Un nanogeneratore triboelettrico ottenuto dal mix di abete rosso e silicone

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Legno di abete rosso, silicone e un pizzico di nanocristalli. È la ricetta per un nuovo tipo di nanogeneratore triboelettrico messo a punto al Politecnico di Zurigo in grado di generare energia pulita dai pavimenti. Trasformando i passi in elettricità, il prototipo di parquet riesce ad alimentare luci a LED e piccoli elettrodomestici. Elettricità prodotta sfruttando l’effetto triboelettrico, ovvero una piccola quantità di elettricità statica che viene generata dal contatto e dallo sfregamento di superfici, e poi immagazzinata. La novità di questo nanogeneratore triboelettrico è il materiale impiegato: il legno, di per sé, non ha le proprietà adatte; anzi, è tra i materiali peggiori per questo tipo di applicazioni.

Un legno molto speciale

Ma in realtà come funziona il nanogeneratore ideato dall’équipe guidata da Guido Panzarasa? Il prototipo ha le dimensioni di un foglio di formato A4 e consiste in un panino: due sottili strati di legno, rivestiti di materiali diversi che ne esaltano le proprietà triboelettriche. Uno strato ha un cappotto di silicone, che essendo tribonegativo tende a guadagnare elettroni al contatto. L’altro invece è imbottito di nanocristalli che sono tribopositivi, cioè cedono elettroni. Aggirato il problema di rendere il legno un buon materiale triboelettrico, i ricercatori hanno poi testato diverse essenze per trovare quella che garantisce la migliore efficienza. La scelta finale è caduta sull’abete rosso, il legno degli Stradivari e delle foreste del Nord-Est devastate dalla tempesta Vaia nel 2018. Se tagliato in modo radiale, l’abete rosso permette di generare fino a 80 volte più elettricità rispetto ad altre varietà di legno. Con il proof-of-concept di formato A4 del nanogeneratore triboelettrico.

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