Un esempio di bonifica acustica in ambiente di lavoro

Fabio Calzavara

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Ridurre al minimo i rischi derivanti dall’esposizione al rumore è possibile mettendo in pratica interventi di bonifica mirati e specifici. In questo caso pratico analizziamo l’intervento effettuato nell’area delle pressopiegatrici da un’azienda produttrice di lame da taglio industriali che necessitava di rientrare nei limiti acustici previsti dalla legge.

Il fenomeno “rumore” è da tempo conosciuto come uno dei più subdoli fattori di rischio in qualsiasi contesto, figuriamoci negli ambienti di lavoro dove notoriamente si trascorre gran parte della nostra giornata.

La questione è che molto spesso ci si abitua a una emissione apparentemente accettabile nell’immediato, ignorando che una determinata quantità di energia meccanica ci sollecita, non avendo percezione del degrado che si accumula nel tempo.

Dobbiamo anche sapere che tale degrado non si limita al solo apparato uditivo ma propaga effetti negativi anche su tutto il corpo, determinando ripercussioni ai vari organi e funzioni. Questo significa un impatto negativo sulla vita provocando isolamento in quanto gli sforzi da compiere per comprendere una conversazione o per comunicare sono enormi.

Ogni ambiente di lavoro, si sa, presenta caratteristiche proprie e la fattispecie della lavorazione meccanica presenta molte fonti fastidiose. Sebbene la tecnologia abbia introdotto miglioramenti nelle macchine operatrici molte operazioni ancora devono svolgersi manualmente, inoltre l’elevata meccanizzazione ha moltiplicato i punti di emissione, quali impiantistica ausiliaria che ha necessità di motori, azionamento, scarichi energetici.

Ciò che accade è che dopo aver investito in macchine operatrici sofisticate e dotate di ogni precauzione, permanga una elevata esposizione. Nel disposto del Decreto Legislativo 81/2008, all’articolo 182 si legge che nei casi in cui vi sia esposizione a rumore superiore a 87 dBA, il datore di lavoro adotti tutti i provvedimenti “concretamente attuabili” atti a ridurne il livello, privilegiando gli interventi alla fonte, individuandone le cause e adeguando di conseguenza le misure di protezione e prevenzione per evitare un nuovo superamento.

Il caso qui proposto è relativo a una parte del piano di bonifica acustica di una azienda produttrice di lame da taglio industriali, al fine di ridurre al minimo i rischi derivanti dall’esposizione al rumore dei propri dipendenti.

Risulta alquanto interessante apprendere su come vengano condotti gli interventi di bonifica ambientale (parlando nel contesto del rumore); infatti anche se è necessario occuparsi della progettazione o installazione è utile capire quali sono i fattori importanti e le diverse caratteristiche dei materiali utilizzati per indirizzarsi al professionista giusto per noi.

Vedremo come sia interessante l’approccio iniziale di analisi alle caratteristiche delle emissioni di partenza: non è influente solo il numero ed entità di apparecchiature “emittenti” ma anche il loro posizionamento nello spazio. Dobbiamo poi considerare che il rumore si propaga per via “aerea” ma anche per via “solida”, a causa della contiguità materiale degli ancoraggi.

di Fabio Calzavara e Diego Carpanese

 

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