Materiali a cambiamento di fase per la climatizzazione passiva

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Gli estremi meteo stanno diventando un fenomeno sempre più diffuso e comune. Dalle gelate intense alle ondate di calore mortale, il climate change sposta progressivamente i limiti stagionali. Solo il Canada è riuscito a passare dai -50 °C invernali ai più 50 °C estivi. In un clima sempre più stravolto, i progettisti di sistemi di raffreddamento e riscaldamento cercano oggi alternative più efficienti, in grado di rispondere a tali fluttuazioni senza aumentare il carico sulle reti elettriche e senza incrementare le emissioni di gas serra. Una mano arriva oggi dal nuovo studio della Texas A&M University dedicato agli strumenti di climatizzazione passiva. Qui un gruppo di ricercatori ha sviluppato nuovi compositi di materiali a cambiamento di fase (PCM) capaci di regolare la temperatura ambientale all’interno degli edifici attraverso un processo di produzione più semplice ed economico. Questi compositi possono essere aggiunti direttamente ai materiali da costruzione (ad esempio, la vernice) o stampati in 3D come elementi decorativi per la casa.

Nuove prospettive per l’edilizia green

La possibilità di integrare i PCM nei prodotti edili applicando un metodo scalabile apre opportunità per regolare la temperatura passivamente sia nelle nuove costruzioni che nelle strutture già esistenti – ha affermato Emily Pentzer, professoressa associata presso il Dipartimenti di Scienza e Ingegneria dei Materiali e il Dipartimento di Chimica –. Gli apparecchi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria rappresentano i sistemi più comunemente utilizzati per regolare la temperatura degli immobili residenziali e commerciali. Tuttavia, questi sistemi consumano molta energia e spesso impiegano refrigeranti che contribuiscono all’effetto serra“.

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