Bermat GT-Pista: nella supersportiva componenti stampati in 3D

Condividi

Bermat GT-Pist

Un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4 secondi, cambio sequenziale a sei rapporti ad innesti frontali, carrozzeria in fibra di carbonio e portiere ad ali di gabbiano. «Leggiadra come una gazzella, potente come un’astronave». Con queste parole la nuova sportcar Bermat GT-Pista è stata presentata in esclusiva al pubblico lo scorso 17 dicembre al Museo dell’auto Giovanni Agnelli di Torino.

Una biposto unica nel suo genere, resa speciale anche grazie alla collaborazione con ProM Facilty, il “vicino di casa” di Bermat in Polo Meccatronica a Rovereto. Tecnici e ingegneri del laboratorio di prototipazione rapida dell’hub hightech di Trentino Sviluppo hanno infatti sviluppato e stampato in 3D diversi elementi:

  • le maniglie delle portiere;
  • le ciglia dei fari;
  • i componenti del piantone dello sterzo;
  • le scritte e i loghi presenti sulla carrozzeria.

In questo modo, hanno permesso alla casa automobilistica un livello di personalizzazione estremo.

Bermat: auto supersportive e personalizzabili

La personalizzazione risiede da sempre nel DNA di Bermat, nata nel 2015 con un obiettivo ben preciso: diventare una casa automobilistica di nicchia. Offre a una clientela di fascia medio-alta la possibilità di modulare attraverso un apposito software ogni aspetto, anche meccanico, della propria vettura, andando di fatto a progettarla da zero e rendendola quindi unica e originale.

Fondamentale nello sviluppo dell’auto, ma anche di questa particolare idea di business, è stata la vicinanza con ProM Facility, dove ci sono competenze e macchinari all’avanguardia preziosi nella fase di progettazione e realizzazione delle componentistiche.

Nel caso della nuova GT-Pista il lavoro più complesso è stato fatto per il piantone dello sterzo, i cui componenti non erano standard e dovevano adattarsi perfettamente alla meccanica dell’auto e agli altri pezzi commerciali già esistenti. ProM Facility ha dovuto quindi riprogettarli affinché diventassero funzionali alle esigenze della macchina e li ha poi stampati in Acciaio Inox AISI 316L utilizzando la tecnologia SLM (Selective Laser Melting).

Stessa tecnica è stata sfruttata per la creazione dei loghi e delle scritte, che sono stati prima realizzati in acciaio e titanio, poi satinati, colorati e levigati a specchio. Per le maniglie e le ciglia dei fari, rispettivamente in Nylon PA12 e TPU, è stata invece usata una stampante MJF (Multi Jet Fusion) di HP.

Guarda il video racconto di Bermat – ProM Facility

Articoli correlati

nanoturbina

Nanoturbina origami di DNA

Un team di ricerca internazionale guidato dalla Delft University of Technology ha introdotto una svolta pionieristica nel mondo dei nanomotori:

La nuova norma ISO 21920

L’indicazione della rugosità nei disegni è cambiata. Scopriamo cosa dice la nuova normativa ISO in merito. Da quando i primi