La questione dei raggi interni: dove la teoria e la pratica si separano

Condividi

Una delle questioni più spinose inerenti al processo di piegatura è senza ombra di dubbio la corretta individuazione degli sviluppi. Il raggio interno di piega è spesso fonte di problemi.

Per “sviluppo” si intende semplicemente la forma e le dimensioni ottimizzate di un pezzo piano affinché, una volta piegato, risulti conforme. Ci sono molti aspetti da considerare come i fisiologici fattori di variabilità e le condizioni di lavoro. Ognuna di queste componenti concorre a suo modo nella dimensione del raggio interno di piega.

Di cosa stiamo parlando?

È molto interessante verificare come la grandezza e la forma del raggio interno di piega risultino estremamente differenti se la materia viene trattata con un approccio esclusivamente teorico rispetto a una valutazione realistica. Di fatto, il raggio interno che si sviluppa naturalmente durante la deformazione della lastra è un valore puramente matematico e che non è perfettamente replicabile in produzione, ma che serve a individuare un metodo di previsione degli sviluppi.

In tutti i criteri teorici si assumono i valori di raggi perfetti nella forma con qualsiasi angolo di piegatura. La realtà dei fatti, purtroppo, è molto più complessa. Per fare un parallelo è interessante quanto esposto nelle Figure 1 e 2, dove si vede il confronto (esplicativo) tra la forma che assume un raggio di piegatura al variare dell’angolo di piega. Quando l’angolo è ottuso assume una forma simile alla cupola del Pantheon, molto schiacciata al centro. Quando l’angolo è acuto, la forma del raggio di piega assomiglia di più alla sagoma della cupola del Brunelleschi, il noto duomo di Firenze e, quindi, con un insieme di raggi più ampi nelle zone periferiche e che si congiungono a un raggio più ridotto al centro. Quando l’angolo diviene molto acuto la situazione precedente si acuisce e il raggio di piegatura assume una forma simile alla sagoma della Mole Antonelliana di Torino. Come mostrato in Figura 2, è evidente la differenza tra i raggi perfetti, tipici dei criteri teorici e i raggi reali.

 

Articoli correlati