Strategie per il neofita della piegatura

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Consigli e suggerimenti per un piegatore alle prese con una nuova realtà… e per chi lo accoglie

In questo periodo storico è davvero complesso reperire manodopera specializzata.

Ma non solo!

A fronte di un mercato in spolvero, per lo meno se si volge lo sguardo verso il primo semestre, pur con un grosso aumento delle materie prime e tutti i problemi correlati, si sta vivendo il paradosso del “c’è il lavoro e non i lavoratori”.

Ciò significa che sempre meno persone si affacciano al mondo del lavoro, in particolare nell’ambito manifatturiero.

Le motivazioni, a mio umile avviso, sono molteplici e conseguenza di decenni di condizioni non favorevoli… ma non è questo l’argomento di oggi.

Sì, perché quando capita la fortuna di inserire nella propria squadra una giovane risorsa il primo obiettivo deve essere quello di fargli scoprire il bello che esiste anche in una mansione apparentemente umile e che nella piegatura della lamiera… trabocca.

Tuttavia, spiegare e insegnare con passione non è un lavoro per tutti, sebbene molte volte i naturali maestri avrebbero a disposizione un bagaglio sconfinato di esperienza.

L’ABC

Quando una persona entra in un nuovo ambiente è già immerso nel duro lavoro di comprendere e conoscere gli spazi, le persone, gli usi, i costumi.

È quindi giusto non sovraccaricare di informazioni il neo assunto con la pretesa, magari, che egli capisca tutto al primo tentativo.

Piegare è un lavoro complesso e pone la persona davanti a infinite scelte a differenza di un lavoro da catena di montaggio.

Le informazioni devono essere poche, chiare e precise ma soprattutto accompagnate dalla giusta spiegazione.

Perché scegliere una matrice anziché un’altra?

Quale rapporto lega lo spessore alla larghezza della V?

Per fare ciò torna utilissimo uno storico strumento tascabile: il famoso regolo di piegatura (fig. 1).

Per richiederne uno in versione tascabile, inquadra il codice QR.

Quali sono gli assi della macchina e su cosa agiscono?

Fondamentale è capire a fondo il funzionamento del processo, senza paura di sembrare banali nelle spiegazioni.

Quando una persona vede per la prima volta una cosa non è detto che ne capisca immediatamente le logiche.

Gli assi Y1 e Y2 agiscono sulla traversa per raggiungere l’angolo desiderato, l’asse X sui riscontri posteriori, per raggiungere la lunghezza di piega richiesta…

E così via.

Conoscere e capire il disegno tecnico

Sembra scontato, ma non è detto che la nuova risorsa sia in grado di comprendere il disegno tecnico.

Come dico sempre: fortunatamente al piegatore non è richiesta la conoscenza totale del suo linguaggio.

Quando ha bene in mente le logiche delle proiezioni ortogonali, delle quote e delle tolleranze, delle sezioni è già ad un ottimo livello.

Figura 2 – Un caso tipico di disegno con vista errata

Un piegatore non è un progettista e non deve disegnare una tavola, deve però essere in grado di comprendere se c’è un errore a monte, se il pezzo che sta realizzando è corretto e se non vi sono informazioni contraddittorie o mancanti, condizioni che rendono l’articolo impossibile da realizzare.

Un caso classico può essere il disegno con vista errata della figura 2.

Le sequenze di piega

La piegatura manuale nel nostro Paese e non solo è ancora quella molto più diffusa.

Si tratta di creare da zero un programma con l’esperienza dell’operatore, piuttosto che affidarsi all’aiuto di un CAM.

L’individuazione della migliore sequenza possibile è uno degli aspetti che più rende interessante il processo di piegatura.

È vero che ogni pezzo ha “la sua storia” e “la sua chiave di lettura” ma anche che esistono condizioni estremamente frequenti che possono essere risolte in modo del tutto simile.

Per tali condizioni, che devono rappresentare il banco di prova del neo piegatore, esistono delle linee guida da adottare come vere e proprie “mappe mentali” da utilizzare quando non c’è ancora l’esperienza.

  • Prima le corte e poi le lunghe.
    È un classico consiglio che risolve moltissimi casi come quello che riguarda i pannelli rettangolari con quattro o più pieghe, oppure profili oblunghi in cui le pieghe di testa siano molto piccole rispetto a quelle di rinforzo longitudinali.
    Ovviamente ci sono le eccezioni, ma in genere è possibile risolvere il particolare in maniera semplice e intuitiva.
  • Dall’esterno all’interno.
    Si tratta della classica sequenza per i profili e per i pannelli che presentano più pieghe (figura 3).
    Funziona egregiamente qualora non vi siano pieghe distanti dai bordi e nelle pieghe marginali con angoli ottusi in cui è richiesta precisione.
    In tali casi è necessario applicare la tecnica della “pre-piega” che consiste nel non portare a termine una piega per ultimarla in un secondo momento.
  • Ragionare “a ritroso”.
    È un completamento della precedente in cui vi siano delle pieghe lunghe che potrebbero creare collisioni con la traversa della macchina.
    Si effettuano le pieghe dall’esterno all’interno per poi concludere con quella individuata inizialmente come l’ultima da effettuare.

Ovviamente la piegatura è un argomento talmente vasto che non si può certo esaurire in queste tre linee guida.

Figura 3 – Sequenza classica per i profili e per i pannelli che presentano più pieghe

C’è tuttavia tutto il materiale che serve per permettere a colui o colei che si applica per la prima volta di acquisire sempre maggiore consapevolezza e confidenza in quella che, a certi livelli, è una vera e propria arte.

Non tralasciare l’aspetto “ludico”

Siamo umani e un conto è imparare perché si deve, un conto è imparare divertendosi!

Per questo è importante prevedere degli articoli di base che diventino semplici oggetti utili da lasciare al neo assunto.

Oggigiorno, specie le nuove generazioni, non sono abituate alla bellezza e alla soddisfazione che si prova quando si crea qualcosa con le proprie mani.

Personalmente ho visto la gioia negli occhi di ragazzi e ragazze dopo che avevano progettato e costruito da soli delle semplici scatole con coperchio o normali o a scorrimento prendendo le misure da oggetti di uso comune.

Ma anche porta cellulari da scrivania, ganci attaccapanni…

Figura 4 – In questo esempio è evidente come l’ultima piega da effettuare sia quella contrassegnata con una riga verde

Articoli che non costano nulla ma che hanno l’enorme vantaggio di mettere il turbo alla passione, condizione che deve svilupparsi già dall’inizio per non soccombere e cadere nella mediocrità.

Un esempio? Quando teniamo i nostri corsi di formazione facciamo costruire ai ragazzi la mascotte “Bendy” (figura 4) che non è che un complessivo di articoli dalla difficoltà crescente e che educa divertendosi all’impegno, alla costanza, all’astrazione e alla precisione.

Emiliano Corrieri

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