A un anno e mezzo dal primo lockdown il settore degli stampi sta riprendendo respiro. Ma per restare sui mercati internazionali e continuare a fare margini occorre andare oltre l’aspetto tecnico dello stampo. Ci vogliono più efficacia, più digitale, più servizi e meno burocrazia.
«L’innovazione resta la chiave di volta per la ripartenza anche per il settore degli stampi, assieme alla formazione, all’inserimento di giovani specializzati e a un’attenzione crescente verso la sostenibilità», dice convinto Giovanni Corti, direttore dell’Unione Costruttori Italiani Stampi e Attrezzature di Precisione (Ucisap). Innovazione che in questo caso fa rima con digitalizzazione dei processi di produzione, motivo per cui il 4 maggio scorso Ucisap, in collaborazione con Ewikon e con Warrant Innovation Lab ha organizzato il webinar “Lo stampo 4.0? Normative e tecnologie”.
Gli stampisti resilienti guardano alla ripartenza
A un anno e mezzo dal primo lockdown il comparto degli stampi si sta dimostrando sufficientemente resiliente, reagendo positivamente alla crisi che l’anno scorso ha frenato in parte la produzione, soprattutto degli operatori che hanno un business collegato all’automotive. «Il settore automobilistico durante il primo lockdown si è praticamente bloccato, ma dall’inizio del 2021 si vedono segnali di ripartenza», spiega Corti. Certo le incognite non mancano. Uno studio realizzato da Endava, società britannica specializzata in consulenze sulla digitalizzazione, evidenzia, infatti, come le case automobilistiche – impegnate nella sfida dell’utilizzo degli stabilimenti e l’incerto sviluppo dei ricavi – nel corso di quest’anno si concentreranno soprattutto sulla riduzione dei costi, con maggiori criticità per la filiera delle forniture, stampisti inclusi. «In questo momento nell’automotive ci sono tensioni sui prezzi con richieste di forti riduzioni e alcune imprese italiane hanno preferito non accettare la domanda dei committenti perché il prezzo richiesto era eccessivamente basso», osserva Corti. Ma per il futuro il direttore di Ucisap resta positivo. «Anche se permane la problematica legata all’approvvigionamento delle materie prime – afferma Corti –, che in alcuni casi scarseggiano e in altri subiscono fluttuazioni di prezzo importanti nel breve periodo, sono convinto che presto anche questo aspetto sarà risolto».
Efficienza indispensabile per competere
Una cosa è certa: per guardare con progettualità al futuro, l’ingegno e l’inventiva che hanno finora premiato le Pmi made in Italy non basteranno più. Oggi per competere sui mercati internazionali l’unica arma vincente, a cui nessuno può rinunciare, è l’efficienza produttiva che può essere raggiunta solo sposando un’organizzazione 4.0. Il che significa avere macchine intelligenti, capaci di comunicare tra loro, di controllare nei minimi dettagli la produzione, velocizzarla, ridurre al minimo il margine di errore e i conseguenti sprechi.
Elementi smart che fanno la differenza
Ciò non sempre vuol dire investire in costosi macchinari di nuova generazione. A volte basta un solo elemento smart per innovare e stare al passo con i competitor. Un esempio viene da Smart Controll di Ewikon, un vero e proprio computer con una memoria importante che ha la funzione primaria di registrare per tutta la vita dello stampo alcuni parametri fondamentali del canale a caldo e di tutte le unità a esso collegate per il funzionamento dello stampo. Le sue funzioni primarie sono: controllo della trasparenza di processo e la sua valutazione; capacità di sviluppare una vera e propria rete dell’unità produttiva; diagnosi e assistenza remota; simulazione analogica indiretta. Inoltre è in grado di offrire un’assistenza virtuale continua, dato che è capace di dialogare con lo stampo per risolvere problematiche o migliorare le prestazioni (come il cambio colore). Infine con Smart Controll è possibile fare manutenzione preventiva: lo stampo può da solo inviare una mail a un determinato indirizzo nel momento in cui ha raggiunto un numero di battute tali da richiedere un certo tipo di manutenzione sul canale caldo. Questo particolare prodotto può essere collegato sia a macchinari di nuova generazione sia a macchinari datati ed essendo certificato per l’Industria 4.0 può beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalla legge.
Non solo agevolazioni fiscali
«Ma Industry 4.0 non deve essere intesa solo come risparmio fiscale, bensì come opportunità per riammodernare l’officina, per monitorare costantemente la produzione, per avere i costi sotto controllo, verificare dove e quando si sono avute problematiche, intervenire prontamente in caso di necessità, prevenire guasti che potrebbero impattare su produzione – prosegue Corti –. Tutti dati e informazioni che consentono di fare un salto qualitativo di efficienza ed è un percorso ormai obbligato per tutte le imprese che vogliono continuare a stare sul mercato. Anche perché per continuare a fare margini si può lavorare solo sull’ efficienza – avverte il numero uno di Ucisap – oltre chiaramente ai servizi correlati che sempre più clienti chiedono alle realtà di settore».
Insomma, oggi lo stampista è qualcosa in più di uno stampo di qualità. Il committente desidera sempre più spesso servizi come certificazioni o test sui pezzi finali, piuttosto che assistenza pre e post vendita, e capacità di visione. «Non è un percorso nuovo – sostiene Corti – tanto che le aziende più illuminate già offrono queste possibilità, ma può diventare un percorso diverso, più diffuso e strutturato. Per esempio, alcune case hanno messo a disposizione aree in officina per fare test con i clienti. Scelte vincenti che dovrebbero essere condivise da tutti gli operatori del settore. Ci vuole un cambio culturale che porti tutti ad andare oltre l’aspetto tecnico dello stampo».
Meno burocrazia aiuterebbe il processo di innovazione
Certo per una ripartenza decisa del settore servirebbero poi norme più semplificate e più chiare. «Oggi gli imprenditori hanno bisogno di avere certezza su ciò a cui vanno incontro, senza avere troppi cavilli burocratici che fanno solo perdere tempo – conclude Corti -. Ci vogliono più ore di lavoro per partecipare a un bando che a produrre uno stampo. Ci vorrebbe una rivoluzione 4.0 anche nell’amministrazione pubblica e fiscale».
di Nadia Anzani