntare. Malgrado, infatti, le perplessità e la scarsa fiducia mostrate a livello generale sullo scenario occupazionale, il 54% dei rispondenti all’indagine ha confermato di avere assunto nell’ultimo anno giovani under 35, giudicati i più indicati a rispondere in questo momento alla rapida corsa dei processi digitali della fabbrica: il 27% sta valutando di introdurre giovani specializzati nel campo delle tecnologie 4.0 provenienti da ITS o Università, ma con già un minimo di esperienza lavorativa. Il 16%, inoltre, sta valutando di assumere giovani anche senza una precedente formazione scolastica o lavorativa, predisponendo però percorsi formativi specifici interni, mentre un altro 13% sta predisponendo percorsi formativi interni ai giovani già dipendenti dell’azienda.

Le competenze oggi più ricercate in fase di assunzione riguardano, in primo luogo, le capacità di lavorare in gruppo e le competenze sviluppate sul fronte vendita e post-vendita (entrambe al 28%), seguite dall’utilizzo e programmazione di macchine CNC (21%). Servono capacità anche nell’assistenza tecnica e manutenzione (17%) e nel marketing digitale (16%). L’8% guarda anche a figure con expertise rivolte alla sostenibilità ambientale/economia circolare e il 4% alla prototipazione rapida.

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