La forza di piegatura: teoria e calcoli

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semi-coniatura, piegatura

Uno dei dati fondamentali riguardanti il processo di piegatura è senza ombra di dubbio la cosiddetta “forza di piegatura”. Tale dato è, assieme alla larghezza, quello che delimita in un certo senso l’ambito entro il quale una macchina può lavorare

La matematica empirica della forza di piegatura

Una pressa piegatrice quando viene descritta, in prima battuta, presenta sempre questi due valori, ad esempio: 3 metri, 175 ton ed è proprio grazie a questi due dati che chiunque abbia un minimo di esperienza capisce il campo di applicazione di tale macchina. Ma, spostando il punto di osservazione da chi genera una forza a chi la subisce, possiamo notare che le “certezze” cambiano.

Sì, perché un conto è conoscere, per lo meno da un punto di vista nominale, quanto “spinge” una macchina, un altro è capire quanta forza serve per effettuare una determinata lavorazione!

Quante tonnellate servono per piegare uno specifico articolo?

Esistono diversi calcoli e metodi per capirlo ma la precisione, ahimè, non è mai una certezza.

Innanzitutto, c’è da fare chiarezza tra le unità di misura: quella che viene da sempre chiamata forza, dovrebbe essere espressa in Newton e non certo tonnellate; è tuttavia accettabile e ormai assunta la semplificazione che vuole la medesima forza espressa in KN (chilo-Newton) e arrotondata in tonnellate aggiungendo o togliendo uno zero come nell’esempio sottostante:

50Ton=500KN

Questa semplificazione è proposta in alcuni regoli per piegatura o nelle portate dichiarate sugli utensili.

Ma come viene calcolata la forza di piegatura?

di Emiliano Corrieri

 

 

 

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